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La dichiarazione di successione

Indice

Entro quanto tempo si deve fare la dichiarazione di successione?

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro il termine di un anno dalla morte del de cuius, per non incorrere in sanzioni e pagare le imposte di successione allo Stato.

Ai sensi dell’articolo 456 del codice civile, la successione ereditaria si apre al momento del decesso di una persona nel luogo del suo ultimo domicilio.

Tra gli adempimenti principali che devono compiere gli eredi vi è quello di  ricostruire l’asse ereditario, individuando il patrimonio caduto in successione ereditaria.

Per comprendere come fare la dichiarazione di successione e non commettere errori, o presentare una dichiarazione di successione incompleta è sempre consigliato rivolgersi ad un avvocato eredità successioni.

Chi deve presentare la dichiarazione di successione?

La dichiarazione di successione può essere presentata da qualunque erede, tuttavia è necessario allegare i documenti di identità di tutti gli eredi.

Quindi, se un erede rifiuta di fare la successione, questo non impedisce a qualsiasi altro erede di presentare la denuncia di successione.

Per presentare la dichiarazione di successione non è necessario l’accordo, né tanto meno la presenza di tutti gli eredi, seppure consigliata per procedere alla divisione ereditaria.

La dichiarazione di successione viene inoltrata on line alla Agenzia delle Entrate quando il patrimonio complessivo del defunto supera l’importo di 100.000,00 euro.

Inoltre, la denuncia di  successione deve essere presentata in tutti i casi in cui nell’asse ereditario sono presenti beni immobili.

Solo quando l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta e la massa ereditaria non è superiore al valore di 100.000,00 euro e non comprende beni immobili, la denuncia di successione non deve essere presentata.

Negli altri casi la denuncia di successione deve essere sempre presentata.

Quali documenti servono per la dichiarazione di successione?

Il primo documento che devono reperire gli eredi è l’atto sostitutivo notorio, che attesta la composizione dell’asse ereditarie e delle quote ereditarie con e senza testamento  spettanti ai chiamati all’eredità.

In presenza di un testamento, si aprirà la successione testamentaria  ed è necessario anche l’allegazione del testamento nella documentazione; mentre nel caso  di  successione senza testamento si aprirà la successione legittima.

Procedere per gli adempimenti successori senza l’assistenza di  un avvocato esperto in diritto ereditario è sempre molto rischioso e sconsigliato.

Alla denuncia di successione devono essere allegati i documenti di identità di  tutti gli eredi ed elencati i beni che cadono in successione.

Fintanto che gli eredi non compiono alcun atto dispositivo sul patrimonio de cuius, si parla di eredità vacante, o eredità giacente.

Sblocco conto corrente defunto senza successione

Molto spesso gli eredi incontrano resistenza e difficoltà da parte della banca per lo svincolo delle somme depositate su conti correnti e deposito titoli del defunto.

Per ottenere lo svincolo delle somme in banca del de cuius è sempre bene rivolgersi ad un avvocato specializzato in successioni ereditarie.

La banca non può procedere allo svincolo delle somme in favore degli eredi fino a quando non è stata presentata la denuncia di successione e non riceve tutta la documentazione richiesta per tale operazione.

La presentazione della denuncia di successione presuppone una serie di attività ed indagini che non può prescindere dall’assistenza di un avvocato che abbia lunga esperienza in successioni ereditarie.

Il compito dell‘avvocato per eredità non è limitato soltanto a consigliare gli eredi sulla compilazione e ricerca dei documenti da trasmettere all’agenzia delle entrate, al fine di non incorrere in sanzioni.

L’assistenza di un avvocato specializzato in  diritto successorio è indispensabile per consentire agli eredi di risparmiare su tasse e imposte di successione, ottenendo rapidamente lo svincolo delle somme del defunto sul conto corrente.

Tasse di successione, quanto si paga?

Quando si presenta la dichiarazione di successione bisogna pagare anche le tasse di successione.

La tassa di successione varia a seconda del valore del patrimonio ereditario e della categoria degli eredi.

Per il coniuge ed i figli la tassa di successione è dovuta solo se il patrimonio ereditario supera il valore di 1.0000.000,00 di  euro e corrisponde al 4% dell’importo eccedente tale cifra.

Per i fratelli e le sorelle la tassa di successione, invece, è dovuta sull’importo eccedente 100.000,00 euro nella misura del 6%.

Una volta trasmessa la dichiarazione alla Agenzia delle Entrate, l’Erario nelle 24 – 48 ore successive provvede ad addebitare sul conto corrente degli eredi, o sul conto dedicato del Notaio, nel caso ci si avvalga di tale servizio, le relative imposte e tasse.

Il calcolo delle tasse di successione non sempre può tenere conto delle agevolazioni prima casa, come nel caso ad esempio si intenda vendere l’immobile caduto in  successione.

Come si calcola l’ imposta di successione?

Il calcolo delle imposte di successione non è sempre semplice e per questo è bene affidarsi ad un avvocato esperto in materia ereditaria.

Ciò per non incorrere in omissioni, od errori che possano dare corso ad accertamenti ed erogazione di sanzioni da parte del fisco per omessa o incompleta denuncia di  successione.

Ai fini del calcolo delle tasse ereditarie, si deve tener conto dell’intero patrimonio del defunto.

Pertanto, si deve sommare sia il valore di immobili, diritti reali su beni immobili, che depositi di somme su conto corrente, deposito titoli, fondi, beni mobili, partecipazioni azionarie e societarie, crediti ed altro.

Per i soldi presenti su conti correnti del defunto e deposito titoli il calcolo delle imposte è semplice.

Per il patrimonio immobiliare caduto in successione la base imponibile su cui calcolare il valore dell’imposta di successione trova riferimento nella sua rendita catastale.

La rendita catastale deve essere incrementata del 5% e moltiplicata per un coefficiente attribuito all’immobile stesso in base alla sua categoria.

Quanto costa la denuncia di successione?

Oltre alle tasse ereditarie occorre tenere conto del compenso per l’Avvocato che ha seguito la pratica ereditaria, sulla base della tariffa stragiudiziale di cui al  DM 55/04.

Vi è poi il compenso del Notaio che ha raccolto i dati da trasmettere on line alla agenzia delle entrate, il cui onorario è proporzionale al valore dell’eredità e viene calcolato in base al tariffario notarile.

Tali spese devono essere preventivamente comunicate al cliente, tenuto conto che già al primo incontro in sede di consulenza ereditaria l’Avvocato è tenuto a fornire un preventivo di spesa.

Il preventivo di spesa per l’attività legale in materia ereditaria è relativo alle singole fasi dell’attività da compiere, ovvero per la fase stragiudiziale, per la mediazione e per la fase giudiziale.

Le spese di successione sono detraibili?

Non tutti i costi che si devono sostenere per la pratica successoria prevedono delle agevolazioni fiscali.

Attualmente gli sgravi fiscali sono molto ridotti in materia successoria e la cifra massima detraibile è pari a 294,50 euro, ovvero il 19% delle spese fino ad un tetto di 1.550 euro.

A beneficiarne sarà l’erede che ha sostenuto queste spese, qualora pagassero più eredi, la detrazione deve essere divisa in base alle quote di successione.

Come vendere un immobile ereditato?

Gli immobili che cadono in successione ereditaria possono essere venduti soltanto dopo che siano eseguite tutte le formalità di trascrizione e voltura catastale in favore degli eredi.

Pertanto, la vendita di un immobile ereditato è possibile solo dal momento in cui gli eredi hanno adempiuto a tutte le pratiche successorie e risultino da una visura catastale dell’immobile gli effettivi proprietari.

La vendita di un immobile ereditato, dunque, non può avvenire se prima non  viene presentata la dichiarazione di successione e pagate le relative imposte.

Inoltre per la vendita dell’immobile ereditato è sempre  necessario che tutti gli eredi siano tutti d’accordo alla vendita ed al valore da attribuire ai cespiti caduti in successione ereditaria.

Cosa succede se un erede si rifiuta di vendere un immobile?

Nel caso in cui sorgano contrasti tra gli eredi e, dunque, anche se soltanto uno di essi non aderisca alla volontà di vendere, si configura uno scenario di contenzioso ereditario.

In tal caso bisognerà chiedere lo scioglimento della comunione ereditaria in tribunale per potere procedere alla divisione ereditaria ed alla vendita del bene, o dei beni caduti in successione in sede giudiziaria.

La causa di divisione ereditaria può essere promossa solo dopo avere esperito negativamente il tentativo di mediazione, sempre obbligatorio in materia ereditaria.

Avvocato esperto per la successione ereditaria

L’Avvocato Gianluca Sposato, dell’ISLE Istituto per la Documentazione egli Studi Legislativi, assiste i propri clienti per importanti asset ereditari in tutta Italia e all’Estero.

Lo Studio Legale Sposato specializzato in diritto ereditario, opera nell’ambito dei Paesi nell’Unione Europea, Australia ed America con la finalità primaria di condurre in porto accordi di divisione ereditaria.

Il nostro compito è quello di evitare liti tra gli eredi, ottimizzando costi e imposte di successione, in convenzione con i migliori professionisti specializzati nel ramo successorio per ogni adempimento fiscale, catastale e tributario.

L’attività del nostro Studio Legale, fondato nel 1949, risulta determinante in tutte le attività preliminari e successive alla presentazione della dichiarazione di successione, per un risultato ottimale per gli eredi, senza che sorgano liti.