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La successione legittima
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 16 Marzo 2023
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La successione legittima
Indice
L’Avvocato Gianluca Sposato è considerato tra i migliori avvocati specializzati in diritto ereditario a livello nazionale.
E’ rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati e presta assistenza legale in tutti i casi di successione legittima dei fratelli, del figlio e del coniuge.
Per comprendere se muore un fratello chi sono gli eredi, bisogna tener conto che i fratelli non sono legittimari.
I fratelli, dunque, in quanto collaterali, possono essere esclusi dalla successione legittima nel testamento dal loro fratello.
Cos’ è la successione legittima?
La successione legittima ha titolo nella legge e si ha quando manca, in tutto o in parte, la successione testamentaria.
Se ne deduce che le due delazioni, la testamentaria e la legittima, non sono incompatibili l’una con l’altra e che, non sempre, la prima può evitare il contemporaneo o successivo aprirsi della seconda.
La successione legittima, infatti, presuppone la mancanza di disposizioni testamentarie, che abbiano in tutto, o in parte, regolata la trasmissione dei beni del defunto.
Nelle successioni ereditarie la successione necessaria prevale sulla successione testamentaria e ne riduce, o annulla, le clausole contro inderogabili precetti che la regolano in favore dei legittimari.
Quando chi muore non ha redatto testamento gli eredi sono i parenti più stretti del defunto, come dispone l’articolo 565 del codice civile, tenuto conto dei limiti tra eredità e la legittima.
Per comprendere chi sono gli eredi alla morte di un parente è necessario verificare se vi sono, o meno, disposizioni testamentarie e legittimari, o altri eredi legittimi.
Così, la parentela legittima concorre con la naturale e con il coniuge.
I figli legittimi escludono i genitori del defunto, pur essendo tutti di primo grado rispetto a questo ultimo, mentre i discendenti dei figli escludono i genitori e gli ascendenti i collaterali dal 3° al 6° grado.
Chi sono gli eredi legittimi?
Gli eredi legittimi sono coloro ai quali l’eredità viene trasferita in assenza di testamento: il coniuge, i figli ed, in loro mancanza, i parenti fino al 6°grado.
Il primo ordine di successibili è costituito dai discendenti.
Il secondo ordine di successibili è costituito dagli ascendenti e dai fratelli e sorelle.
Si passa al secondo ordine quando mancano i discendenti legittimi, ovvero l’intera linea retta discendente.
Il terzo ordine di successibili, infine, riguarda i collaterali.
La successione degli altri parenti è, dunque, solo eventuale ed è prevista dall’articolo 572 del codice civile.
Solo al coniuge e ai figli, però, e in mancanza di questi ultimi a genitori e nonni, è riservata la quota legittima in eredità.
La legge stabilisce, infatti, che non possono essere intaccate le quote ereditarie di quella categoria di eredi che hanno diritto di legittimare su una parte del patrimonio del defunto.
A norma dell’articolo 457 del codice civile, infatti, le disposizioni testamentarie non possono mai pregiudicare i diritti che la legge riserva ai legittimari.
I legittimari sono, dunque, eredi privilegiati che non possono mai essere pretermessi dall’asse ereditario, nè esclusi dal testamento.
Tant’è che i loro diritti, in caso di premorienza, danno applicazione all’istituto della rappresentazione ereditaria.
Chi sono i legittimari?
In presenza dei legittimari si ha la successione necessaria.
I legittimari sono il coniuge ed i figli e, solo in mancanza di questi ultimi, i genitori e gli ascendenti, come disposto dall’articolo 536 del codice civile.
Gli eredi legittimari non possono mai essere esclusi dal testamento, se non per cause di indegnità a succedere.
Il testatore non può disporre liberamente di tutto il suo patrimonio in presenza di legittimari.
Chi fa testamento, infatti, in presenza di coniuge e figli e, in mancanza di figli degli ascendenti, può disporre liberamento solo di una quota disponibile, che non può essere inferiore ad 1/4 del proprio patrimonio.
Quando a succedere sono il coniuge, i figli e gli ascendenti, per legge deve essere accantonata una parte dell’eredità in loro favore: si tratta della quota di riserva.
Pertanto il defunto, anche se redige testamento, non potrà disporre di tutti i suoi beni liberamente, poiché in presenza di legittimari, la sua parte disponibile è residuale.
Inoltre, poiché l’eredità è costituita dal relictum e dal donatum, si deve tenere conto delle donazioni indirette e lesione della quota legittima degli eredi.
Quota di riserva nella successione legittima
La quota di riserva è quella parte di eredità che non può essere intaccata e che deve essere sempre garantita ai legittimari.
A differenza dei legittimari, invece, gli eredi legittimi non hanno diritto alla quota di riserva, ove esclusi nella successione testamentaria.
In presenza dei legittimari, ciò che resta dell’eredità, dedotta la quota di riserva loro garantita per legge, è la quota disponibile.
La quota disponibile, pertanto è quella parte di eredità di cui il testatore può disporre in favore di chi vuole, anche con un legato testamentario.
La quota di riserva, predeterminata per legge, in presenza di coniuge, figli o ascendenti, rappresenta la quota parte dell’eredità di cui il testatore non può disporre a suo piacimento.
Pertanto i diritti del coniuge, dei figli e dei genitori, in qualità di legittimari, devono sempre essere fatti salvi e garantiti, dovendosi in difetto dare corso ad impugnazione del testamento.
Le quote ereditarie con e senza testamento, infatti, non possono mai essere inferiori a quelle determinate per legge sia per la successione legittima del coniuge che per la successione legittima dei figli.
Rilevata la quota di legittima, se essa risulta lesa dalle liberalità fatte inter vivos o mortis causa dal defunto, il legittimario può chiedere la riduzione delle disposizioni lesive del suo diritto, fino ad integrazione della quota lesa.
Cos’è la quota disponibile nell’eredità?
La quota disponibile è la quota di eredità di cui il testatore può liberamente disporre nel fare testamento in presenza di legittimari se è sposato, o ha figli, o genitori in vita.
Chi fa testamento in presenza di legittimari, pertanto, nel decidere a chi lasciare i propri beni, deve considerare solo la quota disponibile.
Ciò tenuto conto che il testamento quando lede i diritti dei legittimari può essere impugnato.
Se si distribuisce l’eredità senza rispettare la legittima, il testamento si considera valido ed efficace fino a quando gli eredi pretermessi non richiedono la parte loro riservata per legge.
In assenza di testamento e violazione della legittima per donazioni ed eredità, devono essere conferiti all’eredità tutti i beni ricevuti in dono in vita dal defunto, per effetto della collazione ereditaria.
Eredità legittima, le quote dei legittimari
L’eredità è legittima nei casi di eredità senza testamento in cui si devolve ai parenti più prossimi del defunto, laddove questi non sia sposato e non abbia figli.
Nella successione legittima si attribuisce priorità alla linea retta, ovvero al coniuge, ai figli e ai genitori, rispetto a quella collaterale, ovvero ai fratelli, zii e nipoti.
Circa le quote nella successione legittima, se il de cuius era sposato, l’eredità va al coniuge e ai figli.
Solo in mancanza dei figli, subentrano nell’asse ereditario i genitori ed i fratelli.
Se chi è sposato non aveva figli, l’eredità spetta ai genitori, che non possono essere esclusi nel testamento, in qualità di legittimari di secondo grado.
In mancanza di figli, ai genitori è sempre riservata la quota di legittima pari ad 1/3 dell’eredità, oppure nella misura di ¼ se a concorrere con loro all’eredità sono presenti anche i fratelli del de cuius.
Nel caso di genitori premorti al de cuius, i figli in qualità di nipoti, possono agire in rappresentazione dell’erede premorto.
In tal modo è consentito loro di subentrare nella quota che sarebbe spettata all’erede, non in condizione di accettare l’eredità.
La rappresentazione ereditaria è consentita anche quando l’erede legittimo non ha voluto, o potuto, accettare l’eredità.
Tale ipotesi può ricorrere anche perché l’erede è soggetto ad amministrazione di sostegno, o interdetto.
Quando si ha la successione legittima dei fratelli?
L’eredità tra fratelli nella successione legittima o testamentaria spesso comporta liti ereditarie, pertanto è fondamentale affidarsi ad un avvocato esperto in eredità e successioni.
La successione legittima dei fratelli si ha in due casi:
- quando chi muore non lascia moglie o marito, né figli, né genitori ed ascendenti, ai sensi dell’articolo 570 del codice civile
- quando i fratelli concorrono con i genitori del defunto, ma ai genitori spetta la metà, ai sensi dell’articolo 571 del codice civile.
Bisogna tenere conto che i fratelli non rientrano nella categoria dei legittimari.
Pertanto i fratelli possono essere esclusi dall’eredità nel testamento del proprio fratello, o della propria sorella.
Eredità tra fratelli di cui uno morto prima dell’apertura della successione
Nell’eredità tra fratelli di cui uno morto prima del de cuius, si presenta una situazione, quella dell’erede premorto, prevista e regolata dal codice civile.
I nipoti, cioè i figli del fratello, o della sorella premorta, subentrano nella quota ereditaria in rappresentazione del loro genitore.
Pertanto, nell’eredità tra fratelli, di cui uno morto, i chiamati all’eredità sono anche i nipoti del de cuius, aprendosi l’eredità verso i nipoti.
I figli del fratello premorto, qualora esclusi, possono rivendicare i loro diritti per effetto della rappresentazione ereditaria.
I tempi della successione legittima tendono ad allungarsi quando l’asse ereditario non è composto da soli legittimari e sorgono contrasti per le quote ereditarie.
Successione legittima: eredità tra fratelli germani e unilaterali
Con la riforma sulla filiazione tutti i figli sono riconosciuti uguali dal nostro ordinamento giuridico per il diritto di famiglia.
Nel diritto ereditario, però, resta una distinzione importante, relativamente le modalità di partecipare all’eredità, tra figli germani ed unilaterali.
Infatti, ai sensi dell’articolo 570 del codice civile, fratelli e sorelle unilaterali conseguono la metà della quota ereditaria che spetta ai fratelli ed alle sorelle germani.
Occorre chiarire che i fratelli germani sono quelli che hanno in comune sia il padre che la madre.
Mentre i fratelli unilaterali, invece, hanno in comune solo un genitore.
Pertanto, mentre i figli naturali ed i figli legittimi hanno diritto alle stesse quote sull’eredità, lo stesso discorso non vale per fratelli e sorelle unilaterali.
Ciò in virtù della diversa intensità del vincolo di parentela presunto nel diritto successorio.
Successione legittima: eredità e comunione dei beni
Quando i coniugi sono sposati in regime di comunione dei beni e si apre l’eredità solo la metà del patrimonio del de cuius cade in successione ereditaria.
La comunione dei beni si scioglie con la morte del proprio marito, o della propria moglie.
Diverso è il discorso dello scioglimento della comunione ereditaria, essendo gli eredi ciascuno proprietario per l’intero della quota loro attribuita per legge.
Poiché il coniuge superstite è già titolare del 50% del patrimonio del coniuge deceduto, soltanto l’altro 50% cadrà in successione ereditaria.
Rientrano nella comunione dei beni tutti gli acquisti compiuti dai coniugi insieme, o separatamente, durante il matrimonio.
La comunione dei beni nell’eredità riguarda anche le aziende gestite da entrambi i coniugi costituite dopo il matrimonio.
Oltre agli utili e gli incrementi delle aziende gestite da entrambi i coniugi costituite prima del matrimonio.
Restano esclusi dalla comunione legale i beni che i coniugi possedevano prima del matrimonio.
Non rientrano in comunione dei beni anche i beni ricevuti dopo il matrimonio: donazioni, eredità, somme ottenute a titolo risarcimento danni, beni per l’esercizio della professione.
Diritto abitativo del coniuge superstite
Il diritto abitativo del coniuge superstite non può essere mai impedito, né escluso neanche per disposizione testamentaria, in base all’art. 540 del codice civile.
Il diritto abitativo del coniuge superstite spetta anche al coniuge separato cui non è stata addebitata la separazione, poiché solo con il divorzio si rompe il vincolo successorio.
La casa coniugale caduta in eredità, tuttavia, ove vi sia l’accordo di tutti gli eredi, può essere venduta nell’ambito della divisione ereditaria.
La quota del ricavato della vendita del coniuge assegnatario sarà maggiore rispetto a quella degli altri eredi, in virtù del valore da attribuire al diritto di abitazione.
Il valore del diritto di abitazione tiene conto dell’età del coniuge superstite e, ai fini del calcolo del suo valore, è equiparabile all’usufrutto.
Quote ereditarie nella successione legittima
Per comprendere quali sono le quote degli eredi quando non è stato redatto testamento, bisogna tenere conto che i diritti dei discendenti prevalgono sui diritti degli ascendenti.
Nella successione legittima l’eredità spetta al coniuge e ai discendenti.
A seguire, in mancanza dei figli, subentrano gli ascendenti, quindi i collaterali e gli altri parenti, secondo le regole stabilite dagli articoli 565 e seguenti del codice civile.
Così, quando chi muore non lascia prole, genitori, o altri ascendenti, a succedere nell’asse ereditario sono i fratelli e le sorelle in parti uguali.
I fratelli e le sorelle unilaterali, invece, ricevono la metà della quota che ricevono i germani.
Al padre e alla madre succedono i figli, in parti uguali, ai quali sono equiparati i figli adottivi.
Quando i figli concorrono con il coniuge, il coniuge ha diritto alla metà dell’eredità, se alla successione contribuisce un solo figlio.
Nel caso in cui i figli sono più di uno, il coniuge ha diritto ad un terzo del patrimonio ereditario.
A colui che muore senza lasciare prole, né fratelli, né sorelle, né loro discendenti, succede in parti uguali il padre e la madre, o il genitore superstite.
Se gli antenati non sono dello stesso rango, l’eredità viene trasmessa al parente più prossimo, indipendentemente dalla linea.
In mancanza di parenti del defunto l’eredità giacente, si devolve allo Stato.
Tabella della successione legittima
EREDI SUPERSTITI | QUOTA DI EREDITA’ |
Coniuge (in mancanza di figli, genitori e fratelli) | Tutta l’eredità |
Uno, o più figli (in mancanza del coniuge) | Intera eredità (da dividere in parti uguali) |
Coniuge e un solo figlio (gli altri parenti non hanno alcun diritto all’eredità) | 1/2 al coniuge e 1/2 al figlio |
marito o moglie e due o più figli (gli altri parenti non hanno alcun diritto all’eredità) | 1/3 al consorte e 2/3 ai figli |
marito o moglie e fratelli (solo se mancano discendenti e ascendenti: figli e genitori) | 2/3 al consorte e 1/3 ai fratelli |
Consorte e genitori (in mancanza di figli e fratelli) | 2/3 al coniuge e 1/3 ai genitori |
Consorte, fratelli e genitori (in mancanza di discendenti) | 2/3 al coniuge e 1/3 ai genitori e fratelli (ai genitori spetta almeno 1/4) |
Fratelli e genitori (in mancanza di coniuge e figli) | 1/2 ai genitori e 1/2 ai fratelli |
Nipoti (in mancanza di altri eredi: coniuge, ascendenti, discendenti, fratelli) | L’eredità si divide in parti uguali |
Cugini (in mancanza di altri eredi: coniuge, ascendenti, discendenti, fratelli, nipoti) | La massa ereditaria si divide in parti uguali |
In mancanza di eredi e parenti prossimi entro il sesto grado, l’eredità si devolve allo Stato.
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