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La successione legittima

Diritto ereditario Sposatolaw

Indice

Cosa è la successione legittima?

Successione legittima è quella che si fonda sulla legge, la quale ne costituisce il titolo.

Essa presuppone la mancanza di disposizioni testamentarie, che abbiano in tutto o in parte regolata la trasmissione dei beni del defunto.

Nel nostro ordinamento giuridico, dunque, si parla di successione legittima quando si apre l’eredità senza testamento.

La successione necessaria prevale su quella testamentaria e ne riduce o annulla le clausole contro gli inderogabili precetti che la regolano in favore dei legittimari.

In tutti i casi in cui chi muore non ha redatto testamento, gli eredi sono i parenti più stretti del defunto, come dispone l’articolo 565 del codice civile.

Per comprendere  chi sono gli eredi alla morte di un proprio parente è necessario verificare se vi sono, o meno, disposizioni testamentarie ed eredi legittimi, o legittimari.

Chi sono gli eredi legittimi?

Gli eredi legittimi sono coloro ai quali l’eredità viene trasferita in assenza di testamento: il coniuge, i figli ed i parenti fino al 6°grado.

La legge stabilisce che non possono essere intaccate le quote ereditarie di quella categoria di eredi che hanno diritto di legittimare su una parte del patrimonio del defunto.

A norma dell’articolo 457 del codice civile, infatti, le disposizioni testamentarie non possono mai pregiudicare i diritti che la legge riserva ai legittimari.

Si parla di legittimari riferendosi a coniuge e figli.

Solo in assenza dei figli, anche agli ascendenti, dunque i genitori, rientrano nella categoria degli eredi privilegiati.

Successione legittima: chi sono i legittimari?

I legittimari sono il coniuge ed i figli e, solo in loro mancanza, i genitori e gli ascendenti, come disposto dall’articolo 536 del codice civile.

Gli eredi legittimari non possono mai essere esclusi dal testamento, se non per cause di indegnità a succedere.

Il testatore non può disporre liberamente di tutto il proprio patrimonio in presenza di legittimari.

Chi fa testamento può decidere liberamento solo di una quota disponibile, che non può mai essere inferiore ad 1/4 del proprio patrimonio.

Quando a succedere sono il coniuge, i figli e gli ascendenti, per legge deve essere accantonata una parte dell’eredità in loro favore, si tratta della quota di riserva.

Pertanto il defunto, anche se redige un testamento, non potrà disporre di tutti i suoi beni, poiché in presenza di legittimari, la sua parte disponibile è residuale.

Inoltre, poichè l’eredità è costituita dal relictum e dal donatum, si deve tenere conto delle donazioni indirette e lesione della quota legittima degli eredi.

La quota di riserva nella successione legittima

La quota di riserva è quella parte di eredità che non può essere intaccata e che deve essere sempre garantita ai legittimari.

Ciò sia in presenza di successione legittima, che di successione testamentaria. 

In presenza dei legittimari, ciò che resta dell’eredità dedotta la quota di riserva loro garantita per legge, è la quota disponibile di cui il testatore può disporre.

Questa quota, predeterminata per legge, in presenza di coniuge, figli e ascendenti, rappresenta la parte dell’eredità di cui il testatore può disporre a suo piacimento.

Pertanto i diritti del coniuge, dei figli e dei genitori, in qualità di legittimari, devono sempre essere fatti salvi.

Le quote ereditarie con e senza testamento non possono mai essere inferiori a quelle determinate per legge.

Cos’è la quota disponibile nell’eredità?

La quota disponibile è la quota di eredità di cui il testatore può liberamente disporre nel fare testamento in presenza dei legittimari.

Questo se è sposato, o ha figli, o genitori in vita.

Colui che fa testamento nel decidere a chi lasciare i propri beni, deve considerare solo la quota disponibile.

Tenuto conto che il testamento quando lede i  diritti  dei legittimari può essere impugnato.

Se si decide di distribuire l’eredità senza rispettare la legittima, il testamento si considera valido ed efficace fino a quando gli eredi pretermessi non richiedono la parte loro riservata per legge.

In assenza di testamento e violazione della legittima per donazioni ed eredità, devono essere conferiti all’eredità tutti i beni ricevuti in dono in vita dal defunto, per effetto della collazione ereditaria.

Quando di dice che l’eredità è legittima?

L’eredità senza testamento si devolve ai parenti più prossimi del defunto.

Nella successione legittima si attribuisce priorità alla linea retta, ovvero al coniuge, ai figli e ai genitori, rispetto a quella collaterale, ovvero ai fratelli, zii e nipoti.

Nell’eredità legittima, se il de cuius era sposato, l’eredità va al coniuge e ai figli.

Solo in mancanza dei figli, subentrano nell’asse ereditario i genitori ed i fratelli.

Se chi è sposato non aveva figli, l’eredità spetta ai genitori, che non possono essere esclusi nel testamento, in qualità di legittimari di secondo grado.

In mancanza dei figli ai genitori è sempre riservata la quota di legittima pari ad 1/3 dell’eredità.

Oppure nella misura di ¼ se vi sono a concorrere con loro all’eredità, anche i fratelli del de cuius.

Nel caso di genitori premorti al de cuius, i figli in qualità di nipoti, possono agire in rappresentazione dell’erede premorto.

In tal modo è consentito loro di subentrare nella quota che sarebbe spettata all’erede, non in condizione di accettare l’eredità.

La rappresentazione ereditaria è consentita anche quando l’erede legittimo non ha voluto, o potuto accettare l’eredità perché soggetto ad amministrazione di sostegno, o interdetto.

La successione legittima dei fratelli

L’eredità tra fratelli nella successione legittima o testamentaria in molti casi comporta liti ereditarie, pertanto è fondamentale affidarsi ad un avvocato esperto in diritto ereditario.

La successione legittima dei fratelli si ha in due casi:

  1. quando chi muore non lascia moglie o marito, né figli, né genitori ed ascendenti, ai sensi dell’articolo 570 del codice civile
  2. quando i fratelli concorrono con i genitori del defunto, ma ai genitori spetta la metà, ai sensi dell’articolo 571 del codice civile.

Bisogna tenere conto che i fratelli non rientrano nella categoria dei legittimari e possono essere esclusi dall’eredità nel testamento del proprio fratello, o della propria sorella.

A differenza dei genitori i fratelli, pertanto, possono essere esclusi dall’eredità qualora vi sia un testamento del fratello che disponga in tal senso.

Eredità tra fratelli di cui uno morto prima dell’apertura della successione

Nell’eredità tra fratelli di cui uno morto prima del de cuius, si presenta una situazione, quella dell’erede premorto, espressamente prevista e regolata dal  codice civile.

I nipoti, cioè i figli del fratello, o della sorella premorta, subentrano nella quota ereditaria in rappresentazione del loro genitore.

Pertanto, nell’eredità tra fratelli, di cui uno morto, i chiamati all’eredità sono anche i nipoti del de cuius, aprendosi l’eredità verso i nipoti.

I figli del fratello premorto, qualora esclusi, possono rivendicare i loro diritti per effetto della rappresentazione ereditaria.

Eredità tra fratelli germani e unilaterali

Con la riforma sulla filiazione tutti i figli sono riconosciuti uguali dal nostro ordinamento giuridico per il diritto di famiglia.

Nel diritto ereditario, però,  resta una distinzione importante, relativamente le modalità di partecipare all’eredità, tra figli germani ed unilaterali. 

Infatti, ai sensi dell’articolo 570 del codice civile, fratelli e sorelle unilaterali conseguono la metà della quota ereditaria che spetta ai fratelli ed alle sorelle germani.

Occorre chiarire che i fratelli germani sono quelli che hanno in comune sia il padre che la madre, mentre i fratelli unilaterali, invece, hanno in comune solo un genitore.

Pertanto, mentre i figli naturali ed i figli legittimi hanno diritto alle stesse quote sull’eredità, lo stesso discorso non vale per fratelli e sorelle unilaterali.

Ciò in virtù della diversa intensità del vincolo di parentela presunto nel diritto successorio.

Comunione dei beni ed eredità

Quando i coniugi sono sposati in regime di comunione dei beni e si apre l’eredità solo la metà del patrimonio del de cuius cade in successione.

La comunione dei beni si scioglie con la morte del proprio marito, o della propria moglie.

Diverso è il discorso dello scioglimento della comunione ereditaria, essendo gli eredi ciascuno proprietario per l’intero della quota loro attribuita per legge.

Poiché il coniuge superstite è già titolare del 50% del patrimonio del coniuge deceduto, soltanto l’altro 50% cadrà in successione ereditaria.

Rientrano nella comunione dei beni tutti gli acquisti compiuti dai coniugi insieme, o separatamente, durante il matrimonio.

La comunione dei beni nell’eredità riguarda anche le aziende gestite da entrambi i coniugi costituite dopo il matrimonio.

Oltre agli utili e gli incrementi delle aziende gestite da entrambi i coniugi costituite prima del matrimonio.

Diritto abitativo del coniuge superstite

Il diritto abitativo del coniuge superstite non può essere mai impedito, né escluso neanche per disposizione testamentaria, come previsto dall’articolo 540 del codice civile.

Il diritto di abitazione del coniuge superstite spetta anche al coniuge separato cui non è stata addebitata la separazione.

La casa coniugale caduta in eredità, tuttavia, ove vi sia l’accordo di tutti gli eredi, può essere venduta nell’ambito della divisione ereditaria.

La quota del ricavato della vendita del coniuge assegnatario sarà maggiore rispetto a quella degli altri eredi, in virtù del valore da attribuire al diritto di abitazione.

Il valore del diritto di abitazione tiene conto dell’età del coniuge superstite e, ai fini  del calcolo del suo valore, è equiparabile all’usufrutto.

Eredità e quote di legittima

Per comprendere quali sono le quote degli eredi quando non è  stato redatto testamento, bisogna tenere conto che i diritti dei discendenti prevalgono sui diritti degli ascendenti.

Nell’eredità senza testamento la successione si apre in favore del coniuge, dei discendenti, ascendenti, dei collaterali e altri parenti, secondo le regole stabilite dagli articoli 565 e seguenti del codice civile.

Quando chi muore non lascia prole, genitori, o altri ascendenti, a succedere nell’asse ereditario sono i fratelli e le sorelle in parti uguali.

I fratelli e le sorelle unilaterali, invece, ricevono la metà della quota che ricevono i germani.

Al padre e alla madre succedono i figli, in parti uguali, ai quali sono equiparati i figli adottivi.

Quando i figli concorrono con il coniuge, il coniuge ha diritto alla metà dell’eredità, se alla successione contribuisce un solo figlio.

Nel caso in cui i figli sono più  di uno, il coniuge ha diritto ad un terzo del patrimonio ereditario.

A colui che muore senza lasciare prole, né fratelli, né sorelle, né loro discendenti, succede in parti uguali il padre e la madre, o il genitore superstite.

Se gli antenati non sono dello stesso rango, l’eredità viene trasmessa al parente più prossimo indipendentemente dalla linea.

In mancanza di parenti del defunto l’eredità giacente, si devolve allo Stato. 

Tabella della successione legittima e quote di eredità

EREDI SUPERSTITIQUOTA DI EREDITA’
Coniuge
(in mancanza di figli, genitori e fratelli)
Tutta l’eredità
Uno, o più figli
(in mancanza del coniuge)
Intera eredità (da dividere in parti uguali)
Coniuge e un solo figlio
(gli altri parenti non hanno alcun diritto all’eredità)
1/2 al coniuge e 1/2 al figlio
Consorte e due o più figli
(gli altri parenti non hanno alcun diritto all’eredità)
1/3 al consorte e 2/3 ai figli
Consorte e fratelli
(solo se mancano discendenti e ascendenti: figli e genitori)
2/3 al consorte e 1/3 ai fratelli
Coniuge e genitori
(in mancanza di figli e fratelli)
2/3 al coniuge e 1/3 ai genitori
Coniuge, fratelli e genitori
(in mancanza di discendenti)
2/3 al coniuge e 1/3 ai genitori e fratelli (ai genitori spetta almeno 1/4)
Fratelli e genitori
(in mancanza di coniuge e figli)
1/2 ai genitori e 1/2 ai fratelli
Nipoti
(in mancanza di altri eredi: coniuge, ascendenti, discendenti, fratelli)
L’eredità si divide in parti uguali
Cugini
(in mancanza di altri eredi: coniuge, ascendenti, discendenti, fratelli, nipoti)
La massa ereditaria si divide in parti uguali

In mancanza di questi eredi e parenti prossimi entro il sesto grado l’eredità si  devolve allo Stato.

In considerazione dei molteplici aspetti dell’eredità legittima, nell’eredità senza testamento è bene rivolgersi a un avvocato esperto in diritto ereditario.

L’Avvocato Gianluca Sposato è considerato tra i migliori avvocati specializzati in diritto successorio a livello nazionale.

E’ rappresentante di interessi alla Camera dei Deputati e Consigliere dell’ISLE, Istituto per gli Studi e la Documentazione Legislativa, che opera sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica.

Più volte Presidente dell’esame di Stato per Avvocato a Roma, ha seguito e risolto casi ereditari importati di risonanza nazionale, sia in Italia che all’estero.