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La ricaduta economica e sociale degli infortuni subiti dalle persone a causa degli incidenti stradali con feriti ed incidenti stradali mortali costa all’Italia 19,3 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL (Prodotto Interno Lordo).
E’ questa la spesa sostenuta dalle compagnie di assicurazione per ripagare le vittime della strada, mente non vengono forniti i costi relativi agli incassi dei premi.
È una emergenza sociale – sostiene l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente di ADISM – Associazione Difesa Infortunati Stradali.
Basti pensare che relativamente agli incidenti stradali più di 3000 decessi nel 2018 si sono verificati nel nostro Paese.
L’Avvocato Gianluca Sposato ha avuto il riconoscimento dell’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i soggetti danneggiati da incidenti stradali.
Gli ultimi dati, relativi alle statistiche degli incidenti stradali all’anno 2017, sono impietosi: 246.750 feriti sulle strade, di cui 17.309 gravi e 3.378 decessi, un morto ogni due ore e mezzo.
Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018.
Nel 2018 solo in Abruzzo sono stati oltre 3 mila gli incidenti stradali con feriti e 76 decessi; soltanto in provincia dell’Aquila le vittime sono salite da 15 del 2016 a 22 nel 2017.
Guida distratta e mancata precedenza le cause principali degli incidenti.
Al problema della mortalità sulle strade si aggiunge la sofferenza ed il vuoto incolmabile per la perdita dei propri cari alle vittime della strada.
Ovvero il danno da perdita parentale, che si concreta nello sconvolgimento dell’esistenza rivelato da fondamentali e radicali cambiamenti dello stile di vita conseguenti al decesso del congiunto.
Il danno da morte è rappresentato dal vuoto costituito dal non potere più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno.
Nell’irrimediabile distruzione di un sistema di vita basato sull’affettività, sulla condivisione, sulla rassicurante quotidianità dei rapporti tra moglie e marito, tra madre e figlio, tra fratello e fratello.
Nel non poter più fare ciò che per anni si è fatto, nonché nell’alterazione che una scomparsa del genere inevitabilmente produce anche nelle relazioni tra i superstiti (Cassazione n. 10107/2011).
Ed è proprio con riguardo alla forma più grave di danno nei casi di omicidio stradale che la giurisprudenza ha elaborato varie teorie e tipologie.
A seconda che si configuri primariamente in capo alla vittima (“iure proprio”), o agli eredi (“iure hereditatis”).
Nel primo caso, si parla di danno tanatologico, derivante dalla sofferenza patita dal soggetto prima della morte, a causa di un fatto illecito.
In un’ottica di responsabilità civile orientata al risarcimento del danno è ritenuta necessaria la sopravvivenza del soggetto per un lasso di tempo apprezzabile.
Oppure che, pur intervenendo la morte per incidente stradale dopo brevissimo tempo, la vittima rimanga lucida e cosciente e sia in grado di percepire la sofferenza e il patema d’animo derivanti dalla sensazione di morte imminente.
Sono circostanze molto difficili da provare, umanamente incomprensibili, che ledono la dignità umana, ma soltanto dimostrando la perdita del rapporto affettivo scatta il diritto al risarcimento del danno.
Per questo l’Avv. Gianluca Sposato, impegnato in prima fila per la prevenzione degli incidenti ed i diritti degli infortunati, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale.
Può darsi corso al risarcimento del danno alle vittime della strada, in quanto, in tali circostanze, il diritto entrerebbe a far parte del patrimonio del defunto prima che intervenga la morte, così da poter essere trasmesso agli eredi unitamente agli altri diritti.
Al contrario, in caso di morte immediata, la lesione si verificherebbe nei confronti del bene vita, diritto autonomo rispetto al diritto alla salute, fruibile solo dal suo titolare e non reintegrabile per equivalente.
Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018.
Secondo tale assunto nessun danno in capo agli eredi sarebbe risarcibile automaticamente.
Poiché con l’evento morte, venendo meno il titolare del diritto e con lui il suo patrimonio, si configurerebbe inidoneità dello stesso ad acquisire le conseguenze dannose dell’evento e trasferirle agli eredi.
Una prova impossibile quella della sofferenza che lede il diritto di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la tutela del diritto alla salute, garantiti dalla Costituzione
Senza tralasciare che per la Cassazione, in contrasto con i principi fondamentali garantiti dall’art. 3 e dall’art 32 della Costituzione, resta radicalmente esclusa la configurabilità del danno quando dall’evento conseguano meri disagi, fastidi, disappunti, ansie (Cass.16992/15).
Circostanza poco plausibile di fronte all’evento morte e che non può raffigurarsi un danno sul solo presupposto del vincolo parentale (Cass.11200/19).
Essendo richiesta “l’allegazione e la verificazione precisa e circostanziata dello sconvolgimento di vita patito e delle sue specifiche e concrete estrinsecazioni” (Cass. 22585/13).
E’ lecito domandarsi se, in tal modo, si intenda tutelare gli interessi economici delle assicurazioni tenuto conto degli incidenti stradali con più di 3000 decessi nel 2018.
Gianluca Sposato è un avvocato patrimonialista e giurista dell’ISLE – Istituto per la Documentazione gli Studi Legislativi, specializzato in diritto civile, rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati.
Presidente dell’esame di Stato per Avvocato a Roma, eletto da Top Legal migliore Avvocato nel diritto delle assicurazioni, è Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali e membro del Board di Forbes Advisor nei settori del diritto immobiliare, eredità e risarcimento del danno.