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Impugnazione testamento

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Quando si può impugnare il testamento?

L’impugnazione del testamento è una della attività più articolate e complesse nel diritto ereditario.

Il testamento è la disposizione di ultima volontà con cui una persona, nel pieno delle sue capacità fisiche e mentali, regola le sorti del suo patrimonio dopo la sua morte.

E’ olografo quando è scritto di proprio pugno, pubblico se redatto da notaio, o segreto quando viene consegnato dal testatore in busta chiusa al notaio e da questi custodito.

E’ possibile impugnare il testamento per vizi di forma, o vizi di volontà del testatore.

Il testamento è nullo e non ha validità per irregolarità insanabili, come disposto dall’art. 606 del codice civile.

Come si impugna un testamento?

L’impugnazione del testamento può avvenire per nullità formali quando, per esempio, il testamento olografo non contiene la data, o la firma, o non è stato realmente scritto dal testatore.

L’impugnazione del testamento è consentita anche per nullità sostanziali, per violazione di legge quando, per esempio, non è stata rispettata la quota legittima.

Il testamento è annullabile quando presenta difetti che non ne comportano la nullità.

Come nel caso di omessa, o incompleta, indicazione della data, oltre che per i vizi della volontà e incapacità di disporre per testamento.

Il testamento si impugna contestandone la validità e denunciandone i vizi.

Se la diffida agli altri eredi e la mediazione non sortiscono effetti, il testamento deve essere impugnato con atto di citazione a comparire in giudizio presso il tribunale dove si è aperta la successione.

Revoca delle disposizioni testamentarie

Nelle successioni ereditarie devono tenersi distinti i concetti di revoca e di inefficacia delle disposizioni testamentarie.

Ai sensi dell’articolo 679 del codice civile, il testatore può revocare in tutto, o in parte, il testamento, tant’è che le clausole contrarie non producono effetto.

La revoca del testamento si fa redigendo un testamento posteriore, ovvero con data successiva a quello revocato.

Il testatore può revocare il testamento anche mediante un atto con cui dichiara di volere annullare in tutto, o in parte, la disposizione testamentaria anteriore.

Oltre che per volontà tacita od espressa del testatore, la revoca del testamento è  talora operata anche dalla legge, come nel caso dei figli non contemplati nel testamento, anche perché sopravvenuti.

Quali sono i termini per impugnare il testamento?

Per comprendere quanto tempo hanno gli eredi per impugnare il testamento,  bisogna distinguere la cause di annullabilità, da quelle di nullità assoluta delle disposizioni testamentarie.
 
Il termine di prescrizione per esercitare l’azione di annullabilità delle disposizioni testamentarie è di 5 anni dall’apertura del testamento.
 
Nel caso di testamento affetto da dolo, violenza od errore, l’azione si prescrive nel termine di 5 anni da quando si è appresa la notizia della causa di annullabilità.
 
Anche l’azione per impugnare il testamento scritto da persona incapace di intendere e di volere deve essere esercitata entro il termine di 5 anni.
 
Il termine per l’impugnazione del testamento nel caso di violazione di legittima, invece, è di 10 anni dall’apertura della successione.
 
L’azione per far valere la nullità del testamento non è sottoposta a termini di prescrizione.
 
Pertanto può essere esercitata in qualsiasi momento da chi è stato danneggiato dalla disposizione testamentaria.
 

I termini per l’impugnazione del testamento devono essere valutati sempre da un avvocato esperto in successioni, che prima di intentare una causa civile proporrà un accordo per la divisione ereditaria.

Come evitare che il testamento venga impugnato?

Esiste un solo modo per evitare che un testamento venga impugnato: prima di redigerlo rivolgersi ad un avvocato specializzato in eredità e successioni.

Il diritto successorio è materia tecnica che abbraccia tutti i rami del diritto civile e richiede una vasta conoscenza ed esperienza nell’affrontare le questioni ereditarie.

Nella successione testamentaria sono frequenti i casi relativi a donazioni ed eredità, di cui il testatore deve tenere sempre conto per rispettare le quote ereditarie.

Per evitare l’impugnazione del testamento non può farsi riferimento solo a vizi formali, peraltro difficilmente riscontrabili nel testamento redatto per atto pubblico, quanto piuttosto a vizi sostanziali.

Il testamento, soprattutto quando è redatto di pugno dal testatore, oltre a rispettare i requisiti di forma, deve garantire il rispetto delle quote riservate per legge ai legittimari.

Infatti, solo quando il testatore non è sposato e non ha figli, o genitori in vita, può disporre pienamente delle proprie sostanze, senza che sorgano problemi legati alla collazione ereditaria.

Quando impugnare il testamento olografo?

Il testamento olografo richiede una verifica preliminare relativa alla veridicità della grafia del testatore, oltre che della sua capacità di intendere e volere.

Per quanto attiene alla scrittura del testamento, la perizia calligrafica è lo strumento che consente di comparare ed accertare l’autenticità del testamento.

Il costo della perizia calligrafica si aggira intorno ai 1.500,00 euro, ma quando l’attività del perito calligrafico è particolarmente difficile e complessa, può essere superiore. 

Per vizi di forma è possibile impugnare il testamento olografo per mancanza della data, della sottoscrizione, o quando viene disconosciuta la grafia del testatore.

Per dimostrare la mancanza di capacità di intendere e volere del testatore, o il difetto della sua spontaneità, invece, possono sorgere difficoltà insormontabili.

Basti pensare che il testamento olografo è valido anche se redatto da persona con amministratore di sostegno, in quanto capace di intendere e di volere.

Il testamento olografo, poi, al pari del testamento pubblico e di quello segreto, può essere impugnato per vizi sostanziali in tutti i casi di lesione di legittima.

Impugnazione del testamento per lesione di legittima

Il testamento consente al de cuius di disporre liberamente del proprio patrimonio, ma in presenza degli eredi legittimari non può causare lesione della legittima.

Pertanto, è possibile proporre l’impugnazione del testamento in tutti i casi in  cui il testatore non ha rispettato le quote ereditarie riservate ai legittimari nella successione legittima.

La legge consente di impugnare il testamento anche mediante l’istituto della rappresentazione ereditaria posto a garanzia dei diritti dei legittimari.

Per ogni tipologia di testamento, il testatore deve tenere conto delle donazioni effettuate in vita, senza violare la quota legittima, che la legge attribuisce a coniuge e figli. 

La legge riserva al coniuge la metà del patrimonio del de cuius se non concorre con i figli.

La quota che spetta al coniuge è di un terzo del patrimonio nel caso di concorso con un solo figlio e un quarto del patrimonio ereditario nel caso di concorso con più figli.

Quando ad ereditare è solo un figlio ha diritto sempre alla metà del patrimonio ereditario.

Se i figli sono più di uno è loro riservata la quota di due terzi dell’eredità da dividersi in parti uguali, sempre che non concorrano con il coniuge.

Costi per impugnare il testamento

I costi per impugnare il testamento variano a seconda del valore dell’eredità e della attività da compiere.

Il costo di un Avvocato per impugnare il testamento è dovuto per la consulenza in materia ereditaria, per l’attività stragiudiziale, per la mediazione e la causa civile.

L’Avvocato esperto in successioni deve presentare al cliente un preventivo scritto chiaro e dettagliato.

Il compenso dell’avvocato per impugnare il testamento è disciplinato dal DM 147/2022 che prevede un parametro minimo, medio e massimo.

Per prenotare una consulenza in materia ereditaria con l’Avvocato Gianluca Sposato consultare la pagina Assistenza Legale24h e chiamare il numero diretto 06.3217639.