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Intervista all’Avvocato patrimonialista Gianluca Sposato, specializzato in diritto ereditario e accertamento di paternità.
I test genetici permettono di stabilire, con una percentuale di probabilità pressochè assoluta, chi è il proprio padre.
A differenza di altri Paesi, come gli Stati Uniti, dove in alcuni Stati anche il risultato di un kit venduto in farmacia può avere valenza legale, in Italia il percorso normativo per ottenere il riconoscimento di paternità è più rigoroso.
Nel nostro ordinamento non basta scoprire di essere figlio biologico per acquisire automaticamente il titolo di erede, con l’accettazione di eredità.
In Italia il figlio è tale solo se viene riconosciuto legalmente.
Se il padre non riconosce spontaneamente il proprio figlio, serve una sentenza di accertamento di paternità che, una volta definitiva, deve essere trascritta nei registri dello Stato Civile.
Il dna, dunque, non è un lasciapassare per l’eredità. «I test commerciali come quello “23andMe” non hanno alcun valore giuridico nel nostro Paese – chiarisce l’Avvocato Gianluca Sposato – e non possono essere utilizzati in tribunale.
Non è sufficiente effettuare un test privato: il riconoscimento di paternità, se non avviene spontaneamente dal proprio genitore, passa esclusivamente da una causa civile.
Anche quando si decide di ricorrere alla genetica, il percorso è rigidamente normato.
«Un test del dna serio, quello che ha valore legale, si esegue soltanto in un laboratorio di genetica forense certificato e costa tra i 300 e i 500 euro.
L’affidabilità supera il 99, 99 per cento, ma il dato scientifico da solo non basta: deve poi tradursi in una decisione del giudice».
Se il padre biologico è ancora in vita, e il test conferma la paternità, le conseguenze possono essere immediate e rilevanti.
Il figlio non solo acquisisce diritti ereditari, ma può anche chiedere il mantenimento arretrato per gli anni in cui non è stato riconosciuto», spiega l’Avvocato Gianluca Sposato.
«Sono casi complessi, che comportano ricadute economiche importanti». Se invece il presunto genitore è deceduto, si apre un’altra strada.
In alcuni casi è possibile anche procedere alla riesumazione della salma, ma se non esistono parenti biologici diretti, dimostrare la filiazione diventa estremamente difficile, quando non impossibile».
Negli studi legali italiani, intanto, aumentano le richieste di consulenza legate a parentele scoperte online.
«Mi capita sempre più spesso di incontrare persone convinte che basti un risultato su internet per avere diritti automatici», osserva l’avvocato Sposato.
«Ma nessuna azione seria può partire senza il supporto di un genetista forense».
Ed è spesso dopo il riconoscimento che esplodono i conflitti familiari. Intanto i test genetici continuano a essere regalati a Natale come innocui gadget dell’identità.
Ma non sempre sotto la carta regalo c’è una storia felice.
Leggi l’intervista completa qui:
Test del Dna, boom dei kit fai da te: testamenti stravolti e pretese sul patrimonio dei defunti
