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Tabella Unica Nazionale del danno non patrimoniale

La Tabella Unica Nazionale del danno non patrimoniale

Avvocato Infortunistica Stradale

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Agenzia Parlamentare, 5 marzo  2025 

L’Avvocato Gianluca Sposato parla delle novità introdotte con la Tabella Unica Nazionale delle Lesioni di Non Lieve Entità.

Dal 5 marzo 2025 entra in vigore la Tabella Unica Nazionale per la determinazione del risarcimento delle macro lesioni, ovvero delle lesioni fisiche permanenti pari o superiori a 10 punti di danno biologico.

Questa novità introduce importanti cambiamenti nei criteri di liquidazione del risarcimento danni, con una riduzione dei valori liquidatori rispetto al passato ed in particolare alla Tabelle di calcolo del danno biologico del Tribunale di Roma.

Vediamo  come opera la riduzione del “valore punto” del danno biologico ed i nuovi criteri del risarcimento del danno non patrimoniale.

Come avviene la liquidazione del danno non patrimoniale con la Tabella Unica Nazionale?

Con la nuova Tabella Unica Nazionale, il valore base del punto di partenza per le invalidità permanenti delle macro lesioni è equiparato a quello delle micro lesioni ed è fissato in euro 947,30.

Con la Tabella Unica Nazionale la liquidazione del danno non patrimoniale varierà in funzione di tre fattori principali:

  1. Grado di Invalidità Permanente

Il valore del punto di invalidità permanente aumenta proporzionalmente alla gravità del danno biologico accertato, attraverso un coefficiente moltiplicatore biologico.

  1. Età del Danneggiato

Il valore del risarcimento diminuisce all’aumentare dell’età del danneggiato, in funzione delle aspettative di vita, attraverso un coefficiente demoltiplicatore demografico.

  1. Danno Morale

Il danno morale non viene più liquidato automaticamente ma può essere personalizzato in base alla sofferenza effettivamente subita, che dovrà essere dimostrata attraverso quattro parametri: nessuno, minimo, medio e massimo.

Il risarcimento del danno non patrimoniale potrà, dunque, essere aumentato tramite un moltiplicatore morale con tre livelli di intensità.

E’ previsto un valore minimo, medio e massimo, a discrezione del giudice, con incrementi che vanno dal 25% al 55% del valore del danno biologico.

Personalizzazione del Danno Morale

Con la nuova Tabella Unica Nazionale, la determinazione del danno morale cambia radicalmente.

Non sarà più automaticamente calcolato in base al danno biologico, ma dovrà essere dimostrato caso per caso.

Questa modifica cambia significativamente le richieste di risarcimento, rendendo necessaria documentazione dettagliata che attesti la sofferenza subita dal danneggiato.

E’ possibile leggere l’articolo completo sul sito dell’Agenzia parlamentare:

Ecco la Tabella Unica nazionale delle Macro Lesioni 

 

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Risarcimento del Danno

Danno riflesso

Danno riflesso

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Il danno riflesso è una tipologia di danno che colpisce indirettamente soggetti terzi rispetto alla vittima diretta di un fatto illecito.

Si verifica quando una persona subisce un pregiudizio a causa del danno subito da un suo familiare con cui ha un particolare legame affettivo.

I danni riflessi si manifestano in casi di incidente stradale mortale, malasanità o atti illeciti che causano la sofferenza, o morte di una persona cara.

In questo articolo spiego cosa è il danno riflesso, a chi spetta, come si quantifica in termini di risarcimento e cosa bisogna fare per ottenerlo.

Cosa è il danno riflesso?

Il danno riflesso, o danno da rimbalzo, è una voce autonoma di danno alla persona che spetta ai familiari del danneggiato, per le conseguenze e ripercussioni che l’illecito provoca alla loro salute ed esistenza.

Si distingue dal danno diretto perché non è subìto immediatamente dalla vittima dell’illecito, ma da soggetti terzi che ne risentono in modo significativo.

I danni riflessi sono quei danni che traggono origine da un fatto illecito compiuto verso un proprio familiare, le cui ripercussioni causano sofferenza e sconvolgimento delle abitudini di vita.

Pensiamo alle lesioni stradali gravi, o gravissime, che hanno provocato paraplegia al proprio coniuge, figlio, genitore, o fratello ed alle conseguenze in termini di danno esistenziale.

Un danno di tale intensità ha ripercussioni anche sul nucleo familiare del danneggiato che ha diritto al risarcimento del danno  che si riflette nella loro sfera personale ed esistenziale.

Chi ha diritto al danno riflesso?

Hanno diritto al risarcimento del danno riflesso i familiari del danneggiato che hanno riportato un autonomo danno morale, o un danno biologico suscettibile di accertamento medico legale.

Il giudice valuta caso per caso se esiste un rapporto affettivo o economico solido tra la vittima primaria e il familiare che richiede il risarcimento.

Il calcolo del danno viene effettuato in base alle Tabelle del Tribunale di Roma, rientrando questa tipologia di pregiudizio sofferto nella più ampia concezione dei danni morali.

La Tabella del Tribunale di Roma segue un sistema a punti tanto per il danno  soggettivo, quanto per lo sconvolgimento della vita.

I valori, aggiornati al 2025, prevedono per ogni punto euro 3.474,00 che si riduce ad euro 2.450,00 in presenza di diritto di assistenza, o indennità da parte dello Stato.

La Tabella prevede 20 punti di partenza per genitori, coniuge, convivente e 15 punti per i figli; non vengono menzionati i fratelli che, tuttavia, possono essere assimilati ai conviventi. 

Sono, poi, previsti ulteriori punti in aumento in base alla giovane età del danneggiato e del parente, da sommarsi al punto base.

Come per il danno da morte, o danno tanatologico, viene riconosciuta importanza ed attribuito valore a parametri quali la convivenza e mancanza di altri parenti nel nucleo familiare.

Quando spetta il danno riflesso ai familiari del danneggiato?

Il danno riflesso, secondo l’orientamento della Cassazione, spetta in presenza di lesioni permanenti superiori al 36% di invalidità totale.

Il danno morale ed esistenziale deve essere provato e documentato dai familiari che ne fanno richiesta.

Questo perché i danni riflessi sono danni conseguenza e non danno evento e non spettano automaticamente per il solo e semplice accadimento dell’illecito, sebbene possono comportare anche una malattia qualificabile come danno biologico.

Il danno morale per la sofferenza in relazione alle lesioni gravi di un proprio caro,  dunque, va sempre provato.

Così per fare un  esempio al figlio di 28 anni che vede il padre di 36 anni costretto in sedia a rotelle per un incidente stradale vengono riconosciuti 32 punti pari ad euro 189.568,00.

Tale conteggio  tiene conto di euro 111.168,00 per il danno soggettivo ed euro 78.400,00 per lo sconvolgimento vita, ove il danneggiato sia percettore di indennità di accompagno.   

Come si calcola il danno riflesso?

Il calcolo del danno morale per la sofferenza dovuta ad un evento traumatico, come può essere l’amputazione di un arto a seguito di un sinistro stradale, non è una operazione automatica.

In tema di risarcimento del danno non patrimoniale per il danno biologico, inteso come danno alla salute si applica la Tabella Unica Nazionale delle lesioni di non lieve entità.

I danni riflessi, il danno da perdita parentale. il danno morale, il danno esistenziale, non rientrano in questo ambito valutativo, poiché non sono suscettibili di accertamento medico legale.

In tema di danni riflessi bisogna, pertanto, distinguere:

1. danno morale riflesso che si verifica quando la sofferenza psicologica per la perdita o la grave menomazione di un familiare influisce sulla qualità di vita del richiedente.

2. danno biologico riflesso: quando il dolore per la condizione della vittima principale provoca una patologia psicofisica certificata nel familiare, come depressione o disturbi post-traumatici.

3. danno patrimoniale riflesso: quando l’illecito causa un danno economico indiretto, come la perdita di un reddito familiare dovuto alla morte o all’invalidità della vittima.

Il calcolo del danno riflesso, dunque, dipende da caso a caso e la relativa quantificazione deve tenere conto di tutte le sofferenze e ripercussioni sulla subìte dal richiedente.

Come provare il danno riflesso dei familiari?

Provare ed ottenere il risarcimento per i danni  da rimbalzo non è semplice in  quanto bisogna dimostrare:

  1. il nesso causale tra l’illecito subito dalla vittima principale e il danno sofferto dal soggetto terzo.
  2. il legame affettivo o economico con la vittima primaria.
  3. l’esistenza e quantificazione del pregiudizio subito, attraverso documentazione medica, perizie psicologiche e documentazione reddituale.

L’assistenza di un avvocato esperto in risarcimento danni e diritto delle assicurazioni è fondamentale per valutare il caso e quantificare il risarcimento spettante.

In tema di lesioni conseguenti a sinistro stradale, il danno iure proprio subito dai congiunti della vittima non è limitato al solo totale sconvolgimento delle loro abitudini di vita.

Il danno riflesso può consistere anche in un patimento d’animo o in una perdita vera e propria di salute.

Questi pregiudizi possono essere dimostrati per presunzioni, fra le quali assume rilievo il rapporto di stretta parentela esistente fra la vittima ed i suoi familiari.

Il grado di parentela fa ritenere, secondo un criterio di normalità sociale, che  i familiari soffrano per le gravissime lesioni riportate dal loro prossimo congiunto (Cassazione n. 35663 del 20 dicembre 2023).  

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Diritto Ereditario

Testamento erede universale

Testamento erede universale

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Nel caso di testamento con erede universale che istituisce un unico erede ed esclude i legittimari, cosa bisogna fare?

L’erede universale, nella successione testamentaria, incontra i limiti delle quote riservate ai legittimari, i quali sono chiamati ad esperire l’azione di riduzione per acquisire la qualità di eredi e chiedere la reintegra nella quota pretermessa.

L’argomento è tra i più controversi e delicati della materia successoria, con implicazioni di carattere familiare e patrimoniale che richiedono sempre assistenza legale altamente specializzata per tutelare appieno i propri diritti.

In questo articolo affronto il tema dell’erede universale e le problematiche cui si va incontro quando ci sono eredi legittimi esclusi nel testamento.

Nella mia lunga esperienza di Avvocato esperto in diritto ereditario, chiarisco cosa dice la legge quando si devono affrontare situazioni che comportano ingiustizie nella famiglia, all’apertura della successione.

Chi è l’erede universale?

L’erede universale è colui che subentra in tutti i beni e diritti del defunto, compresi i debiti, quando ciò è previsto nel testamento o, in caso di unico erede, nella successione legittima 

Nella successione testamentaria, l’erede universale è espressamente designato dal testatore, che conferisce al beneficiario nel testamento la totalità del suo patrimonio.

L’accettazione di eredità può avvenire puramente e semplicemente o, ai sensi dell’art. 470 del codice civile, col beneficio di inventario per separare il proprio patrimonio da quello del defunto e non rispondere dei debiti oltre il valore dell’eredità. 

Quando c’è un solo erede a cui è devoluto l’intero patrimonio ereditario, il chiamato all’eredità subentra nell’universalità dei beni del defunto.

Erede universale in presenza di legittimari

L’erede acquisisce l’intero patrimonio dell’eredità, assumendo la titolarità di tutti i diritti e obbligazioni del de cuius, senza dovere concorrere con altri eredi.

Tuttavia, non sempre può darsi piena attuazione alla volontà del de cuius, ma è fatta salva la quota di legittima riservata ai legittimari.

Il successore universale, in presenza di legittimari, incontrerà sempre il limite di  dovere concorrere con gli altri eredi, subentrando necessariamente in una quota indivisa nell’eredità, fintanto non interviene la divisione ereditaria.

Differentemente dal legatario, istituito con legato testamentario, che subentra a titolo particolare in una specifica determinazione attribuitagli e non risponde di debiti ereditari.

Come si diventa erede universale?

Si diventa erede universale, sostanzialmente in  due modi: nella successione legittima se non vi sono altri eredi, oppure nella successione testamentaria quando viene designato un unico erede.

Nella successione ereditaria può esserci un solo erede perché non ci sono altri eredi legittimi.

Ciò si verifica, nella successione legittima, per il figlio unico di un genitore, o per il coniuge senza figli quando mancano gli ascendenti e nessuno può agire in rappresentazione ereditaria.

Oppure, nella successione testamentaria, si può essere istituito unico erede, quando il de cuius ha devoluto l’intera eredità nel testamento ad una sola persona.

I problemi maggiori si riscontrano quando è pretermessa la quota dei legittimari con un testamento con erede universale, che la legge consente seppur con i limiti e problemi che spesso ne derivano.

Tuttavia, bisogna tenere presente che la quota disponibile del testatore non può mai essere superiore ad 1/3 del valore dell’ eredità.

Sebbene l’erede universale con l’accettazione esclude gli eredi pretermessi, fintanto questi non ottengano la reintegra nell’eredità  con l’azione di riduzione che va sempre trascritta onde evitare vendite fraudolente.

Infatti il Notaio, come Pubblico Ufficiale, deve trascrivere il testamento e volturare i beni immobili a favore dell’erede universale che ne faccia richiesta, dando  atto  dell’atto di provenienza.

L’erede universale, pertanto, incontra limiti a tutela degli eredi pretermessi ove non rispetti le quote dei legittimari con atti fraudolenti e compravendita con lesione di legittima.

Testamento olografo con erede universale

La nomina di un unico erede può avvenire per testamento pubblico, testamento segreto, o con testamento olografo.

I problemi del testamento olografo sono riconducibili a vizi di forma, o sostanziali, oltre che per ipotesi di violenza, o dolo.

Il testamento che pretermette altri eredi, ad esclusione di cause di indegnità a succedere, può essere impugnato nel termine ordinario di 10 anni dagli eredi esclusi.

Il testatore, infatti, sebbene la legge gli attribuisce pieni poteri e consente di nominare un solo erede, deve rispettare le quote ereditarie con e senza testamento.

Se, con l’istituzione dell’erede universale, le quote ereditarie riservate ai legittimari non sono state rispettate, il testamento si considera valido nei limiti della quota disponibile.

Infatti l’art. 554 del codice civile stabilisce che le disposizioni testamentarie che eccedono la quota disponibile del testatore sono soggette a riduzione nei limiti della quota stessa.

Per ricostruire la massa ereditaria, che è costituita dal relictum e dal donatum, bisogna imputare all’eredità, per effetto della collazione, tutti i beni ricevuti in vita dal testatore.

Pertanto, è necessario esaminare il rapporto tra donazioni ed eredità e verificare che l’istituzione di un solo erede nel testamento non sia l’effetto di una disposizione volta a riequilibrare il rapporto tra eredi.

Nomina di un unico erede e lesione di legittima

In tema di successioni ereditarie la nomina di un unico erede nel testamento, quando causa lesione di legittima, da luogo a differenti problemi, non  sempre di  facile soluzione.

Oltre a ripercuotersi nel vissuto familiare, i risvolti economici rappresentano una preoccupazione che deve essere affrontata con l’aiuto di un avvocato specializzato in diritto ereditario per l’impugnazione del testamento.

Infatti, se l’erede universale pubblica il testamento, il Notaio deve dare esecuzione alle disposizioni ivi contenute, anche se lesive della quota di legittima di altri eredi.

In questo caso, gli eredi pretermessi dovranno agire d’urgenza, chiedendo un sequestro conservativo cautelare per evitare il trasferimento degli immobili ereditati a terzi.

Ciò, tuttavia, non è possibile fintanto non viene esperita l’azione di riduzione ed acquisita la qualità di erede mediante accettazione dell’eredità.

Ferma restando l’importanza dell’assistenza nella mediazione obbligatoria in materia ereditaria, nel caso del testamento con erede universale che  estromette i figli, o il coniuge, per conseguire un accordo tra eredi. 

Impugnazione del testamento con erede universale

L’impugnazione del testamento che istituisce un unico erede è l’unica strada per gli eredi pretermessi, quando sia la trattativa, che la mediazione civile non hanno portato ad un accordo di reintegra tra eredi.

Infatti il testamento quando lede i diritti dei legittimari può essere impugnato.

Il testatore può disporre sempre di ¼ del suo patrimonio, ma non può eccedere per liberalità la quota disponibile che la legge gli riconosce.

Gli atti di liberalità che eccedono la quota disponibile del de cuius sono soggetti  all’azione di riduzione, che si prescrive nel termine ordinario di 10 anni.

L’azione di  riduzione delle disposizioni del testamento è subordinata all’esperimento della mediazione obbligatoria in materia ereditaria, condizione di procedibilità per impugnare il testamento con erede universale.

Testamento con erede universale e compravendita immobiliare

Se un testamento nomina un erede universale e non vi sono legittimari (coniuge, figli, o genitori), la successione si svolge senza particolari ostacoli, soprattutto se il testamento è pubblico.

Tuttavia, se il testamento esclude i legittimari, la situazione si complica e bisogna affidarsi ad un un Avvocato esperto diritto ereditario, per evitare che possano insorgere dispute ereditarie.

Gli eredi legittimari pretermessi, quando non si raggiunge un accordo divisorio con l’erede universale devono impugnare il testamento, dando il via spesso a contenziosi legali su più fronti.

Una volta pubblicato il testamento, l’erede universale può volturare gli immobili a suo nome, ma deve provvedere al pagamento delle imposte di successione.

La compravendita immobiliare di beni dell’erede universale che non rispetta le quote dei legittimari determina responsabilità per il Notaio che deve effettuare le ricerche e informare i compratori.

Occorre sempre verificare la validità del testamento anche sul piano sostanziale e, dunque, la presenza di legittimari esclusi, per evitare il rischio di revoca della compravendita immobiliare.

Cosa fare in presenza di un testamento con erede universale?

In presenza di un testamento che istituisce un unico erede escludendo i legittimari si deve verificare la validità del testamento con un Avvocato esperto in successioni ereditarie e materia testamentaria.

L’Avvocato esperto in eredità, una volta accertato che non vi siano legittimari pretermessi, per evitare impugnazione del testamento, assiste l’erede in tutte le attività volte al conseguimento della quota ereditaria.

Nel caso di eredi legittimi esclusi dal testamento, la soluzione ideale è raggiungere un accordo con l’erede universale per evitare azioni legali volte a conseguire la reintegra nell’eredità.

L’ erede universale potrebbe potrebbe compiere atti fraudolenti con la compravendita di immobili pervenuto dall’eredità e rischi di vario genere in ordine alla titolarità del bene.

In queste situazioni, particolarmente delicate, la scelta dell’Avvocato specializzato in  diritto ereditario è fondamentale per tutelare i propri diritti, per questo è bene rivolgersi ad un professionista di spessore con esperienza.

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Infortunistica Stradale

Incidente con camion e tir

Incidente stradale con camion e tir

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Dal 1949, lo Studio Legale Sposato, è un riferimento nazionale nella responsabilità civile legata alla circolazione stradale.

L’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali, si occupa personalmente dei casi di gravi incidenti con camion e tir, garantendo assistenza completa per ottenere il giusto risarcimento.

Gli incidenti con camion e tir rientrano nelle normative del codice civile e del codice delle assicurazioni private, con possibili implicazioni penali.

In questo articolo trovi tutte le informazioni utili sugli incidenti stradali che coinvolgono camion e tir e i consigli pratici per proteggere i tuoi diritti risarcitori.

Rischi e pericoli negli incidenti con mezzi pesanti

I camion vengono utilizzati quotidianamente per il trasporto merci su strada, anche con condizioni metereologiche avverse, con pericolo per la guida.

Gli incidenti con mezzi pesanti  possono mettere a rischio la vita degli utenti della strada, provocando lesioni stradali gravissime e omicidio stradale.

Le conseguenze gravi degli incidenti con camion sono da rinvenire nel peso e dimensioni di questi mezzi, tali da provocare urti violentissimi con veicoli più piccoli.

La stanchezza alla guida e la violazione del Codice della Strada, per eccesso di velocità e sorpasso non consentito, provocano incidenti in cui non è facile determinare le responsabilità.

Per tale ragione è fondamentate affidarsi ad avvocati esperti in incidenti stradali, verificando l’iscrizione nell’Albo degli Avvocati, il curriculum e l’esperienza maturata.

Come comportarsi negli incidenti stradali con camion e tir

L’incidente stradale con camion, mezzo autoarticolato, autocarro, o tir si verifica quando un mezzo pesante rimane coinvolto in un incidente stradale.

L’incidente con tir può verificarsi per mancato arresto del mezzo, provocando un tamponamento a catena.

Lo scontro frontale per invasione dell’opposta corsia di marcia e lo scontro laterale durante il sorpasso, sono frequenti nelle strade extra urbane.

Il sinistro stradale di camion e tir con autovettura, o motociclo, comporta danni fisici gravissimi per le persone coinvolte e purtroppo, spesso, decesso nell’ incidente stradale.

Gli incidenti tra autovettura e camion sono tra le prime cause di incidente stradale mortale per il peso dei mezzi articolati, che schiacciano le autovetture con lo scontro.

In questi casi non è semplice sapere come ci si deve comportare per non pregiudicare i propri diritti ed evitare inquinamento di prove nelle indagini penali.

Per tale ragione è fondamentale rivolgersi ad un avvocato esperto in incidenti stradali che operi in ambito nazionale e possa partecipare alla ricostruzione dell’incidente stradale. 

Cause degli incidenti stradali con camion e tir

La stanchezza alla guida degli autotrasportatori, costretti a guidare di notte, è tra le prime cause di incidenti per colpi di sonno.

Lo sbandamento autoarticolato con invasione della corsia opposta di marcia, può essere dovuto a diversi fattori.

Condizioni atmosferiche avverse come pioggia, nebbia, neve o grandine, riducendo la visibilità e rendendo le strade scivolose, aumentano il rischio di provocare omicidio stradale.

Raffiche di vento, velocità e sovraccarico aumentano il rischio di sbandamento e perdita di controllo del camion, rendendo difficile una frenata tempestiva.

Le cause degli incidenti stradali che coinvolgono camion, tir e, soprattutto nei centri urbani autocarri e furgoni, sono sempre da rinvenire nella violazione del Codice della Strada.

La distrazione per uso del cellulare alla guida, il mancato rispetto limiti di velocità e l’inosservanza del divieto di sorpasso sono le principali cause di responsabilità dei conducenti.

Nei casi di incidente con camion, autocarro,  furgone e tir, in caso di feriti, è necessario chiamare ambulanza e Forze dell’Ordine, rilasciando la propria testimonianza sull’incidente. 

Incidente stradale mortale con camion e tir

In Italia ogni anno sono oltre 100 gli incidenti stradali mortali causati da camion.

Il trasporto merci su gomma è molto diffuso e i numeri di morte per incidente stradale aumentano durante i periodi di maggiore affluenza su strada di autovetture,  festività ed esodo estivo.

Nel 2023 sono state 112 le persone decedute che viaggiavano a bordo di un autocarro.

Se oltre il 90% dei conducenti di un mezzo pesante esce incolume da un incidente stradale, non altrettanto può dirsi per chi si trova alla guida, o a bordo, delle autovetture coinvolte.

Le cause dell’incidente mortale con camion sono: perdita di controllo del camion, ribaltamento, tamponamento laterale durante il sorpasso, ostacoli presenti lungo la strada non segnalati.

I familiari che hanno diritto al risarcimento del danno da perdita parentale per  l’incidente stradale causato da camion sono: il coniuge, i figli, i genitori ed i fratelli della vittima.

Gli importi che spettano ai familiari per risarcimento vittime della strada si calcolano con le Tabelle del Danno da Morte del Tribunale di Roma.

Gli importi dovuti per l’uccisione di un familiare in un incidente stradale variano a seconda della convivenza, o meno, con la vittima e del legame affettivo familiare.

Per approfondire l’argomento relativo agli importi che spettano per l’uccisione di un familiare in un incidente stradale, si rimanda all’articolo: risarcimento agli eredi per il danno da morte.

Risarcimento incidente stradale con camion

Chi ha riportato danni fisici ed i familiari di chi è morto nell’incidente devono fare richiesta di risarcimento danni alla compagnia assicurativa del colpevole.

L’azione per il risarcimento danni causati da circolazione di veicoli si prescrive in due anni, per i danni materiali.

L’articolo 2947 del codice civile consente un termine di prescrizione più lungo, stabilendo che il diritto al risarcimento del danno derivante da fatto illecito deve essere azionato entro cinque anni.

Per provare la responsabilità di chi ha causato l’incidente ed ottenere il risarcimento dei danni è necessario, prima di tutto, esaminare il verbale di incidente.

Per il risarcimento delle lesioni stradali occorre documentare il danno biologico con certificazione medica.

La normativa applicabile all’incidente stradale con camion è quella dell’articolo 148 del Codice delle Assicurazioni Private, tenuto conto dell’entità dei danni fisici causati da questa tipologia di incidenti.

Il risarcimento danni fisici incidente stradale riguarda il danno non patrimoniale, il danno biologico, il danno morale  ed il danno esistenziale.

A parte deve essere valutato il danno patrimoniale, sia come danno emergente che come lucro cessante.

Oltre alla perdita della capacità lavorativa, come diretta conseguenza dell’incidente stradale e relativo  apporto  al proprio nucleo familiare.

Accertamento della colpa negli incidenti con camion e tir

Per il risarcimento del danno si deve procedere all’accertamento della colpa dell’incidente stradale.

A tal fine è fondamentale individuare il responsabile dell’incidente stradale e la violazione delle norme del Codice della Strada.

Nei danni da circolazione stradale chi non ha causato l’incidente e ha riportato  lesioni stradali ha diritto al risarcimento per l’incidente stradale.

Il passeggero terzo trasportato ha sempre diritto al risarcimento dei danni per l’incidente stradale, indipendentemente dal responsabile.

Negli incidente a pedoni, causati da autocarri e mezzi pesante, occorre fornire la prova che la responsabilità è dell’investitore.

In caso di fuga del responsabile, nell’incidente con auto pirata, il risarcimento può essere richiesto al Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada.

Avvocato per incidente stradale con camion

Data la complessità degli incidenti stradali con camion e tir è necessario rivolgersi a un avvocato specializzato in incidenti stradali.

L’Avvocato esperto in incidenti stradali con camion e tir deve essere necessariamente specializzato nel  diritto delle assicurazioni e risarcimento danni.

L’infortunistica stradale è un settore in cui è frequente fare scelte sbagliate per tutelare i propri diritti nel caso di sinistro stradale mortale, o con feriti gravi.

Gli incidenti stradali con tir e camion spesso sono incidenti stradali multipli che richiedono l’intervento di un ingegnere cinematico per la ricostruzione dell’incidente stradale.

Ciò al fine di determinare le condotte di guida, le cause dell’incidente, il punto di impatto e la velocità dei mezzi coinvolti.

L’Avvocato Gianluca Sposato è considerato il migliore avvocato per risarcimento danni incidenti stradali in ambito nazionale.

Segue personalmente solo casi relativi ad incidenti stradali mortali ed incidenti stradali che hanno provocato lesioni stradali gravi e gravissime in tutta Italia senza richiedere anticipo spese.

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Diritto Ereditario

Accettazione eredità

Accettazione eredità

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Cosa è l’accettazione di eredità? 

L’accettazione d’eredità è un negozio giuridico unilaterale non ricettizio per mezzo del quale l’erede acquista il diritto all’eredità, con effetto dal giorno dell’apertura della successione ereditaria.

In quanto negozio puro, l’accettazione è irrevocabile nel senso che una volta accettata non vi si può rinunciare ed il relativo diritto di accettare si prescrive nel termine di 10 anni.

L’accettazione presuppone l’apertura della successione, che coincide con la morte del de cuius, momento in cui avviene la separazione dei diritti dal suo titolare.

Da questo momento si aprono le fasi del procedimento successorio con l’apertura della successione, la delazione dell’eredità, distinta dalla vocazione e l’acquisto dell’eredità.

Le fasi dell’accettazione di eredità: delazione e vocazione

La delazione coincide temporalmente con l’apertura della successione e altro non è che l’effettiva chiamata dell’erede, il quale solo da questo momento può fare valere i propri diritti.

La delazione ereditaria consiste nell’offerta del patrimonio del defunto al chiamato alla successione, che ha la possibilità effettiva di acquistarla con l’accettazione.

Prima di tale momento il potenziale successore, pur se erede necessario e, dunque legittimario, non può vantare alcun diritto sul patrimonio del de cuius.

La vocazione ereditaria, invece, fa riferimento al titolo che è alla base della delazione, come designazione del successibile.

Costituendo il titolo, o fondamento giuridico, la vocazione prende concretezza e vita nella delazione, che è l’effettiva chiamata.

Ai sensi dell’articolo 457 del codice civile, la vocazione e, dunque, la chiamata all’eredità si ha per legge, o per testamento.

A seconda dei casi si  apre la successione legittima, o la successione testamentaria.

Come si fa l’accettazione di eredità?

L’eredità non si trasmette automaticamente agli eredi.

Per acquisire la qualità di erede è necessario manifestare la volontà di accettare l’eredità.

L’accettazione presuppone la volontà di accettare che deve manifestarsi con atti  concludenti secondo le forme previste dalla legge, come nel caso dell’ accettazione beneficiata.

Nelle successioni ereditarie per accettazione d’eredità si intende la manifestazione di volontà dell’erede a subentrare nei rapporti giuridici, attivi e passivi, del de cuius.

La qualità di erede si distingue da quella del legatario, poiché l’erede subentra a titolo universale nei rapporti giuridici del defunto, dunque anche nei suoi debiti.

Nel legato testamentario, invece, la successione è a titolo particolare ed il legatario è esente da debiti ereditari.

Dati i tecnicismi presenti nel settore del diritto successorio, per gli eredi è sempre raccomandabile rivolgersi ed essere assistiti in  tutte le fasi da un avvocato esperto in successioni ereditarie.

Entro quanto deve essere accettata eredità?

L’eredità deve essere accettata entro 10 anni.

Circa il termine di accettazione eredità, questo diritto va esercitato entro dieci  anni dall’apertura della successione.

Trascorso inutilmente questo termine, interviene la prescrizione ed il chiamato perde il diritto di subentrare nella qualità di erede.

Tuttavia, chiunque ha interesse può chiedere al Giudice di fissare un termine entro il quale il chiamato all’eredità deve dichiarare se accetta l’eredità, o vi rinuncia. 

L’accettazione ereditaria può avvenire in forma espressa, in forma pura, o con beneficio di inventario.

L’articolo 474 del codice civile, prevede anche l’accettazione in forma tacita, per atti concludenti, da cui si desume con certezza la volontà di accettare.

L’erede, subentrando a titolo universale, risponde dei debiti del defunto, anche oltre al valore dell’eredità, nel caso di accettazione senza il beneficio di inventario.

Accettazione espressa di eredità e accettazione tacita

L’accettazione dell’eredità può avvenire con la forma dell’ accettazione espressa, o dell’accettazione tacita.

Fintanto l’eredità non viene accettata resta in sospeso e si parla di eredità vacante, o di eredità giacente.

L’accettazione espressa si ha quando il chiamato all’eredità dichiara in un atto pubblico, o una scrittura privata, la propria accettazione, ovvero assume il titolo di erede.

L’accettazione espressa può avvenire nella Cancelleria del Tribunale dove si è aperta la successione, oppure presso un Notaio.

L’accettazione d’eredità tacita si ha, invece, quando il chiamato all’eredità compie atti concludenti che presuppongono la sua volontà di accettare, che non avrebbe il diritto di compiere, se non nella sua qualità di erede. 

Si ha accettazione tacita quando il chiamato si trova a qualsiasi titolo nel possesso effettivo dei beni ereditari, o anche di un solo bene del compendio, come nel caso di un membro della famiglia convivente del de cuius.

In questi casi la legge stabilisce che trascorsi tre mesi, senza un atto di rinuncia e senza che sia fatto l’inventario dei beni, il chiamato si intende erede puramente e semplicemente.

Dunque, per fare un  esempio: se io in quanto erede comunico la disdetta di un  contratto compio una accettazione tacita di eredità, ma se per compiere lo stesso  atto scrivo una lettera nella quale mi qualifico erede l’accettazione è espressa.

Ogni interessato può esperire l’actio interrogatoria per far fissare al giudice un termine entro il quale il chiamato dichiari se accetta, o rinuncia all’eredità.

Occorre, però, tener conto degli effetti della rinuncia all’eredità, in relazione alla possibilità per altri eredi legittimi  discendenti del rinunciante di agire in rappresentazione ereditaria.

Esempi di accettazione tacita di eredità

L’accettazione tacita di eredità si ha quando il chiamato compie atti che presuppongono necessariamente la sua volontà di accettare l’eredità.

In altre parole, si ha accettazione tacita ereditaria quando il chiamato all’eredità compie atti che non avrebbe il diritto di porre in essere, se non nella qualità di erede.

La denuncia di successione ed il pagamento delle imposte di successione non costituiscono accettazione tacita d’eredità, avendo carattere puramente fiscale.

Infatti la qualità di erede deve manifestarsi con un comportamento concludente.

Il comportamento concludente è ravvisabile, per esempio, nella proposizione dell’azione di divisione ereditaria, o nella risoluzione di un contratto concluso dalla persona defunta.

Anche il pagamento di debiti ereditari con denaro prelevato dall’asse ereditario costituisce accettazione tacita di eredità, al pari della riscossione da parte del chiamato di un assegno rilasciato al de cuius.

L’attività di costituzione in giudizio per far valere il proprio difetto di legittimazione deve intendersi, invece, come atto volto a testimoniare la volontà di non accettare l’eredità.

Diversamente dall’ intervento in giudizio del chiamato quale erede legittimo del de cuius, che costituisce manifestazione della volontà di erede finanche in caso di cancellazione dal ruolo della causa per inattività delle parti.

Accettazione dell’eredità con beneficio di inventario

Quanto agli effetti, l’accettazione d’eredità può essere pura e semplice, o con il beneficio di inventario.

Con l’accettazione pura e semplice si produce una confusione del patrimonio del defunto con quello dell’erede.

Così l’erede è tenuto e risponde per tutte le passività lasciate dal de cuius, anche oltre il compendio dell’eredità e, dunque, con il proprio patrimonio.

L’accettazione di eredità con beneficio di inventario, invece, consente al chiamato di evitare ogni pericolo in ordine alle conseguenze patrimoniali dell’acquisto della qualità di erede.

In tal modo la legge consente di impedire la confusione dei patrimoni, evitando la responsabilità ultra vires, limitando la responsabilità dell’erede entro i limiti di valore del patrimonio relitto dal de cuius.

Il favor legislativo dell’eredità beneficiata, enucleato nell’articolo 510 del codice civile, comporta che l’accettazione d’eredità con beneficio d’inventario fatta da uno dei chiamati all’eredità giova su tutti gli altri.

Ciò anche se l’inventario dei beni, che è sempre obbligatorio in presenza di minori, interdetti ed inabilitati è compiuto da un chiamato diverso da quello che ha presentato la denuncia di successione.

L’accettazione di eredità con beneficio di inventario è consigliabile in tutti i casi in  cui ci sono debiti ereditari, evitando in tal modo la confusione del patrimonio dell’erede con quello del de cuius.

Come si fa l’accettazione di eredità con beneficio di inventario?

L’accettazione di eredità con beneficio di inventario, ai sensi dell’art. 484 del codice civile va fatta da un Notaio, o presso la Cancelleria del Tribunale dove si è aperta la successione.

La dichiarazione di accettazione con riserva deve essere trascritta entro un mese per consentire la pubblicità.

Se non è stato già fatto l’inventario dei beni, nelle forme prescritte dal codice di procedura civile, si deve adempiere all’inventario entro il termine di 3 mesi.

In tal modo l’erede ha la garanzia di non essere obbligato a pagare i debiti del defunto oltre a quanto ha ricevuto in eredità.

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Infortunistica Stradale

La personalizzazione del danno

La personalizzazione del danno

La personalizzazione del danno

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L’Avvocato Gianluca Sposato, eletto da Top Legal migliore Avvocato nel Diritto delle Assicurazioni e risarcimento danni per incidenti stradali, spiega in maniera chiara cosa è e come opera la personalizzazione del danno.

Con la personalizzazione il giudice aumenta la componente del danno biologico in caso di lesioni gravi, e prova di ulteriori  ripercussioni, incorporando il danno esistenziale ed il danno morale.

Ma è giusto confondere danno morale e danno esistenziale?

Per il danno morale, o sofferenza soggettiva, l’aumento è fino al 50 per cento del danno biologico; mentre per il pregiudizio dinamico relazionale l’aumento è contenuto entro la misura massima del 30 per cento sull’invalidità permanente. 

Cosa è la personalizzazione del danno?

A seguito delle sentenze gemelle di San Martino del’11 novembre 2008, si è tornati ad un sistema di risarcimento del danno alla persona che prevede due categorie: danno patrimoniale e danno non patrimoniale.

In questo impianto risarcitorio ha assunto particolare rilievo la categoria del danno esistenziale a fronte di minore importanza riconosciuta alla categoria del danno morale. 

Il problema che ci si è sempre posti per il risarcimento del danno biologico negli incidenti stradali, o per i casi di responsabilità medica per le macro lesioni è relativo all’applicazione della Tabella di risarcimento delle lesioni personali.

Con la personalizzazione del danno, che non può essere superiore al 50% del danno biologico per la sofferenza soggettiva e al 30% per il pregiudizio dinamico relazionale, si ottiene il massimo risarcimento del danno per un incidente stradale.

La Cassazione, infatti, riconosce al danno biologico una portata omnicomprensiva, senza confondere la sofferenza fisica e psichica patita dal danneggiato (danno morale), dalle ripercussioni negative nella sua vita di relazione a seguito di un fatto illecito (danno esistenziale).

Personalizzazione del danno: gli aumenti per il danno morale ed esistenziale

L’ articolo 138, comma 2, lettera e) del Codice delle Assicurazioni, dispone che per la componente del danno morale, la quota corrispondente al danno biologico è incrementata in via percentuale e progressiva per punto.

Il successivo comma 3 stabilisce che, qualora la menomazione accertata incida in maniera rilevante su specifici aspetti dinamico relazionali documentati e accertati, l’ammontare del risarcimento può essere aumentato dal giudice, con equo e motivato apprezzamento, fino al 30 per cento.

Da queste disposizioni si traggono due conclusioni:

  1. che il danno morale, ricorrendone le condizioni, deve essere liquidato in via autonoma rispetto al danno biologico, come ha stabilito la Cassazione con sentenza n. 28989 del 11 novembre 2019;
  2. che l’aumento previsto dal comma 3 fino al 30 per cento ha ad oggetto soltanto il danno biologico ai fini della componente dinamico relazionale e non anche quello morale, come chiarito dalla Cassazione con sentenza 2433/2024.

Con la Legge Balduzzi l’applicazione delle norme contenute negli articoli 138 e 139 del Codice Assicurazioni Private vengono estese anche alla responsabilità sanitaria nel contesto della responsabilità civile medica.

I limiti alla personalizzazione del danno operati dalle assicurazioni

Il problema della personalizzazione del danno, sotto il profilo assicurativo, attiene al tentativo da parte delle assicurazioni di includere nel calderone tanto il danno esistenziale, quanto il danno morale, con aumenti minimi.

Le assicurazioni, i cui interessi prevaricano su quelli dei danneggiati, hanno provato anche ad escludere il risarcimento del danno morale nelle micro lesioni fino a 9 punti di invalidità permanente.

E’ indubbio, infatti, che per le lesioni di lieve entità il danno morale deve essere allegato e provato con maggior rigore, come stabilito dalla Cassazione con la sentenza n. 17209/2015, ribadito con sentenza n. 6444 del 3 marzo 2023.

Tuttavia, anche in presenza di micro lesioni fino a 9 punti di danno biologico, a particolari condizioni che siano state provate, non può essere esclusa la personalizzazione e liquidazione del danno morale ed esistenziale (Cass. 5547/24).

Come si fa la personalizzazione del danno?

Il compito del giudice, nel caso di macro lesioni e prova fornita, è indicare correttamente la misura del risarcimento del danno, operando la personalizzazione fino al 50% ed oltre per il danno morale e fino al 30% per il danno esistenziale.

Il pregiudizio esistenziale, o dinamico relazionale, attiene alla dignità della persona ed è un danno risarcibile in virtù degli articoli 1, 2, 4 e 35 della Costituzione, che deve essere riconosciuto solo nelle ipotesi di cui all’art. 2059 del codice civile.

Infatti il danno dinamico relazionale è risarcibile entro il limite segnato dalla ingiustizia costituzionalmente qualificata dell’evento danno quando deriva, anche fuori dei casi previsti dalla legge, dalla violazione di un diritto costituzionalmente garantito.

Danno morale e danno esistenziale vanno sempre calcolati nella personalizzazione?

Il problema della personalizzazione attiene proprio alla confusione di danno morale e danno esistenziale, laddove il compito del giudice è accertare l’effettiva consistenza del pregiudizio allegato, a prescindere dal nome attribuitogli, provvedendo alla sua integrale riparazione.

Il danno morale è ingiusto così come il danno esistenziale e nessuna norma costituzionale consente al giudice di stabilire che l’integrità morale vale la metà di quella fisica, attenendo alla dignità della persona umana. 

La caratterizzazione del danno non patrimoniale quale danno conseguenza e non quale danno evento richiede, poi, non solo la prova della violazione dell’interesse tutelato.

Non di meno occorre anche la prova del pregiudizio subito dalla vittima, con l’eliminazione della categoria dei danni “in re ipsa”, sulla base della sola lesione dell’interesse protetto, come per l’omicidio stradale.

Personalizzazione, danno riflesso e accertamento medico legale del danno

Le Sezioni Unite stabiliscono che per quanto concerne i mezzi di prova per il danno biologico si richiede l’accertamento medico legale. 

Il problema si pone in ordine al danno ingiusto, qualificato dall’articolo 2059 del codice civile, ovvero al danno morale e al danno esistenziale che non rientrano nell’ambito dell’accertamento medico legale dei danni non patrimoniali.

Attenendo il pregiudizio non biologico ad un bene immateriale il ricorso alla prova presuntiva è destinato ad assumere particolare rilievo, potendo rappresentare anche l’unica fonte per la formazione del convincimento del giudice.

Vi è poi da dire in presenza di lesioni di grave entità, con danno biologico superiore al 36 per cento, che può configurarsi anche un danno riflesso in capo ai familiari del danneggiato.

Infatti, in tema di lesioni conseguenti a sinistro stradale, il danno iure proprio subito dai congiunti della vittima non è limitato al solo sconvolgimento delle abitudini di vita, potendo consistere in un patimento d’animo e perdita vera e propria di salute.

Personalizzazione del danno e ricorso alle presunzioni legali

Il danno morale, il danno esistenziale, il danno da perdita del rapporto parentale, in quando danni riflessi, possono essere dimostrati per presunzioni legali.

Tra queste assume rilievo il rapporto di parentela esistente fra la vittima ed i suoi familiari che fa ritenere, secondo un criterio di normalità sociale, che essi soffrano per le gravi lesioni riportate dal loro congiunto (Cassazione n. 35663 del 20 dicembre 2023).  

D’altronde che nello sconvolgimento della vita familiare vi sia un peggioramento oggettivo dell’esistenza dei soggetti coinvolti è nozione dell’id qod plerumque accidit.

Tuttavia il danno riflesso, come il danno da morte, se non viene allegato non può venir concesso, in quanto non è in re ipsa, né può configurarsi come danno evento.

I danni riflessi, infatti, sono danno conseguenza, che allegati possono venir provati anche ricorrendo alle presunzioni legali, al pari del danno morale e del danno esistenziale.

Il danno morale rientra nella personalizzazione del danno?

La Costituzione Europea colloca il danno morale sotto il valore universale della dignità umana dotata di inviolabilità e garanzia costituzionale e risarcitoria piena.

Il problema si pone in ordine al contrasto dottrinario sulla autonomia del danno morale che, a seguito delle sentenze gemelle del 11 novembre 2008, ha riportato l’impianto risarcitorio ad un sistema bipolare, sminuendone il valore.

Ciò, in particolare, in relazione alla duplicazione di risarcimento per la congiunta attribuzione del danno biologico e danno morale, sovente liquidato in percentuale del primo. 

Occorre richiamare la sensibilità sociale per riportare tale nozione al soffrire non dell’individuo, ma della persona, dovendosi far riferimento non alla sofferenza che l’individuo patisce per la ferita, ma a quella che la persona subisce per la sua degradazione.

Le diversità di criteri di liquidazione del danno morale resta problema aperto e dibattuto anche per il caso di incidente stradale mortale e risarcimento del danno riflesso agli eredi della vittima.

Come si calcola il danno morale e quando viene risarcito?

Secondo una lettura analitica dell’articolo 138 Codice delle Assicurazioni il danno morale gode di una sua piena autonomia.

Tuttavia per  avere diritto al risarcimento dei pregiudizi morali, la sofferenza soggettiva deve essere sempre provata e allegata dal danneggiato.

La prassi nei tribunali, che seguono l’orientamento dei Fori di Milano e  Roma, più aderente ai principi della Cassazione, è calcolare il danno morale in misura percentuale sul danno biologico, aumentandolo fino al 50%.

La valutazione del danno morale, contestuale alla lesione del diritto alla salute, è dotata di logica autonomia in relazione alle diversità del bene protetto, che pur attiene ad un diritto inviolabile della persona (Cass. n. 25164/20 e Cass. n. 15733/22).

Tale valutazione del danno deve tenere conto delle condizioni soggettive della persona e della gravità del fatto, senza che possa considerarsi il valore della integrità morale una quota minore del danno alla salute.  

E’ allora chiaro che, se il danno biologico ha a che fare con l’accertamento nosografico, mentre il danno morale ha a che fare con i valori della persona, i due concetti non si sovrappongono e corrono vicende parallele che non si intersecano.

Viceversa, se il danno biologico si estende al benessere sociale ed il danno morale si interpreta in termini di sofferenza soggettiva derivante dalle menomazioni subite e, quindi, al dolore nel significato più pieno del termine, allora danni morali e danni biologici sono destinati ad incrociarsi e sovrapporsi.

Tuttavia è un errore che deriva dal venir meno dei valori della persona in quanto tali e dalla perdita di significato della dimensione morale dell’esistenza personale nel contesto del diritto delle assicurazioni.

Qualcosa che non può essere né approvato, né assecondato in quanto non  corrisponde affatto al nostro impianto costituzionale che del personalismo è, invece, impregnato.

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Diritto Ereditario

Impugnazione testamento

Impugnazione testamento

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Quando è possibile impugnare il testamento?

L’impugnazione del testamento è una della attività più articolate e complesse nel diritto ereditario.

Il testamento è la disposizione di ultima volontà con cui una persona, nel pieno delle sue capacità fisiche e mentali, regola le sorti del suo patrimonio dopo la sua morte.

E’ olografo quando è scritto di proprio pugno, pubblico se redatto da notaio, o segreto quando viene consegnato dal testatore in busta chiusa al notaio e da questi custodito.

E’ possibile impugnare il testamento per vizi di forma, o vizi di volontà del testatore.

Il testamento è nullo e non ha validità per irregolarità insanabili, come disposto dall’art. 606 del codice civile.

Come si impugna il testamento?

Il testamento si può impugnare per nullità formali o sostanziali.

L’impugnazione del testamento per nullità formali si ha quando, per esempio, il testamento olografo non contiene la data, o la firma, o non è stato realmente scritto dal testatore.

L’impugnazione del testamento per nullità sostanziali è ammessa per violazione di legge quando, per esempio, non è stata rispettata la quota legittima.

Il testamento è annullabile quando presenta difetti che non ne comportano la nullità.

Come nel caso di omessa, o incompleta, indicazione della data, oltre che per i vizi della volontà e incapacità di disporre per testamento.

Il testamento si impugna contestandone la validità e denunciandone i vizi.

Se la diffida agli altri eredi e la mediazione non sortiscono effetti, il testamento deve essere impugnato con atto di citazione a comparire in giudizio presso il tribunale dove si è aperta la successione.

Quando si può impugnare il testamento?

Il testamento quando lede i diritti degli eredi legittimari può essere impugnato, perché non sono state rispettate le quote ereditarie, chiedendo la reintegra nella legittima.

In caso di violazione dei diritti dei legittimari il testamento si può impugnare con l’azione di riduzione per la lesione della legittima, che si prescrive nel termine di 10 anni.

Inoltre il testamento può essere impugnato in  tutti i casi di annullabilità e nullità.

In presenza di vizi che comportano l’annullabilità del testamento, come potrebbe essere l’apposizione di un onere testamentario, l’azione per impugnarlo si prescrive nel termine di cinque anni.

Quando il testamento è nullo, per esempio per mancanza della data o  della sottoscrizione del testamento olografo, l’azione per impugnarlo non è soggetta a termine di prescrizione.

Disposizioni testamentarie nulle e annullabili

L’articolo 590 del codice civile tende a conservare le disposizioni annullabili e finanche le disposizioni nulle, ove accettate dagli eredi.

La finalità che il legislatore intende proteggere trova la sua spiegazione tenuto conto che per il testatore non è più possibile ripetere l’atto.

Il testamento, oltre che per vizi di forma, a norma dell’articolo 591 del codice civile, può essere annullato anche per vizi della capacità a disporre del testatore.

Una disposizione testamentaria può essere annullata, in base all’articolo 624 del codice civile, anche per vizi della volontà del testatore in riferimento a singole disposizioni.

Si ha testamento olografo nullo, al pari di testamento segreto nullo, per mancanza della data e della sottoscrizione.
 
Gli atti di ultima volontà, invece, possono essere annullati ai sensi dell’articolo 624 del codice civile in presenza di vizi della volontà come l’errore, la violenza e il dolo.

Revoca delle disposizioni testamentarie

Nelle successioni ereditarie devono tenersi distinti i concetti di revoca e di inefficacia delle disposizioni testamentarie.

Ai sensi dell’articolo 679 del codice civile, il testatore può revocare in tutto, o in parte, il testamento, tant’è che le clausole contrarie non producono effetto.

La revoca del testamento si fa redigendo un testamento posteriore, ovvero con data successiva a quello revocato.

Il testatore può revocare il testamento anche mediante un atto con cui dichiara di volere annullare in tutto, o in parte, la disposizione testamentaria anteriore.

Oltre che per volontà tacita od espressa del testatore, la revoca del testamento è talora operata dalla legge.

Come nel caso di figli non contemplati nel testamento, anche perché sopravvenuti.

Entro quanto si deve impugnare il testamento?

Per comprendere quanto tempo hanno gli eredi per impugnare il testamento,  bisogna distinguere la cause di annullabilità, da quelle di nullità assoluta delle disposizioni testamentarie.
 
Il termine di prescrizione per esercitare l’azione di annullabilità delle disposizioni testamentarie è di 5 anni dall’apertura del testamento.
 
Nel caso di testamento affetto da dolo, violenza od errore, l’azione si prescrive nel termine di 5 anni da quando si è appresa la notizia della causa di annullabilità.
 
Anche l’azione per impugnare il testamento scritto da persona incapace di intendere e di volere deve essere esercitata entro il termine di 5 anni.
 
Il termine per l’impugnazione del testamento nel caso di violazione di legittima, invece, è di 10 anni dall’apertura della successione.
 
L’azione per far valere la nullità del testamento non è sottoposta a termini di prescrizione.
 
Pertanto può essere esercitata in qualsiasi momento da chi è stato danneggiato dalla disposizione testamentaria.

I termini per l’impugnazione del testamento devono essere valutati sempre da un avvocato esperto in successioni.

Prima di intentare una causa ereditaria, comunque, è sempre consigliabile tentare di raggiungere un accordo per la divisione ereditaria.

Come evitare che il testamento venga impugnato?

Esiste un solo modo per evitare che un testamento venga impugnato: prima di redigerlo rivolgersi ad un avvocato specializzato in eredità e successioni.

Il diritto successorio è materia tecnica che abbraccia tutti i rami del diritto civile.

Per quanto richiede una vasta conoscenza del  diritto ed esperienza da parte dell’avvocato nell’affrontare questioni ereditarie.

Nella successione testamentaria sono frequenti i casi relativi a donazioni ed eredità, di cui il testatore deve tenere sempre conto per rispettare le quote ereditarie.

Per evitare l’impugnazione del testamento non può farsi riferimento solo a vizi formali, difficilmente riscontrabili nel testamento redatto per atto pubblico, quanto piuttosto a vizi sostanziali.

Il testamento, soprattutto quando è redatto di pugno dal testatore, oltre a rispettare i requisiti di forma, deve garantire il rispetto delle quote riservate per legge ai legittimari.

Infatti, solo quando il testatore non è sposato e non ha figli, o genitori in vita, può disporre pienamente delle proprie sostanze, senza che sorgano problemi legati alla collazione ereditaria.

Quando si impugna un testamento i beni vengono bloccati?

Le attività da compiere per impugnare un testamento sono molteplici e sottoposte all’obbligo di esperire la procedura di mediazione obbligatoria.

Il timore da parte degli eredi esclusi dal testamento o che abbiano ricevuto una quota minore di quella a loro  riservata per legge che possano esserci  sottrazioni illecite alla massa ereditaria non è ingiustificato.

E’ buona prassi, oltre che fortemente raccomandato, affidarsi solo ad un avvocato esperto in successioni ed eredità in grado di intraprendere tutte le azioni a tutela degli eredi che intendano esperire l’azione di riduzione.

In tal caso la regola è di trascrivere la domanda giudiziale ai  fini della sua pubblicità nei registri immobiliari, rendendola opponibile a terzi ai  fini  della revoca della compravendita.

Strumento altrettanto efficace ad azioni cautelari che per essere intraprese richiedono l’accettazione dell’eredità possibile per gli  eredi pretermessi dal testamento con erede universale solo all’esito del giudizio.

Quando si può impugnare il testamento olografo?

Il testamento olografo richiede una verifica preliminare relativa alla veridicità della grafia del testatore, oltre che della sua capacità di intendere e volere.

Per quanto attiene alla scrittura del testamento, la perizia calligrafica è lo strumento che consente di comparare ed accertare l’autenticità del testamento.

Il costo della perizia calligrafica si aggira intorno ai 1.500,00 euro, ma quando l’attività del perito calligrafico è particolarmente difficile e complessa, può essere superiore. 

Per vizi di forma è possibile impugnare il testamento olografo per mancanza della data, della sottoscrizione, o quando viene disconosciuta la grafia del testatore.

Per dimostrare la mancanza di capacità di intendere e volere del testatore, o il difetto della sua spontaneità, invece, possono sorgere difficoltà insormontabili.

Basti pensare che il testamento olografo è valido anche se redatto da persona con amministratore di sostegno, in quanto capace di intendere e di volere.

Il testamento olografo, poi, al pari del testamento pubblico e di quello segreto, può essere impugnato per vizi sostanziali in tutti i casi di lesione di legittima.

Impugnazione del testamento per lesione di legittima

Il testamento consente al de cuius di disporre liberamente del proprio patrimonio.

Tuttavia, in presenza di eredi legittimari non può causare lesione della legittima neanche attraverso l’istituzione di un erede universale.

Pertanto, l’impugnazione del testamento è ammessa in tutti i casi in cui il testatore non ha rispettato le quote ereditarie riservate ai legittimari nella successione legittima.

La legge consente di impugnare il testamento anche mediante l’istituto della rappresentazione ereditaria posto a garanzia dei diritti dei legittimari.

Per ogni tipologia di testamento, il testatore deve tenere conto delle donazioni effettuate in vita.

Utilizzando la quota disponibile e senza violare la quota legittima, che la legge attribuisce a coniuge e figli. 

La legge riserva al coniuge la metà del patrimonio del de cuius se non concorre con i figli.

La quota che spetta al coniuge è di un terzo del patrimonio nel caso di concorso con un solo figlio e un quarto del patrimonio ereditario nel caso di concorso con più figli.

Quando ad ereditare è solo un figlio ha diritto sempre alla metà del patrimonio ereditario.

Se i figli sono più di uno è loro riservata la quota di due terzi dell’eredità da dividersi in parti uguali, sempre che non concorrano con il coniuge.

Costi per impugnare il testamento

I costi per impugnare il testamento variano a seconda del valore dell’eredità e della attività da compiere.

Il costo di un Avvocato per impugnare il testamento è dovuto per la consulenza in materia ereditaria, per l’attività stragiudiziale, per la mediazione e la causa civile.

L’Avvocato esperto in successioni deve presentare al cliente un preventivo scritto chiaro e dettagliato.

Il compenso dell’avvocato per impugnare il testamento è disciplinato dal DM 147/2022 che prevede un parametro minimo, medio e massimo.

Per prenotare una consulenza in materia ereditaria con l’Avvocato Gianluca Sposato consultare la pagina Assistenza Legale24h e chiamare il numero diretto 06.3217639.

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Diritto Ereditario

Avvocato eredità successioni

Avvocato eredità successioni

Avvocato eredità successioni

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Quando è necessario rivolgersi ad un Avvocato per eredità?

Il diritto ereditario è una materia complessa e tecnica che riguarda vasti ambiti del diritto civile, dal diritto di famiglia, di cui può intendersi una naturale evoluzione, alle obbligazioni, al diritto immobiliare.

Le questioni legali da affrontare dopo la morte di un familiare non sono semplici e richiedono il supporto di un Avvocato con molti anni di  esperienza, specializzato in successioni ereditarie.

E’ consigliato rivolgersi ad un Avvocato esperto in diritto ereditario sia nella fase che precede l’apertura della successione, per consulenza in materia ereditaria, che per l’accettazione dell’eredità e le relative fasi da svolgere tra eredi.

La presentazione della denuncia di successione è un adempimento fiscale che può compiere qualsiasi erede e non comporta la qualità di erede, che richiede atti concludenti sul patrimonio del de cuius.

Solo un Avvocato esperto in successioni può chiarire ogni aspetto legato all’eredità, essere di supporto a prevenire e risolvere liti tra eredi, con lo scioglimento della comunione ereditaria, in presenza di coeredi.

Quali attività svolge l’Avvocato per eredità  e successioni ereditarie?

L’Avvocato per eredità e successioni svolge attività sia preliminari  all’apertura della successione, che nella fase dell’accettazione di eredità, con la divisione ereditaria e attribuzione delle quote ereditarie.

Quando il de cuius è in vita, la consulenza in materia ereditaria è utile per la redazione del testamento, nella successione testamentaria, oltre che per esaminare non vengano violate le quote degli eredi legittimi.

Il testamento quando lede i diritti dei legittimari può essere impugnato, ma anche nella successione legittima possono presentarsi problemi in ordine a donazioni ed eredità.

Per affrontare una contesa ereditaria, è indispensabile supporto tecnico e qualificato, così come per parere in tema di rappresentazione ereditaria,  collazione, o esame di testamento olografo.

L’Avvocato per eredità e successioni assiste gli eredi il più delle volte con accordi transattivi divisori e, in caso di litigiosità, nella mediazione ereditaria e contezioso per cause ereditarie.

Quanto costa un Avvocato per eredità?

La materia ereditaria è tra le più costose in ambito civile, perché il compenso dell’Avvocato è proporzionato al valore dell’eredità, oltre che alle attività da compiere.

Tuttavia è fortemente sconsigliato, a meno che non si tratti di questioni di poco conto, rivolgersi a giovani avvocati che non rispettano il codice deontologico forense e praticano tariffe sotto i minimi per accaparrarsi la clientela.

L’Avvocato esperto in successioni ereditarie ha l’obbligo di fornire un preventivo scritto al cliente relativo a tutte le attività  da compiere per la fase stragiudiziale, la mediazione ed il contenzioso ereditario.

Una consulenza in materia ereditaria, fornita da un Avvocato con una certa anzianità di esercizio della professione forense, non costa meno di 200 euro, oltre agli accessori di legge.

Anche se non è corretto parlare di percentuali, il compenso dell’Avvocato in casi particolarmente importanti e difficili può arrivare fino al 10% per la fase stragiudiziale, quando si sono raggiunti gli obiettivi e risultati fissati con il cliente.

Mentre nel contenzioso civile, nel caso di azioni giudiziarie relative a una causa ereditaria il compenso è dovuto per 4 fasi:

  • di studio ed esame della controversia
  • introduttiva: per la redazione della citazione o comparsa di risposta
  • trattazione ed istruttoria, dovuta a prescindere dal suo svolgimento
  • decisionale per la fase conclusiva del giudizio ed invio a sentenza

Come scegliere l’Avvocato per eredità e successioni?

La regola da seguire per scegliere l’Avvocato per eredità e successioni è  molto semplice: bisogna verificare la specializzazione e l’anzianità di iscrizione all’Albo degli Avvocati.

Entrambi i requisiti sono fondamentali: un Avvocato che non è iscritto da almeno 10 anni all’Albo del Consiglio Forense e non è Patrocinante in Cassazione non può ritenersi affidabile ed esperto. 

Il diritto ereditario è tra le materie più vaste e complesse del diritto civile, per l’importanza delle questioni trattate, relative a rapporti e familiari, richiede a una vasta conoscenza del diritto, notevole esperienza e grandi doti umane.

Scegliere l’Avvocato per successioni non può prescindere da queste considerazioni, tenuto conto della complessità  delle operazioni da svolgere sia per la ricostruzione della massa ereditaria, che per la determinazione del suo valore, soprattutto in presenza di immobili ed oggetti di pregio e valore.

Avvocato per successioni ereditarie

L’Avvocato Gianluca Sposato, con oltre 25 anni di esperienza professionale ed iscrizione all’Albo degli Avvocati, è considerato tra i massimi esperti per successioni ereditarie in ambito nazionale.

E’ iscritto all’Albo degli Avvocati di Roma dal 1997 e All’Albo dei Cassazionisti dal 2009, occupandosi esclusivamente di assicurazioni ed eredità, settori nei quali svolge attività prevalente.  

Esercita principalmente a Roma e segue personalmente solo questioni relative ad eredità importanti in tutta Italia, con una percentuale di risoluzione delle questioni pressoché assoluta, grazie ad una attenta analisi preliminare ed una profonda conoscenza della materia.

Chi necessita di un Avvocato per successioni ereditarie a Roma, o in altre parti d’Italia, sia per una consulenza in materia ereditaria, che per conferire un incarico in diritto successorio, può visitare l’area contatti  e chiamare in orario di lavoro per un appuntamento.

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Infortunistica Stradale

Avvocato incidenti stradali

Avvocato incidenti stradali

Avvocato Infortunistica Stradale

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In questo articolo, nella mia lunga carriera di Avvocato con esperienza per risarcimento danni incidenti stradali, fornisco una utile guida a chi ha riportato lesioni stradali, o ha perso un proprio caro in un incidente mortale.

Sono l’unico Avvocato in Italia che ha ricevuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attività svolta a sostegno degli infortunati stradali.

Ho cominciato a muovere i primi passi nell’infortunistica stradale da bambino con mio papà, pioniere della responsabilità civile da circolazione stradale.

Come Rappresentante di Interessi alla Camera dei Deputati collaboro a gruppi di studi per le norme sul Codice della Strada e Codice delle Assicurazioni Private. 

Ho sventato la scongiura della Tabella risarcimento lesioni personali in cui prevalevano gli interessi delle assicurazioni a scapito dei danneggiati, interessando in prima persona il Presidente della Repubblica.

Quali sono le cause degli incidenti stradali?

Nel 2023 in Italia si sono verificati 24.294 incidenti con feriti e 3.599 incidenti stradali mortali.

Le cause degli incidenti stradali sono la distrazione alla guida, l’elevata velocità, la violazione del codice della strada.

Il particolare lesioni stradali gravi vengono causate da il cambio brusco di direzione, la mancata precedenza, o arresto allo stop dell’intersezione stradale.

Secondo i bollettini dell’ultima ora sugli incidenti stradali ogni giorno 800 persone subiscono lesioni stradali e ogni 3 ore c’è un reato di omicidio stradale, con 10 morti al giorno.  

A fronte dell’inerzia dello Stato ad arginare il problema della mortalità sulle strada, vi sono le difficoltà legate alla procedura di risarcimento danni nei sinistri stradali.

Senza trascurare la mancanza di manutenzione stradale, la carenza di segnaletica ed illuminazione.

Tutto ciò è causa, spesso, di incidenti a pedoni, incidenti con il monopattino elettrico ed incidenti in bicicletta.

Cosa fare in caso di sinistro stradale?

In caso di sinistro stradale, se non si arreca intralcio al traffico, non si devono spostare i mezzi coinvolti nell’incidente per consentire alla Polizia Stradale di effettuare i rilievi necessari ad attribuire la colpa.

Ove non sorgano contestazioni sulla colpa dell’incidente è consigliabile compilare il CID modello di constatazione amichevole di incidente stradale ed inviarne copia all’assicurazione.

In caso di contestazioni, quando sono coinvolti più mezzi, se ci sono feriti, nell’investimento di un pedone, o di un ciclista, bisogna chiamare la Polizia Stradale per i rilievi planimetrici e la stesura del verbale di incidente.  

Quando si verifica un incidente con feriti è necessario chiamare la guardia medica per i soccorsi sanitari, chiedendo l’intervento di  un’ambulanza al numero 118.

L’articolo 1913 del codice civile prevede l’obbligo per l’assicurato di comunicare il sinistro all’Assicurazione, entro tre giorni da quando si è verificato, o ne ha avuta conoscenza.

La comunicazione del sinistro all’assicurazione vale anche come denuncia cautelativa, nel caso in cui si ritenga di non essere responsabili del sinistro.

I tecnicismi della richiesta danni per un sinistro stradale, soprattutto con feriti, impongono di affidarsi subito ad un avvocato specializzato in risarcimento per incidenti stradali.

Infatti, anche il terzo trasportato può non avere diritto al risarcimento per caso fortuito, quando viaggia su mezzo rubato, o senza il consenso del proprietario, se è consapevole della situazione (Cass Civ. Sez. III n. 15982/23). 

Quando rivolgersi ad un Avvocato per incidenti stradali?

E’ necessario rivolgersi ad un avvocato per incidenti stradali nei casi in cui si riportano lesioni stradali, come incidenti in moto, incidenti in bicicletta, incidente a pedone e incidente stradale mortale.

La materia della responsabilità civile per danni da circolazione stradale è molto tecnica e sconfina nel diritto delle assicurazioni, poiché  per il risarcimento danni incidente stradale si fa riferimento al Codice delle Assicurazioni Private.

Per quanto in molti si occupino di risarcimento danni sinistro stradale, sono in pochi ad avere una preparazione specifica per il risarcimento del danno nell’ infortunistica stradale.

L’Avvocato Gianluca Sposato è stato eletto migliore Avvocato nel Diritto delle Assicurazioni per i risultati ottenuti nel risarcimento danni incidente stradale con feriti gravi da Top Legal.

Figlio d’arte, fin da bambino accompagnava il papà, Avv. Francesco Sposato, pioniere dell’infortunistica stradale e allievo del Prof. Carnelutti ad effettuare rilievi nei sinistri stradali.

E’ considerato tra i massimi esperti a livello nazionale nella ricostruzione di incidenti stradali mortali e nel risarcimento danni per sinistro stradale, danno biologico, danno morale, danno tanatologico.

Come scegliere l’Avvocato per risarcimento danni incidenti stradali?

La scelta dell’Avvocato per incidenti stradali non può prescindere dal  curriculum del professionista di cui ci si intende avvalere, dall’empatia che si instaura tra il cliente e l’Avvocato, dalla trasparenza e affidabilità.

Negli incidenti stradali senza feriti ci si può avvalere della procedura di  risarcimento diretto, usufruendo dell’assistenza legale gratuita messa a disposizione dalla propria assicurazione.

Nei casi complessi, come nel tamponamento a catena, incidente con auto pirata, quando vi è ricovero ospedaliero per sinistro stradale e nell’ omicidio stradale la scelta dell’avvocato per incidenti stradali è fondamentale.

La scelta dell’avvocato per sinistri stradali è determinante sia per evitare che venga attribuito il concorso di colpa, ma soprattutto per il risarcimento danni fisici negli incidenti stradali.

Infatti, solo il migliore avvocato per incidenti stradali può assicurare al danneggiato che l’assicurazione non gli attribuisca responsabilità nel sinistro stradale e il massimo risarcimento per incidente stradale.

Cosa fa l’Avvocato per incidenti stradali?

L’Avvocato per incidenti stradali raccoglie ed esamina tutti i documenti del sinistro stradale, ricostruisce l’incidente, determina la responsabilità, quantifica il danno patrimoniale ed il danno non patrimoniale.

Determina le leggi applicabili al caso, supporta il danneggiato per la raccolta delle prove testimoniali e della documentazione medica per l’accertamento delle lesioni fisiche.

Predispone la richiesta risarcimento danni per l’apertura del sinistro stradale, inquadrando correttamente la normativa applicabile secondo le fattispecie previste dal Codice delle Assicurazioni Private. 

L’Avvocato per infortunistica stradale partecipa alle operazioni peritali ed indagini penali nel caso  di  sequestro dei mezzi.

Inoltre coopera in sede di visita medico legale del danneggiato unitamente al proprio CTP per la valutazione del danno e, al rientro della perizia in Compagnia, tratta il sinistro con il liquidatore.

L’abilità dell’Avvocato per incidenti stradali si manifesta nella trattazione del sinistro, con transazioni e quietanza di pagamento che possa garantire per il danneggiato sempre il massimo risarcimento per incidente stradale.

Nei casi più complessi e nelle ipotesi, a dire il vero non poco frequenti, di  comportamento scorretto dell’ente assicuratore le somme erogate come offerta reale, possono essere trattenute a titolo di acconto.

Tuttavia, prima di instaurare la causa civile di risarcimento danni in Tribunale bisogna adempiere all’ulteriore formalità preliminare della negoziazione assistita obbligatoria per l’infortunistica stradale. 

Chi paga l’Avvocato per incidenti stradali?

L’Avvocato per incidenti stradali viene pagato sia dal proprio cliente che dalla compagnia assicurativa che provvede a risarcire il sinistro, la quale è tenuta a corrispondere la parcella dell’avvocato.

Per gli Avvocati che si occupano di risarcimento danni sinistri stradali vi è l’obbligo del preventivo scritto al cliente, nel rispetto del Tariffario Forense regolato dal DM 147/22.

Normalmente per gli avvocati che si occupano di infortunistica stradale è buona prassi non richiedere alcun anticipo spese al cliente danneggiato e chiedere il proprio compenso solo a buon esito.

Di prassi l’Avvocato per incidenti stradali viene pagato quando il cliente incassa le somme, secondo gli accordi determinati nel preventivo scritto.

Non è corretto parlare di percentuale sulla somma erogata a titolo di risarcimento danni per incidente stradale, in quanto il Consiglio Nazionale Forense proibisce all’Avvocato il patto quota lite.

L’accordo sul compenso dell’Avvocato è libero e deve essere proporzionale all’importanza del caso, al suo valore, alla difficoltà,  al pregio dell’opera prestata e al risultato conseguito.

Chi è il migliore Avvocato per incidenti stradali?

L’Avvocato Gianluca Sposato è unanimemente riconosciuto il migliore avvocato per incidenti stradali in Italia, cercato anche dai Colleghi per seguire loro casi personali.

E’ Presidente dell’Associazione Difesa Infortunati Stradali che ha ricevuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il suo operato in favore dei danneggiati per incidente stradale grave.

Più volte Presidente dell’Esame di Stato per Avvocato a Roma è  autore del Manuale “Le 50 parole del danno stradale più utilizzate nelle Aule di Giustizia”, edito dalla Nuova Editrice Universitaria.

E’ membro del Gruppo “Danno alla Persona” dell’Osservatorio Nazionale sulla Giustizia Civile, che elabora e pubblica ogni anno le Tabelle di liquidazione del danno non patrimoniale.

E’ componente della Commissione “Circolazione e Trasporti” dell’Ordine degli Avvocati di Roma ed autore di numerose pubblicazioni su risarcimento danni incidente stradale e risarcimento agli eredi per il danno da morte.

Segue personalmente in tutta Italia solo casi relativi a incidenti stradali con feriti gravi ed incidenti stradali mortali, con una percentuale di successo assoluta e liquidazioni sempre oltre i massimali tabellari.

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Diritto Ereditario

Testamento olografo

Testamento olografo

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Cos’è il testamento olografo? 

Il testamento olografo è l’atto di ultima volontà che per essere valido deve essere scritto a penna dal testatore su carta e contenere la data e la sua firma.

E’ la forma testamentaria più semplice che richiede minime formalità.

Proprio per questa ragione è anche la più facile a prestarsi all’ impugnazione del testamento, senza la consulenza di un avvocato specializzato in diritto ereditario.

La validità del testamento richiede che deve essere scritto interamente a mano ed a penna dal testatore su carta, da lui datata e sottoscritta.

Null’altro richiede la legge per la validità e forma dell’olografo.

Tutta la solennità del testamento olografo si consuma nello scritto di pugno del disponente, contenente data e sottoscrizione.

In tal modo, pur non essendo un atto pubblico, la scrittura privata assume valore solenne con la sua pubblicazione.

Come deve essere il testamento olografo per essere valido?

Il testamento olografo, disciplinato dall’articolo 609 del codice civile, è la forma più semplice ed economica di disporre per atto di ultima volontà ed ha la stessa validità del testamento pubblico.

Nella successione testamentaria per la validità del testamento olografo occorrono i seguenti requisiti:

  1. il testamento olografo deve essere scritto per intero, a penna di proprio pugno, da chi lo redige;
  2. deve contenere la data e la firma di chi lo scrive, la sottoscrizione deve essere posta alla fine delle disposizioni;
  3. deve essere scritto da persona capace di intendere e di volere, nella piena facoltà delle proprie capacità mentali;
  4. il testamento deve essere scritto a penna, senza condizionamenti di sorta, a pena di nullità.

In presenza di più testamenti ha validità quello che è stato redatto per ultimo dal testatore, a prescindere che si tratti di testamento olografo, o pubblico.

La sottoscrizione del testamento olografo, se non è fatta indicando nome e cognome, ovvero con firma illeggibile, è valida se designa con certezza la persona del testatore.

Se un erede non è certo dell’autenticità del testamento olografo è necessario effettuare una perizia calligrafica, per essere certi di procede all’apertura della successione testamentaria.

Il Notaio deve sempre allegare la copia del testamento che è stato redatto di pugno dal de cuius nell’atto che pubblica.

Quando non è valido il testamento olografo?

Ai fini della validità è richiesta la scrittura autografa del testatore, senza sussistenza di mezzi meccanici di scrittura e senza intervento di terzi.

Non è vietato che il testo sia preparato da altri, né ricopiato, purché non vi sia stata costrizione nel formare la volontà del disponente.

Deve essere certo che la volontà di disporre non ha subito condizionamenti che hanno ingenerato violenza, errore, o dolo sul de cuius.

Il testatore deve essere stato capace di intendere e di volere nel momento in cui ha redatto testamento e non deve avere subìto violenza fisica, morale, o ricatti.

Testamento olografo falso

Nella successione testamentaria il testamento olografo, a differenza di quello pubblico, può dare luogo a dubbi interpretativi circa la sua originalità e validità del testamento stesso.

Ciò non soltanto relativamente alla scrittura autografa del testatore, ma anche alla sua capacità di intendere e volere.

Il caso più grave che può presentarsi è rappresentato dal testamento falso, ovvero che non sia stato scritto di pugno dal testatore.

Tale ipotesi comporta l’indegnità a succedere per il beneficiario responsabile, ove vi sia stato riscontro attraverso perizia calligrafica giurata.

Data certa e sottoscrizione del testamento olografo

Per quanto concerne la validità della data deve essere scritta a mano dal disponente, indicare il giorno, il mese e l’anno, affinché sia certo il momento in cui il testamento è stato scritto.

La data certa ha importanza in particolare se un testamento è posteriore all’altro ed il secondo ha revocato il primo.

Solo a tal punto verificandosi pluralità di testamenti, infatti, è consentito addurre la prova della non validità della data.

Quanto all’elemento della sottoscrizione del testamento olografo essa deve essere posta alla fine delle disposizioni, indicando chiaramente la persona del testatore.

Nulla vieta di apporre una sigla, di firmarsi con un titolo, soprannome, o anche semplicemente “papà”, purché sia certa l’identità e la grafia di colui che ha redatto l’atto di sua ultima volontà. 

Come avviene la pubblicazione del testamento olografo?

L’olografo si considera perfetto e valido solo se l’atto è stato scritto di pugno dal testatore, contiene data certa ed è stato sottoscritto in calce.

Per l’esecuzione del testamento è necessario che sia aperta la successione ereditaria e che venga pubblicato alla presenza di due testimoni.

Il testamento produce effetto dal momento della sua pubblicazione, che avviene a cura del notaio entro 30 giorni dalla sua ricezione.

L’erede che è in possesso del testamento, infatti, deve pubblicarlo appena ha notizia della morte, come dispone l’articolo 620 del codice civile.

La pubblicazione prevede la stesura ed il deposito di un processo verbale in cui si identifica la carta testamentaria e si trascrive il contenuto del testamento.

Il notaio effettua la comunicazione alla cancelleria del tribunale dove risiedeva il defunto, per la iscrizione del testamento nel registro delle successioni.

L’erede che non pubblica il testamento, o lo distrugge, commette il reato di soppressione distruzione e occultamento di atti, previsto dall’articolo 490 del codice penale.

L’occultamento, o la distruzione, del testamento, oltre che costituire reato, è causa di indegnità a succedere.

Testamento olografo e i vizi di volontà del testatore

La volontà del testatore, affinché il testamento olografo sia valido, deve essere esente da vizi, quali l’errore, il dolo e la violenza.

La volontà deve formare una decisione propria del testatore, da lui  personalmente e direttamente manifestata, senza costrizioni dall’esterno.

E’ questo uno degli aspetti più ardui da affrontare per l’avvocato per eredità e successioni che è chiamato ad esaminare la validità del testamento olografo, prima che sia presentata la dichiarazione di successione.

La perizia calligrafica è strumento idoneo, attraverso analisi comparata della scrittura del de cuius, a verificare l’autenticità della grafia.

Sulla formazione della volontà testamentaria restano, invece, difficoltà insormontabili, a meno che non sia documentata una instabilità mentale del testatore.

Con la conseguenza estrema della indegnità a succedere per chi con dolo, o  violenza, ha indotto il testatore a fare, o mutare testamento, ovvero a revocarlo.

Quando può essere annullato il testamento olografo? 

Quando vi sono dubbi sulla validità del testamento olografo è bene rivolgersi  ad un avvocato specializzato in successioni.

Soltanto un avvocato esperto in diritto ereditario può chiarire se vi sono margini per l’impugnazione del testamento

Per quanto concerne l’invalidità del testamento, bisogna distinguere le cause di annullabilità da quelle di nullità, che può essere assoluta, o relativa.

Nel nostro ordinamento giuridico si tende, infatti, sempre a salvare le diposizioni di ultima volontà che non risultano viziate, per il solo fatto che il testatore è nella impossibilità di ripetere l’atto.

L’annullabilità del testamento si ha in presenza di vizi di volontà, per incapacità di disporre per testamento ed in caso di vizi formali non  determinati, ai sensi dell’articolo 606 del codice civile.

L’azione per l’annullabilità del testamento si prescrive nel termine di 5 anni  dall’apertura della successione.

Quali sono le cause di nullità del testamento olografo?

La nullità del testamento è comminata in caso di vizi gravi di forma che pongono in dubbio la provenienza del testamento dalla persona del de cuius.

Ai sensi dell’articolo 606 codice civile il testamento olografo è nullo quando manca l’autografia, o la sottoscrizione.

Circa l’elemento della data certa, per giurisprudenza consolidata, essa è causa di annullabilità, a meno che non sia stata apposta da terzi nel qual caso il testamento deve considerarsi nullo. 

E’ nullo anche il testamento congiuntivo o reciproco, pur sempre per motivi formali, costituendo l’unico motivo di nullità dell’intero testamento.

Di regola la nullità colpisce una, o più singole disposizioni, lasciando valide le altre, sempre che ve ne siano.

Così, per esempio, in caso di motivo illecito determinante, di modus od onere testamentario.

Il legislatore ha ritenuto, peraltro, che la nullità del testamento, o di una singola disposizione, possa essere superata mediante lo strumento della conferma, o esecuzione volontaria delle diposizioni.