00191 Roma
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La revoca della compravendita immobiliare è una fattispecie che può verificarsi in due situazioni previste dall’articolo 2901 del codice civile:
Se l’atto dispositivo è successivo al debito, il creditore non sarà tenuto a dimostrare la mala fede di chi ha ricevuto l’immobile.
In tal caso il creditore deve fornire esclusivamente la prova che il debitore poteva conoscere il pregiudizio provocato al creditore con l’atto a titolo gratuito.
I presupposti per chiedere la revoca della compravendita sono due, l’intento fraudolento ed il pregiudizio arrecato al creditore.
L’intento fraudolento o “consilium fraudis” consiste nella consapevolezza del pregiudizio che l’atto arreca alle ragioni del creditore.
Il pregiudizio arrecato al creditore dall’atto di disposizione del debitore, o “eventus damni”, si ha quando per il creditore sia divenuto impossibile, o più difficile e rischioso, soddisfarsi sul restante patrimonio del debitore.
A seconda che l’atto fraudolento viene compiuto a titolo gratuito, o a titolo oneroso, si hanno diverse conseguenze.
Solo per gli atti a titolo oneroso, vendite o atti con corrispettivo economico, il creditore è tenuto a dimostrare che l’acquirente conosceva il pregiudizio a lui arrecato.
Circostanza difficile da conoscere e dimostrare, la cui prova solitamente è fornita attraverso indizi quali il prezzo irrisorio, il mancato pagamento dello stesso, il rapporto di parentela, o coniugio tra le parti.
Se la donazione è successiva alla contrazione del debito, il creditore dovrà provare il “consilium fraudis”, dimostrare che l’atto è stato intenzionalmente realizzato allo scopo di sottrarre l’immobile alle ragioni del futuro creditore.
Il termine per promuovere l’azione revocatoria è di 5 anni dal compimento della compravendita.
L’azione può essere promossa dal creditore che risulti danneggiato dall’atto di sottrazione posto in suo danno dal debitore a determinate condizioni:
Solo in presenza di tutte e tre le condizioni sopra elencate è possibile azionare la revoca della compravendita chiedendo al tribunale che si pronunci dichiarando la vendita inefficace.
La notevole sproporzione tra valore di mercato del bene e prezzo dell’immobile, risultante anche dal preliminare di compravendita è elemento di cui bisogna sempre tenere considerazione.
L’azione revocatoria, se esperita vittoriosamente, produce l’ inefficacia della vendita e conseguente reintegra del bene nella garanzia patrimoniale del creditore, che potrà a sua volta aggredirlo con il pignoramento.
Dati i tecnicismi e la complessità delle situazioni da esaminare risulta fondamentale affidarsi ad un avvocato specializzato in diritto immobiliare.
Gianluca Sposato è un avvocato patrimonialista e giurista dell’ISLE – Istituto per la Documentazione gli Studi Legislativi, specializzato in diritto civile, rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati.
Presidente dell’esame di Stato per Avvocato a Roma, eletto da Top Legal migliore Avvocato nel diritto delle assicurazioni, è Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali e membro del Board di Forbes Advisor nei settori del diritto immobiliare, eredità e risarcimento del danno.