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Il concorso di colpa in incidente stradale si verifica tutte le volte che non si riesce a fornire la prova che non si è responsabili in alcun modo e misura del sinistro.
Le ragioni per cui si presume la responsabilità di tutti coloro che sono rimasti coinvolti in un incidente è da ravvisarsi nella pericolosità che si ravvede nella circolazione stradale.
Su questo i numeri sono impietosi: basti pensare che solo nel 2023 gli incidenti stradali con feriti in Italia sono stati oltre 166.525, circa 450 al giorno.
Il concorso di colpa in incidente stradale è la responsabilità che viene attribuita, in parti uguali, o diverse, ai soggetti coinvolti in un incidente, che non abbiano dimostrato di avere alcuna responsabilità.
L’articolo 2054 del codice civile, intatti, prevede la responsabilità di tutti coloro che sono rimasti coinvolti in un incidente stradale.
Questo principio rappresenta una norma cardine nel nostro ordinamento giuridico in tema di danni da circolazione stradale.
Pertanto, ai fini del risarcimento, la prima preoccupazione in un incidente deve essere quella di fornire la prova liberatoria, ovvero dimostrare che non si ha colpa.
Gli unici mezzi che sono esonerati dalla prova sulla responsabilità, perché hanno la precedenza e sempre ragione in caso di collisione, sono quelli che circolano su rotaie, ovvero i tram.
Nel caso di scontro tra veicoli a motore omologati si presume che ciascuno dei conducenti è responsabile dei danni causati.
Il conducente di un mezzo è tenuto a risarcire il danno, ai sensi dell’articolo 2054 del codice civile, se non prova di avere fatto tutto il possibile per evitare l’incidente.
Questo significa soprattutto che ponendosi alla guida bisogna prestare attenzione anche alle condotte pericolose degli altri automobilisti.
Quando le dichiarazioni sono contrastanti la giurisprudenza richiede la dimostrazione che siano state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie per prevenire l’incidente e le sue conseguenze.
Il danno deve essere causato dalla circolazione di veicoli assicurati e, dunque, da un mezzo omologato in movimento su strada pubblica, o privata.
Il conducente dell’autovettura che ha causato l’incidente risponde insieme al proprietario del mezzo incidentato, sebbene il primo sia litisconsorte facoltativo ed il secondo litisconsorte necessario.
Entrambi devono essere citati in giudizio unitamente alla compagnia di assicurazione che garantisce la rc auto.
L’assicurazione quando non c’è ammissione di responsabilità del sinistro, o non viene fornita la prova dal danneggiato che l’incidente è stato causato non per sua colpa, liquida il danno in misura ridotta.
I casi più frequenti di incidente in cui si verifica il concorso di colpa sono quando non si indossa la cintura di sicurezza, non si rispetta il limite di velocità, o non si mantiene la destra.
Quando entrambi i conducenti hanno contribuito a provocare l’incidente e non sono riusciti a fornire la prova liberatoria l’assicurazione paga con il concorso in misura ridotta.
Questo significa che nel caso, per esempio, di concorso di colpa attribuito nella misura di 70 e 30 chi paga il sinistro liquida il danno al 70%.
Ciò perché si presume che il danneggiato abbia contribuito nella misura del 30% a provocare l’incidente, perché per esempio guidava il motociclo senza mantenere la destra e rispettare i limiti di velocità.
Nel caso, invece, di concorso di colpa 50 e 50 chi paga provvede a liquidare il danno nella misura della metà rispetto all’importo che sarebbe spettato.
L’offerta con il concorso di colpa al danneggiato da parte dell’assicurazione può essere trattenuta in acconto, salvo maggiore avere.
Tuttavia, al di là dei criteri di liquidazione del danno adottati e, dunque, del pagamento anche del danno morale, del danno esistenziale e del danno patrimoniale, resta il problema della prova liberatoria.
L’articolo 2054 del codice civile sul punto è chiaro e soltanto dai rilievi del sinistro stradale e dalle dichiarazioni testimoniali sarà possibile determinare ed attribuire le responsabilità dell’incidente.
Pertanto in mancanza di testimoni, o di prova inconfutabile desumibile dal verbale di incidente, difficilmente si potrà dimostrare di non avere alcuna colpa, poiché chi stabilisce il concorso di colpa in un incidente stradale è l’assicurazione tenuta a risarcire il danno.
A meno che, da una dichiarazione spontanea. o dall’interrogatorio formale, non risulti una confessione della controparte che ammette la sua esclusiva responsabilità ad avere provocato il sinistro.
L’offerta al danneggiato con il concorso di colpa avviene, per lo più, quando entrambe le persone coinvolte nell’incidente non hanno fornito la prova relativa alla loro mancanza di responsabilità.
Molto spesso il verbale d’incidente stradale non è sufficiente a superare il problema della responsabilità dell’incidente riportando solo i rilievi stradali, il punto d’urto ed i danni ai veicoli.
Nel caso di dichiarazioni dei testimoni contrastanti la comparazione con il punto d’urto può essere un elemento di esenzione di colpa, tale da avvalorare una dichiarazione rispetto ad altra, meno attendibile.
Superare il problema della responsabilità negli incidenti stradali non sempre è facile, specialmente nel caso degli incidenti in moto, a causa dell’alta velocità spesso attribuita ai centauri.
Solo il supporto di un avvocato specializzato nell’infortunistica stradale per incidenti con lesioni gravi, può essere determinante per fornire la prova richiesta dall’articolo 2054 del codice civile.
In tutti i casi in cui non si hanno responsabilità nelle cause dell’incidente, la somma offerta con il concorso di colpa può essere trattenuta in acconto dal danneggiato.
Il concorso di colpa nei sinistri stradali può essere paritario, o effettivo; ma cosa significa e cosa comporta per il danneggiato/assicurato?
Il concorso di colpa paritario si ha quando nessuno dei conducenti è riuscito a dimostrare di avere ragione e, pertanto, la responsabilità del sinistro viene attribuita in misura uguale: 50 e 50.
In questo caso l’entità del risarcimento del danno subisce una decurtazione del 50% e l’assicurazione paga la metà dell’importo che sarebbe spettato.
Il concorso di colpa effettivo si ha quando il grado di responsabilità nello scontro tra veicoli in marcia è attribuibile in misura differente tra i conducenti: 60 e 40, 70 e 30, 80 e 20.
Ciò può accadere, per esempio, perché pur avendo ragione e non avendo determinato l’incidente, non ci si è attenuti alle norme del codice della strada, come quando non si rispetta il limite di velocità.
Nel caso di concorsa di colpa effettivo l’assicurazione paga il danno in misura inferiore e proporzionale al grado di responsabilità attribuito al danneggiato.
Gli effetti del concorso di colpa si ripercuotono sempre sull’entità del risarcimento, soprattutto nella casistica di incidente stradale risarcimento danni fisici.
Quando, infatti, il danneggiato ha contribuito a causare il sinistro, non attendendosi al rispetto delle norme del codice della strada, l’assicurazione paga in misura ridotta.
Ulteriore conseguenza può essere l’aumento del premio assicurativo, a seconda del grado di responsabilità riconosciuto nel provocare il sinistro.
Mediamente l’aumento del premio assicurativo, se il concorso di colpa non supera il 50%, è circoscritto entro il 20% del premio annuale, ma varia da compagnia a compagnia.
Il problema del superamento del concorso di colpa si pone anche e soprattutto nel caso di un incidente stradale mortale.
La morte per incidente stradale è un fenomeno inarrestabile, che vede ogni 3 ore una persona perdere la vita in strada, nel nostro Paese.
Le aggravanti previste per l’omicidio stradale spesso provocano l’inquinamento delle prove sulla ricostruzione dell’incidente mortale e relative responsabilità.
Ciò si traduce, quasi sempre, nella impunità per chi ha ucciso in un incidente, con pene irrisorie ed ingiustizia per le vittime della strada.
Per evitare che questo accada e che il risarcimento agli eredi per il danno da morte non avvenga con il concorso da colpa è fondamentale affidarsi ad un avvocato on lunga e comprovata esperienza nel settore.
Gianluca Sposato è un avvocato patrimonialista e giurista dell’ISLE – Istituto per la Documentazione gli Studi Legislativi, specializzato in diritto civile, rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati.
Presidente dell’esame di Stato per Avvocato a Roma, eletto da Top Legal migliore Avvocato nel diritto delle assicurazioni, è Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali e membro del Board di Forbes Advisor nei settori del diritto immobiliare, eredità e risarcimento del danno.