00191 Roma
Per appuntamenti
00191 Roma
Il danno differenziale, è una modalità di calcolo del danno biologico che tiene conto della preesistenza di menomazioni, o patologie, in un individuo prima di un evento lesivo.
Si tratta di valutare il danno biologico permanente, non solo in termini di menomazione causata dal nuovo evento, ma anche in relazione alla perdita di capacità funzionali rispetto allo stato di salute preesistente.
Quando una persona, che è già affetta da una menomazione fisica, subisce un ulteriore danno alla salute, il risarcimento del danno non viene calcolato sommando semplicemente i due eventi.
In questi casi entra in gioco un concetto centrale nel diritto assicurativo e medico-legale: quello di danno differenziale.
Questa tipologia di danno non patrimoniale serve a stabilire quanto effettivamente peggiora la condizione di salute del danneggiato dopo il secondo evento lesivo per liquidare correttamente l’ulteriore risarcimento.
Il danno differenziale, nell’ambito degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, è la differenza tra il risarcimento integrale cui il lavoratore ha diritto e quanto già corrisposto dall’INAIL a titolo di indennizzo.
In sostanza, è la parte residua del danno non coperta dall’intervento INAIL, che può essere richiesta al datore di lavoro, o a terzi civilmente responsabili.
L’INAIL, infatti, garantisce una tutela indennitaria in particolare per quanto attiene al danno patrimoniale, ma non risarcisce l’intero pregiudizio subito dal lavoratore.
Restano escluse, in tutto o in parte, alcune voci di danno come il danno biologico, il danno morale ed il danno esistenziale.
Il danno differenziale corrisponde, dunque, a questa parte non indennizzata, che può essere oggetto di autonoma richiesta risarcitoria in sede civile.
Immaginiamo una persona che, a seguito di un primo incidente stradale a piedi, abbia un’invalidità permanente del 30% accertata.
A distanza di anni subisce un altro sinistro stradale in motocicletta che porta la sua invalidità al 60%.
Il risarcimento per le lesioni stradali in questo caso non copre il 60% della menomazione totale, ma solo la differenza tra il nuovo stato e il precedente, cioè il 30% di aggravamento: questo è il danno differenziale.
Il calcolo si effettua attraverso un algoritmo a scalare: non si tratta di una semplice sottrazione percentuale, ma di una formula che tiene conto del residuo di integrità psicofisica.
In pratica, si valuta nell’ambito dell’accertamento delle lesioni fisiche quanto valore residuo aveva l’integrità della persona prima del nuovo evento, e quanto ne ha perso dopo.
Sul punto un chiarimento importante è stato fornito recentemente dalla Cassazione con la sentenza n. 11319 del 29 aprile 2025 che attribuisce maggiore libertà al giudice per un indennizzo equitativo.
Il danno differenziale è rilevante in tutti i contesti assicurativi: incidenti stradali, infortuni sul lavoro, responsabilità medica, eventi traumatici di vario tipo scaturiti da reato.
È particolarmente importante nei soggetti già fragili o affetti da patologie, per i quali anche un piccolo aggravamento può avere gravi ricadute funzionali in termini di danno morale e di danno esistenziale.
Il riconoscimento del danno differenziale può fare la differenza tra un risarcimento simbolico e uno effettivo.
Per questo è importante sapere come calcolare il risarcimento del danno biologico per chi ha una menomazione fisica pregressa
Per liquidare il danno biologico, i giudici e le compagnie assicurative utilizzano delle Tabelle a punti che assegnano un valore economico a ogni punto percentuale di invalidità permanente, in base all’età del danneggiato.
Nel danno differenziale, il medico-legale individua la nuova percentuale complessiva e quella preesistente.
L’Avvocato esperto per risarcimento incidenti stradali o il giudice applica l’algoritmo del danno differenziale e calcola l’importo spettante utilizzando le tabelle aggiornate.
Le Tabelle di calcolo del danno biologico ai fini della personalizzazione del danno tengono conto anche del dinamico-relazionale e della sofferenza soggettiva ove provati.
Il concetto di danno differenziale garantisce equità risarcitoria.
Una persona già portatrice di una disabilità non può ricevere un risarcimento come se fosse in perfette condizioni fisiche.
Ma, allo stesso tempo, ha diritto a essere risarcita per l’effettivo peggioramento subito.
Questo approccio consente di evitare sovrapposizioni e doppie liquidazioni, mantenendo il risarcimento aderente alla realtà clinica.
Nel caso di incidente con feriti per ottenere un risarcimento corretto, è essenziale una perizia medico-legale dettagliata.
Il medico legale deve accertare e valutare correttamente:
Solo con una valutazione accurata si può applicare correttamente la formula del danno differenziale e arrivare a una liquidazione equa.
Gianluca Sposato è un avvocato patrimonialista e giurista dell’ISLE – Istituto per la Documentazione gli Studi Legislativi, specializzato in diritto civile, rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati.
Presidente dell’esame di Stato per Avvocato a Roma, eletto da Top Legal migliore Avvocato nel diritto delle assicurazioni, è Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali e membro del Board di Forbes Advisor nei settori del diritto immobiliare, eredità e risarcimento del danno.