L’Avvocato Gianluca Sposato, specializzato in diritto ereditario spiega all’Agenzia Parlamentare che il testamento quando lede i diritti degli eredi legittimari può essere impugnato.
Con la morte i diritti patrimoniali si trasmettono ad altri soggetti.
Nel nostro ordinamento giuridico il testamento può essere impugnato da chiunque vi abbia interesse.
Per impugnare il testamento è necessario che vi sia un legittimo interesse.
Il codice civile determina i rapporti di parentela entro i quali va deferita la successione legittima del defunto, là dove manca una disposizione testamentaria.
Al contempo stabilisce quali sono le quote ereditarie che vanno devolute ai familiari, coniuge, figli e genitori, quali eredi legittimari.
Agli eredi legittimi non può essere tolta una partecipazione alla successione ereditaria.
Nella successione testamentaria devono essere rispettate le quote riservate ai legittimari.
Il testatore non può eccedere per liberalità la quota disponibile che la legge gli riconosce.
Il testatore nel redigere l’atto di sua ultima volontà deve tenere sempre conto della composizione dell’asse ereditario.
Esistono delle quote ereditarie con e senza testamento che spettano sempre ai legittimari.
Pertanto, oltre che per vizi di forma e di validità, si può impugnare il testamento per lesione di legittima limitatamente alla disposizione compiuta, trattandosi di nullità relativa e non assoluta.
I legittimari sono il coniuge ed i figli e, solo in assenza dei figli, anche i genitori e altri ascendenti, nonni e bisnonni.
Questa categoria di eredi è privilegiata dal nostro ordinamento giuridico e non può essere pretermessa per nessuna ragione, se non per cause di indegnità a succedere.
Ciò significa che a loro è riservata una parte dell’eredità stabilita dalla legge, a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare.
Bisogna verificare anche quanto compiuto a titolo di liberalità in vita dal de cuius.
Per esempio attraverso donazioni indirette che comportano problemi interpretativi nel rapporto tra donazioni ed eredità.
Ciò perché il de cuius, quando nell’asse ereditario ci sono i legittimari, può disporre liberamente solo di una quota del suo patrimonio.
Ai legittimari spetta una quota di riserva di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, esaminando l’ipotesi in cui la successione all’eredità si apra senza testamento.
Nel caso in cui si dia luogo, invece, alla successione testamentaria sono molteplici gli elementi da analizzare, che solo un Avvocato patrocinante in Cassazione può valutare.
A cominciare dalla capacità di intendere e volere del testatore ed alla validità del testamento, che produce effetto dal momento della pubblicazione.
Il mancato rispetto della quota di riserva destinata per legge ai familiari del defunto, comporta di potere impugnare il testamento quando lede i diritti degli eredi legittimari.
Lo stesso discorso vale per la pubblicazione di un testamento olografo falso, che non sia stato scritto di pugno dal testatore, la cui scrittura sia stata riprodotta infedelmente.
La quota disponibile varia a seconda del numero dei legittimari ma, in ogni caso, non può mai essere inferiore ad ¼ del patrimonio del testatore.
Quindi quando ci sono i legittimari il testatore può disporre sempre di ¼ del suo patrimonio.
La regola è che devono essere rispettate le quote ereditarie, ma vi è piena libertà di scelta sui soggetti da indicare come propri beneficiari per atto di ultima volontà.
Se non ci sono eredi legittimari, dunque il coniuge, i figli, i genitori o i nonni, il testatore può disporre liberamente dell’intera quota del proprio patrimonio.
L’art. 554 del codice civile prevede che le disposizioni testamentarie eccedenti la quota di cui il defunto poteva disporre sono soggette a riduzione nei limiti della quota medesima.
Ciò attraverso l’esperimento dell’azione di riduzione dinanzi il Tribunale competente, ove sia fallito il tentativo di ricomporre la controversia ereditaria con una transazione ereditaria.
Bisogna distinguere le cause di nullità per le quali non c’è un termine, poiché l’azione è imprescrittibile, dalle cause di annullabilità che va proposta entro 5 anni dal giorno in cui se ne ha conoscenza.
In realtà i casi di nullità del testamento si verificano di rado e sono legati, oltre che a vizi di forma nel testamento olografo, ad aspetti sostanziali che incidono sulla volontà del testatore.
I vizi del volere sono, comunque, causa di annullamento delle singole disposizioni e non producono effetti di caducazione dell’intero negozio giuridico.
Basti pensare all’istituzione dell’erede universale, quando chi fa testamento non si lascia nulla ai legittimari.
Nel caso di un testamento con erede universale, l’azione da esperire è quella di riduzione, non potendosi ritenere l’atto nullo.
La nomina di erede universale deve essere intrepretata, per giurisprudenza consolidata, come lascito della quota disponibile all’erede universale.
Occorre ricordare, poi, che in caso di condanna all’ergastolo si perde la capacità di fare testamento e cade l’intero atto anche compiuto precedentemente.
Molto spesso le azioni giudiziarie a tutela dell’erede pretermesso dalla partecipazione alla successione ereditaria viaggiano su binari paralleli.
Si pensi al caso dell’istituzione di un erede universale in presenza di legittimari.
Per evitare la sottrazione di beni alla massa ereditaria e agli eredi esclusi, quali creditori, in tali ipotesi si può agire in via d’urgenza chiedendo un’azione cautelare.
Il sequestro giudiziario, disciplinato dall’articolo 670 del codice di procedura civile, si riferisce a beni che offrono interesse per l’oggetto della controversia.
Viene attuato per sottrarre il patrimonio oggetto di controversia ereditaria alla disponibilità diretta dei coeredi che sono stati avvantaggiato in danno di altri.
Si differenza dal sequestro conservativo che, invece, è una misura preventiva e conservativa della responsabilità patrimoniale.
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Gianluca Sposato è un avvocato patrimonialista e giurista dell’ISLE – Istituto per la Documentazione gli Studi Legislativi, specializzato in diritto civile, rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati.
Presidente dell’esame di Stato per Avvocato a Roma, eletto da Top Legal migliore Avvocato nel diritto delle assicurazioni, è Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali e membro del Board di Forbes Advisor nei settori del diritto immobiliare, eredità e risarcimento del danno.