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Danno riflesso

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Il danno riflesso è una tipologia di danno che colpisce indirettamente soggetti terzi rispetto alla vittima diretta di un fatto illecito.

Si verifica quando una persona subisce un pregiudizio a causa del danno subito da un suo familiare con cui ha un particolare legame affettivo.

I danni riflessi si manifestano in casi di incidente stradale mortale, malasanità o atti illeciti che causano la sofferenza, o morte di una persona cara.

In questo articolo spiego cosa è il danno riflesso, a chi spetta, come si quantifica in termini di risarcimento e cosa bisogna fare per ottenerlo.

Cosa è il danno riflesso?

Il danno riflesso, o danno da rimbalzo, è una voce autonoma di danno alla persona che spetta ai familiari del danneggiato, per le conseguenze e ripercussioni che l’illecito provoca alla loro salute ed esistenza.

Si distingue dal danno diretto perché non è subìto immediatamente dalla vittima dell’illecito, ma da soggetti terzi che ne risentono in modo significativo.

I danni riflessi sono quei danni che traggono origine da un fatto illecito compiuto verso un proprio familiare, le cui ripercussioni causano sofferenza e sconvolgimento delle abitudini di vita.

Pensiamo alle lesioni stradali gravi, o gravissime, che hanno provocato paraplegia al proprio coniuge, figlio, genitore, o fratello ed alle conseguenze in termini di danno esistenziale.

Un danno di tale intensità ha ripercussioni anche sul nucleo familiare del danneggiato che ha diritto al risarcimento del danno  che si riflette nella loro sfera personale ed esistenziale.

Chi ha diritto al danno riflesso?

Hanno diritto al risarcimento del danno riflesso i familiari del danneggiato che hanno riportato un autonomo danno morale, o un danno biologico suscettibile di accertamento medico legale.

Il giudice valuta caso per caso se esiste un rapporto affettivo o economico solido tra la vittima primaria e il familiare che richiede il risarcimento.

Il calcolo del danno viene effettuato in base alle Tabelle del Tribunale di Roma, rientrando questa tipologia di pregiudizio sofferto nella più ampia concezione dei danni morali.

La Tabella del Tribunale di Roma segue un sistema a punti tanto per il danno  soggettivo, quanto per lo sconvolgimento della vita.

I valori, aggiornati al 2025, prevedono per ogni punto euro 3.474,00 che si riduce ad euro 2.450,00 in presenza di diritto di assistenza, o indennità da parte dello Stato.

La Tabella prevede 20 punti di partenza per genitori, coniuge, convivente e 15 punti per i figli; non vengono menzionati i fratelli che, tuttavia, possono essere assimilati ai conviventi. 

Sono, poi, previsti ulteriori punti in aumento in base alla giovane età del danneggiato e del parente, da sommarsi al punto base.

Come per il danno da morte, o danno tanatologico, viene riconosciuta importanza ed attribuito valore a parametri quali la convivenza e mancanza di altri parenti nel nucleo familiare.

Quando spetta il danno riflesso ai familiari del danneggiato?

Il danno riflesso, secondo l’orientamento della Cassazione, spetta in presenza di lesioni permanenti superiori al 36% di invalidità totale.

Il danno morale ed esistenziale deve essere provato e documentato dai familiari che ne fanno richiesta.

Questo perché i danni riflessi sono danni conseguenza e non danno evento e non spettano automaticamente per il solo e semplice accadimento dell’illecito, sebbene possono comportare anche una malattia qualificabile come danno biologico.

Il danno morale per la sofferenza in relazione alle lesioni gravi di un proprio caro,  dunque, va sempre provato.

Così per fare un  esempio al figlio di 28 anni che vede il padre di 36 anni costretto in sedia a rotelle per un incidente stradale vengono riconosciuti 32 punti pari ad euro 189.568,00.

Tale conteggio  tiene conto di euro 111.168,00 per il danno soggettivo ed euro 78.400,00 per lo sconvolgimento vita, ove il danneggiato sia percettore di indennità di accompagno.   

Come si calcola il danno riflesso?

Il calcolo del danno morale per la sofferenza dovuta ad un evento traumatico, come può essere l’amputazione di un arto a seguito di un sinistro stradale, non è una operazione automatica.

In tema di risarcimento del danno non patrimoniale per il danno biologico, inteso come danno alla salute si applica la Tabella Unica Nazionale delle lesioni di non lieve entità.

I danni riflessi, il danno da perdita parentale. il danno morale, il danno esistenziale, non rientrano in questo ambito valutativo, poiché non sono suscettibili di accertamento medico legale.

In tema di danni riflessi bisogna, pertanto, distinguere:

1. danno morale riflesso che si verifica quando la sofferenza psicologica per la perdita o la grave menomazione di un familiare influisce sulla qualità di vita del richiedente.

2. danno biologico riflesso: quando il dolore per la condizione della vittima principale provoca una patologia psicofisica certificata nel familiare, come depressione o disturbi post-traumatici.

3. danno patrimoniale riflesso: quando l’illecito causa un danno economico indiretto, come la perdita di un reddito familiare dovuto alla morte o all’invalidità della vittima.

Il calcolo del danno riflesso, dunque, dipende da caso a caso e la relativa quantificazione deve tenere conto di tutte le sofferenze e ripercussioni sulla subìte dal richiedente.

Come provare il danno riflesso dei familiari?

Provare ed ottenere il risarcimento per i danni  da rimbalzo non è semplice in  quanto bisogna dimostrare:

  1. il nesso causale tra l’illecito subito dalla vittima principale e il danno sofferto dal soggetto terzo.
  2. il legame affettivo o economico con la vittima primaria.
  3. l’esistenza e quantificazione del pregiudizio subito, attraverso documentazione medica, perizie psicologiche e documentazione reddituale.

L’assistenza di un avvocato esperto in risarcimento danni e diritto delle assicurazioni è fondamentale per valutare il caso e quantificare il risarcimento spettante.

In tema di lesioni conseguenti a sinistro stradale, il danno iure proprio subito dai congiunti della vittima non è limitato al solo totale sconvolgimento delle loro abitudini di vita.

Il danno riflesso può consistere anche in un patimento d’animo o in una perdita vera e propria di salute.

Questi pregiudizi possono essere dimostrati per presunzioni, fra le quali assume rilievo il rapporto di stretta parentela esistente fra la vittima ed i suoi familiari.

Il grado di parentela fa ritenere, secondo un criterio di normalità sociale, che  i familiari soffrano per le gravissime lesioni riportate dal loro prossimo congiunto (Cassazione n. 35663 del 20 dicembre 2023).