Autore: SposatoLaw
Incidenti sul lavoro
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 27 Agosto 2020
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Incidenti sul lavoro
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Risarcimento incidenti sul lavoro
Lo Studio Legale Sposato è stato fondato nel 1949 dall’avvocato Francesco Sposato, il più giovane avvocato d’Italia, per fornire assistenza e supporto a chi subisce lesioni a seguito di gravi infortuni per responsabilità civile. Operiamo nel ramo della responsabilità civile e del risarcimento del danno, sia per infortuni sul lavoro, che “in itinere”, tutelando i diritti del lavoratore e dei familiari per il danno da perdita parentale,
Nel corso degli anni abbiamo assistito con successo più di 5.000 clienti in tutta Italia e ottenuto milioni di indennizzi per i feriti, nonché, nei casi più gravi, azioni legali a tutela degli eredi per morte sul lavoro al fine di determinare la colpevolezza, quantificazione e liquidazione del danno ai familiari.
L’Avvocato Gianluca Sposato, è esperto in responsabilità civile e diritto delle assicurazioni ed è stato eletto il migliore avvocato in Italia nel 2022 da Top Legal.
Assiste personalmente chi ha avuto un incidente sul lavoro e ha subito macro lesioni anche ai fini del corretto accertamento delle lesioni fisiche.
Tuteliamo i familiari di coloro che hanno perso la vita durante il lavoro per motivi imputabili al lavoratore per lavori pericolosi svolti, senza adeguate misure di sicurezza, sia durante i turni di lavoro e le mansioni affidate, che durante il tragitto casa-lavoro e viceversa.
Parere gratuito per incidente sul lavoro
Chi riporta gravi lesioni invalidanti o perde la vita a causa di un infortunio sul lavoro merita la massima tutela, per questo la nostra formula per il cliente prevede l’esame e lo studio del caso in maniera completamente gratuita.
Se riscontriamo le cause della responsabilità del datore di lavoro e decidiamo di assumere l’incarico per il risarcimento del lavoratore, il danneggiato riceve il supporto necessario per ottenere il risarcimento.
Non richiediamo alcun costo anticipato nel caso di infortuni ed incidenti sul lavoro per l’esame e la quantificazione delle lesioni in termini di danno biologico, la certificazione dell’invalidità permanente e relativo impatto sulla capacità lavorativa del danneggiato.
Avvocato esperto in incidenti sul lavoro
Lo Studio Legale Sposato è da sempre considerato il più affidabile della capitale in materia di risarcimento del danno non patrimoniale e negli anni è stato scuola e punto di riferimento per molti colleghi avvocati.
Nel 2001 è stato rilevato dall’Avvocato Gianluca Sposato, tra i massimi esperti nazionali in materia di responsabilità civile per la quantificazione del risarcimento del danno e per la ricostruzione degli elementi processuali relativi alla nesso di causalità per la ”determinazione della responsabilità del datore di lavoro”.
L’avvocato Gianluca Sposato, che è stato consulente legale dell’INPDAP Istituto Nazionale per il Welfare dei Lavoratori della Pubblica Amministrazione, segue personalmente tutti i casi relativi a macro lesioni e decesso sul lavoro.
Il danno biologico del lavoratore
Il danno biologico è riconosciuto al lavoratore che abbia subito un incidente, o un infortunio sul lavoro, o si sia ammalato a causa delle precarie condizioni di salute sul luogo di lavoro.
La materia è disciplinata dal Decreto Legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000, recante disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, ai sensi dell’articolo 55, comma 1, della legge n. 144.
L’indennizzo viene corrisposto al lavoratore che dimostri il danno subito e il nesso di causalità tra infortunio e attività svolta, indipendentemente dalla copertura dell’Inail, sia che si tratti di rapporto di lavoro debitamente denunciato, o di lavoro in nero.
Il danno morale del lavoratore
Chi è vittima di un infortunio sul lavoro, a causa di attività lavorative pericolose svolte senza precauzioni, in luoghi di lavoro non sicuri, o per esposizione a sostanze tossiche e velenose, come catrame, bitume, gas solido o inalazione, fumi di amianto, subisce danni alla salute che deve essere quantificata sotto diversi profili.
Si ha diritto al risarcimento del danno morale quando il comportamento illecito che ha causato il danno al lavoratore è di particolare gravità e contrario ai diritti fondamentali della persona, costituzionalmente garantiti.
Oltre al danno biologico, relativo alle lesioni accertabili in termini di invalidità permanente e temporanea del lavoratore, per l’esatto e completo computo del danno subito dal lavoratore, deve essere presa in considerazione anche la sofferenza subita dal lavoratore.
La più recente giurisprudenza della Suprema Corte parla di personalizzazione del danno, con un aumento del 50% dell’invalidità permanente riconosciuta alla parte lesa.
Tuttavia, ai fini del massimo risarcimento del danno, oltre al nesso di causalità, sarà necessario provare l’effettivo danno subito dal lavoratore che abbia subito lesioni, o malattia durante, o a causa, dell’esercizio della propria posizione, attività in luoghi di lavoro malsani, o non sicuri.
Risarcimento Inail e rendita vitalizia
Il nostro ordinamento tutela i lavoratori anche quando non sono nel pieno godimento dei loro diritti, prevedendo la possibilità di chiedere il risarcimento del danno in tutti i casi in cui l’evento dannoso abbia determinato condizioni di inabilità temporanea o permanente al lavoro.
In caso di incidenti sul lavoro, il datore di lavoro risponde ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile, indipendentemente dall’adempimento dell’ obbligo assicurativo, o previdenziale.
L’Inail riconosce un’indennità per gli infortuni sul lavoro che abbiano comportato un’invalidità compresa tra il 6% e il 15% e una rendita vitalizia diretta per i casi di lesioni pari o superiore al 16%.
L’indennizzo in capitale o in forma di rendita vitalizia per invalidità compresa tra il 6% e il 100% è calcolato sulla base delle tabelle del danno biologico Inail che tengono conto di coefficienti legati al sesso, all’età e al grado di invalidità subita.
Denuncia in caso di morte sul lavoro
In caso di decesso del lavoratore, ci occupiamo di espletare tutte le procedure necessarie per ottenere l’importo massimo erogabile previsto dalla legge per ciascun legittimo erede.
Il certificato di morte deve essere presentato all’INAIL dal datore di lavoro, o dagli eredi del lavoratore, secondo le modalità previste dalla legge.
Al fine di non commettere errori che possano pregiudicare l’accoglimento della domanda risarcitoria e il suo importo, è bene contattare immediatamente il nostro studio legale, che dal 1949 assiste le famiglie di coloro che hanno perso la vita durante o a causa del lavoro svolto, nonché per malattia contratta sul lavoro.
Risarcimento morte sul lavoro
Il datore di lavoro ha il dovere di tutelare la salute e la sicurezza dei propri lavoratori, rispondendo anche penalmente in caso di inosservanza delle disposizioni di legge nel caso di morte sul lavoro.
In caso di morte di un parente sul lavoro, il decesso dell’assicurato, l’assicuratore deve informare i parenti superstiti del loro diritto a richiedere anche la rendita vitalizia.
I parenti del lavoratore che hanno diritto al risarcimento del danno da morte sul lavoro per la perdita del rapporto familiare sono:
- il coniuge
- i figli
- i genitori
- i fratelli
- i nonni
- i nipoti
Gli importi relativi al danno morale per morte sul lavoro che deve essere riconosciuto a ciascun legittimo erede, secondo la recente giurisprudenza della Suprema Corte, devono tenere conto dei seguenti fattori:
- età del lavoratore deceduto
- età del familiare superstite
- grado di parentela,
La convivenza con il lavoratore deceduto è un elemento che può essere valutato ai fini della maggiore o minore importo da corrispondere.
Cosa succede quando il coniuge non versa gli alimenti
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 20 Luglio 2020
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Cosa succede quando il coniuge non versa gli alimenti
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La violazione di obblighi di assistenza familiare integra, nei casi più gravi in cui si ledano i diritti di minori, il reato di cui all’art. 570 bis del codice penale che prevede la reclusione fino ad un anno e la multa fino a 1.032 euro nei confronti del responsabile della violazione, spiega l’Avvocato Gianluca Sposato esperto in diritto di famiglia e Direttore del Network Legale24h.
Anche se nella terminologia giuridica è corretto parlare di solo assegno di mantenimento, in presenza di minori il reato è perseguibile d’ufficio, anziché a querela di parte.
Ciò in considerazione dell’interesse supremo di tutelare i figli e garantire loro che le vicende legate ai contrasti familiari insorti tra i genitori non si ripercuotano, oltre che nelle loro vicende affettive e personali, anche nella sfera economica.
Dovendosi assicurare il sostentamento, inteso nel senso più ampio del termine, agli studi, alle attività ludiche, ricreative e sportive.
I figli hanno sempre diritto al mantenimento
I figli, infatti, sia che siano nati all’interno del matrimonio, o in contesto familiare di coppie di fatto, hanno sempre diritto al mantenimento da parte dei genitori.
Potendo richiedere anche il versamento diretto al compimento della maggiore età, qualora non autosufficienti, dell’assegno di mantenimento.
L’importo dell’ assegno di mantenimento, in mancanza di accordo tra le parti, è sempre determinato dal Tribunale.
Per le coppie sposate la pronuncia del giudice riguarderà la separazione sia che si tratti di separazione giudiziale che di separazione consensuale e lo scioglimento degli effetti civili di matrimonio, ottenibile solo con il divorzio, con tutte le vicende collegate.
Nelle coppie di fatto il provvedimento della autorità giudiziaria avrà ad oggetto esclusivamente la regolamentazione dei rapporti economici del nucleo familiare, con particolare riguardo all’interesse e salvaguardia dei figli.
Cosa succede quando il coniuge non versa gli alimenti: quando non c’è reato?
Tra le cause che escludono il reato di violazione dell’obbligo degli alimenti familiari non vi rientra quella dello stato di disoccupazione di chi sia tenuto al mantenimento dei figli.
Mentre situazioni legate allo stato di salute del genitore resosi inadempiente possono essere valutate.
Al pari di altre cause di impossibilità assoluta, o incolpevole, di somministrare i mezzi di sussistenza, ai fini della esclusione del reato.
Pagamento degli alimenti non versati
Qualora persista lo stato di insolvenza del coniuge, o del compagno tenuto a versare l’assegno di mantenimento, anche nei confronti dei figli, la sentenza che ha determinato le relative condizioni, costituisce titolo esecutivo.
Potrà, dunque, essere notificata unitamente ad atto di precetto, per il recupero esecutivo degli importi dovuti.
Circa gli strumenti di recupero del credito, sempre che vi sia capienza e, dunque, garanzie da parte del debitore, si potrà dare corso all’azione esecutiva in sede mobiliare, con pignoramento presso terzi .
Oppure, nei casi di inadempimento più consistente, con le forme del pignoramento immobiliare, potendosi iscrivere a garanzia del proprio credito anche ipoteca sulla casa coniugale ricevuta in assegnazione.
- Tag alimenti coniuge
Preliminare di compravendita
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 18 Giugno 2020
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Preliminare di compravendita
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Cosa è il contratto preliminare di compravendita?
Il contratto preliminare di compravendita immobiliare è il contratto con il quale la parte promittente venditrice, proprietaria dell’immobile, si obbliga a vendere alla parte promittente acquirente, la proprietà dell’immobile oggetto della compravendita al prezzo e secondo le modalità e i termini stabiliti nel contratto medesimo.
Il contratto è nullo, come sancito dall’art. 1351 del cod. civ. se non è fatto nella stessa forma del contratto definitivo e, dunque in forma scritta, trasferendosi la proprietà solo in una fase successiva, con la stipula del rogito di compravendita.
Di qui l’importanza di rivolgersi ad un Notaio sempre con l’assistenza di un avvocato immobiliarista, considerate le diverse funzioni e l’opportunità di trascrivere il preliminare di acquisto nei Pubblici Registri Immobiliari al fine di evitare gli effetti di eventuali pignoramenti successivi che precedano la stipula del contratto definitivo di compravendita.
Attività preliminari al compromesso
Prima di stipulare il compromesso, è indispensabile verificare che il venditore sia l’effettivo proprietario dell’immobile, che questo sia in regola dal punto di vista edilizio e che abbia impianti conformi alle norme di sicurezza e agli eventuali vincoli urbanistici, culturali, ambientali e paesaggistici.
Noi raccomandiamo sempre agli acquirenti che si rivolgono al nostro Studio Legale per la stipula di un contratto preliminare di compravendita e per l’assistenza legale in sede di rogito notarile anche di consultare il regolamento condominiale onde evitare spiacevoli sorprese, come, divieto di destinazione delle unità abitative all’esercizio di determinate attività, o spese da sostenere per lavori condominiali già approvati.
Testamento quando lede i diritti dei legittimari e può essere impugnato
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L’Avvocato Gianluca Sposato, specializzato in diritto ereditario spiega all’Agenzia Parlamentare che il testamento quando lede i diritti degli eredi legittimari può essere impugnato.
In questo articolo spiego quando si può impugnare un testamento per lesione di legittima.
Chi può impugnare il testamento?
Nel nostro ordinamento giuridico il testamento può essere impugnato da chiunque vi abbia interesse.
Per impugnare il testamento è necessario che vi sia un legittimo interesse.
Con la morte di una persona i suoi diritti patrimoniali si trasmettono ad altri soggetti che possono effettuare impugnazione del testamento per lesione di legittima.
Il codice civile determina i rapporti di parentela entro i quali va deferita la successione legittima del defunto, là dove manca una disposizione testamentaria.
Al contempo stabilisce quali sono le quote ereditarie che vanno devolute ai familiari, coniuge, figli e genitori, quali eredi legittimari.
Agli eredi legittimi non può essere tolta una partecipazione alla successione ereditaria.
Quando può essere impugnato il testamento?
Nella successione testamentaria devono essere rispettate le quote riservate ai legittimari.
Il testatore non può eccedere per liberalità la quota disponibile che la legge gli riconosce.
Il testatore nel redigere l’atto di sua ultima volontà deve tenere sempre conto della composizione dell’asse ereditario per questo è importante scegliere un avvocato esperto in successioni ereditarie.
La legge garantisce agli eredi le quote ereditarie con e senza testamento che devono sempre essere rispettate quando nell’asse ereditario ci sono i legittimari.
Pertanto, oltre che per vizi di forma e di validità, si può impugnare il testamento per lesione di legittima limitatamente alla disposizione compiuta, trattandosi di nullità relativa e non assoluta.
Chi sono i legittimari?
I legittimari sono il coniuge ed i figli e, solo in assenza dei figli, anche i genitori e gli altri ascendenti, nonni e bisnonni.
Questa categoria di eredi è privilegiata dal nostro ordinamento giuridico e non può essere pretermessa o esclusa dall’eredità per nessuna ragione, se non per cause di indegnità a succedere.
Ciò significa che ai legittimari è riservata una parte dell’eredità stabilita dalla legge, a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare.
Ai fini del calcolo delle quote ereditarie in presenza di legittimari bisogna, però, sempre verificare anche quanto compiuto a titolo di liberalità in vita dal de cuius.
Se, per esempio, il defunto ha avvantaggiato attraverso donazioni indirette un erede rispetto all’altro, bisogna consultare un avvocato esperto in eredità per risolvere problemi interpretativi nel rapporto tra donazioni ed eredità.
Ciò perché il de cuius, quando nell’asse ereditario ci sono i legittimari, può disporre liberamente solo di una quota del suo patrimonio, dovendo garantire ai legittimari le quote ereditarie loro riservate per legge.
Quota di riserva, quota disponibile ed azione di riduzione
Ai legittimari spetta una quota di riserva di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, esaminando l’ipotesi in cui ha la successione all’eredità senza testamento.
Nel caso, invece, della successione testamentaria sono molteplici gli elementi da analizzare, che solo un avvocato specializzato in successioni ereditarie patrocinante in Cassazione può valutare.
Problemi frequenti riguardano la capacità di intendere e volere del testatore ed la validità del testamento, che produce effetto dal momento della pubblicazione.
Il mancato rispetto della quota di riserva destinata per legge ai familiari del defunto, consente di potere impugnare il testamento quando lede i diritti degli eredi legittimari.
Lo stesso discorso vale per la pubblicazione di un testamento olografo falso, che non è stato scritto di pugno dal testatore, la cui scrittura è stata riprodotta infedelmente.
Quali sono le quote di cui il testatore può disporre nel testamento?
La quota disponibile varia a seconda del numero dei legittimari ma, in ogni caso, non può essere mai inferiore ad ¼ del patrimonio del testatore.
Quindi, quando nell’asse ereditario sono presenti eredi legittimari il testatore può disporre sempre di ¼ del suo patrimonio.
La regola è che devono essere rispettate le quote ereditarie, ma vi è piena libertà di scelta sui soggetti da indicare come propri beneficiari per atto di ultima volontà.
Se non ci sono eredi legittimari, dunque il coniuge, i figli, i genitori o i nonni, il testatore può disporre liberamente dell’intera quota del proprio patrimonio.
L’articolo 554 del codice civile prevede che le disposizioni testamentarie eccedenti la quota di cui il defunto poteva disporre sono soggette a riduzione nei limiti della quota medesima.
L’esperimento dell’azione di riduzione dinanzi il Tribunale competente, è consentita quando è fallito il tentativo di comporre bonariamente la controversia ereditaria con una transazione ereditaria.
Quali sono i tempi per impugnare il testamento?
Per le cause di nullità del testamento non c’è un termine, poiché l’azione è imprescrittibile.
Nelle cause di annullabilità del testamento, invece, l’azione per impugnare il testamento va proposta entro 5 anni dal giorno in cui se ne ha conoscenza.
I casi di nullità del testamento si verificano di rado e sono legati, oltre che a vizi di forma nel testamento olografo, ad aspetti sostanziali che incidono sulla volontà del testatore.
I vizi del volere sono, comunque, causa di annullamento delle singole disposizioni e non producono effetti di caducazione dell’intero negozio giuridico.
Basti pensare all’istituzione dell’erede universale, quando chi fa testamento decide di non lasciare niente ai legittimari, escludendoli di fatto dal testamento.
Nel caso di un testamento con erede universale, l’azione da esperire è quella di riduzione, non potendosi ritenere l’atto nullo.
La nomina di erede universale deve essere intrepretata, per giurisprudenza consolidata, come lascito della quota disponibile all’erede universale.
Occorre ricordare, poi, che in caso di condanna all’ergastolo si perde la capacità di fare testamento e cade l’intero atto anche compiuto precedentemente.
Impugnazione testamento e sequestro giudiziario
Molto spesso le azioni giudiziarie per tutelare l’erede pretermesso dalla partecipazione alla successione ereditaria vanno intraprese con celerità.
Si pensi al caso dell’istituzione di un erede universale in presenza di legittimari.
Per evitare la sottrazione di beni alla massa ereditaria e agli eredi esclusi, quali creditori, in tali ipotesi si può agire in via d’urgenza chiedendo un’azione cautelare.
Il sequestro giudiziario, disciplinato dall’articolo 670 del codice di procedura civile, si riferisce a beni che offrono interesse per l’oggetto della controversia.
Viene attuato per sottrarre il patrimonio oggetto di controversia ereditaria alla disponibilità diretta dei coeredi che sono stati avvantaggiato in danno di altri.
Si differenza dal sequestro conservativo che, invece, è una misura preventiva e conservativa della responsabilità patrimoniale.
Per prenotare un appuntamento con l’Avvocato Gianluca Sposato, esperto in successioni ereditarie chiamare il numero 06.3217639, o visitare l’area Assistenza Legale, dove sono indicati anche i costi.
Incidenti stradali, emergenza sociale
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 23 Febbraio 2020
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Incidenti stradali, emergenza sociale
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L’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente Adism, Associazione Difesa Infortunati Stradali interviene al Messaggero sul problema degli incidenti stradali mortali.
Incidenti stradali mortali piaga sociale
Gli incidenti stradali mortali sono una piaga sociale e rappresentano un’ emergenza nazionale poco sentita da media ed istituzioni.
Tanti i giovani vittime di omicidio stradale e picchi massimi di mortalità sulle strade nei fine settimana a notte fonda e alla prime luci dell’alba.
Occorre diffondere la cultura della educazione e sicurezza stradale a cominciare dalle scuole con aggiornamenti periodici per i possessori di patente.
E’ opportuno che il Governo intervenga con misure straordinarie.
Installazione di tutor nei tratti stradali più pericolosi e pattugliamento nelle ore notturne, il venerdì e sabato, in cui vi è il picco massimo di sinistri mortali.
Maggiori risorse economiche devono essere destinate per strisce pedonali luminose ed installazione di telecamere, tenuto conto degli incidenti a pedoni in costante aumento.
Adism, con nota inviata dall’Avvocato Gianluca Sposato, ha chiesto al Governo l‘installazione obbligatoria della scatola nera su tutti i mezzi di locomozione omologati.
La ricostruzione degli incidenti stradali è, infatti, determinante al fine dell’attribuzione di responsabilità immediata in caso di morte per incidente stradale.
Con il carcere ed il ritiro definitivo della patente nei casi di guida sotto stato di ebbrezza, o assunzione di droghe.
Le vittime della strada hanno diritto a tempi rapidi della giustizia sia in ambito penale che in sede civile.
In particolare per il conseguimento dei risarcimento dei danni per la perdita del rapporto parentale e sconvolgimento dell’esistenza per l’uccisione del proprio caro.
Gli incidenti stradali mortali sono una piaga sociale ed emergenza sociale poco sentita da media ed istituzioni, che ogni 4 ore vede un morto sulle nostre strade.
Pubblicato sul Messaggero 23 febbraio 2020 – tutti i diritti riservati Sposatolaw dal 1949.
Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale?
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 23 Febbraio 2020
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Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale?
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Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale? L’importanza di scelte condivise per il raggiungimento di un accordo.
L’Avvocato che si occupa della separazione dei coniugi, oltre a essere esperto in diritto di famiglia deve avere grande sensibilità e doti umane per comprendere a fondo la situazione e le problematiche legate ai rapporti conflittuali della coppia, onde fornire le migliori soluzioni e risposte salvaguardando i diritti dei minori e tutelando gli interessi del nucleo familiare, anche dopo la separazione”
– spiega l’Avvocato Gianluca Sposato, Responsabile dell’Associazione La Famiglia Onlus e del Network Legale24h, che da oltre 20 anni assiste famiglie in crisi matrimoniale a Roma e in tutta Italia.
I motivi che possono portare alla rottura del matrimonio sono molteplici: litigi familiari, la scoperta di un tradimento, rapporto matrimoniale compromesso a causa dell’ingerenza dei genitori, scelte familiari non condivise, violenze domestiche, risultano tra le cause più frequenti.
Di fronte ad accadimenti di questo e altro genere non sempre è possibile ricucire il rapporto coniugale e la separazione giudiziale diventa l’unica strada da affrontare, per uscire da una convivenza intollerabile, in mancanza di accordo per una separazione consensuale.
Scelte condivise finalizzate al raggiungimento di un accordo nella separazione coniugale
La scelta di separarsi dal coniuge, se non condivisa, rischia di trascinarsi sia sul piano economico che nelle relazioni con i figli, molto spesso oggetto di dispute tra genitori.
La legge è sempre un rimedio e mai la soluzione ai problemi familiari e genitoriali, per questo è fondamentale la scelta di un avvocato che abbia grande sensibilità ed esperienza nel ramo del diritto di famiglia.
Pertanto alla domanda: “come si può tutelare i figli nella separazione coniugale?” sta all’intelligenza ed alla sensibilità della coppia, porsi risposte che non abbiano ricadute sulla vita della prole.
Chi si appresta ad affrontare una separazione coniugale deve essere assistito al meglio da un avvocato matrimonialista per trovare un accordo, rinunciando a rispettive pretese, nell’interesse della famiglia e dei figli.
Non si sarà più sposati, non si vivrà più sotto lo stesso tetto, ma si continuerà ad essere genitori: solo pensando a questo si potrà trovare la soluzione meno dolorosa nel compiere un passo così importante, al pari del matrimonio, nella propria vita.
Evitare di instaurare il contenzioso giuridico è il primo compito dell’avvocato nella separazione giudiziale o consensuale con figli minorenni.
Tuttavia, la separazione giudiziale diventa inevitabile in presenza di gravi inadempimenti familiari, nel qual caso è fondamentale tutelare i propri diritti, ove necessario anche in via cautelare.
Cosa fare quando il matrimonio è irrimediabilmente compromesso e ci si vuole separare?
Quando si intende affrontare la separazione dal proprio coniuge bisogna rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto di famiglia, descrivere fino in fondo la situazione e le ragioni che hanno portato a maturare la decisione di separarsi.
Il primo compito dell’avvocato matrimonialista è capire se vi sono margini per una riconciliazione.
Ove ciò non sia possibile, perché il rapporto affettivo è ormai del tutto compromesso, è fondamentale percorrere la strada della separazione consensuale, per i vantaggi nella conservazione di buoni rapporti.
Un accordo dei coniugi nella maggior parte dei casi è la scelta migliore per tutelare i figli nella separazione coniugale, sempre perseguibile anche in corso di giudizio.
Garantire un rapporto sereno tra figli e genitori anche dopo lo scioglimento del matrimonio
La separazione dei coniugi è volta a regolare aspetti economici della famiglia e la gestione del rapporto genitoriale, qualsiasi scelta che non sia condivisa, viene presa dal Tribunale.
Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale senza pensare che i figli vivono di riflesso la crisi genitoriale che ha portato alla rottura della famiglia?
Nel nostro ordinamento giuridico i figli godono di una tutela ed attenzioni particolari che hanno trovato ulteriori garanzie nella riforma del diritto di famiglia con la Legge n. 206/201 ( Riforma Cartabia ).
L’errore che i genitori durante la separazione non devono commettere è quello di coinvolgere la prole nei loro litigi, o peggio ancora utilizzarla come arma di ricatto nei confronti dell’altro genitore, come spesso accade, screditandolo.
Ciò può avvenire, ad esempio, quando l’ex coniuge convive con il nuovo partner, o non adempie nella maniera richiesta all’obbligo di mantenimento.
Affido esclusivo in caso di disaccordo tra genitori
Come si può tutelare i figli affrontando la separazione coniugale non è una questione sempre semplice allora.
Il legislatore, in base all’articolo 337 quater del codice civile, considera l’affidamento esclusivo, quando quello condiviso sia contrario all’interesse del figlio a causa di comportamenti non consentiti da parte di uno dei genitori.
Dunque il richiamo alla responsabilità e al rispetto dei propri doveri genitoriali in questo contesto giuridico, che coinvolge anche e soprattutto questioni affettive, più che mai rappresenta sempre la buona regola da seguire.
Le 50 Parole più usate nelle aule di giustizia del danno stradale
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 21 Febbraio 2020
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Le 50 Parole più usate nelle aule di giustizia del danno stradale
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Il Manuale “Le 50 Parole più usate nelle Aule di Giustizia del Danno Stradale” nasce dall’esigenza di sensibilizzare il cittadino all’educazione e sicurezza stradale.
Come difendersi negli incidenti stradali?
Il Manuale Le 50 Parole più usate nelle aule di giustizia del danno stradale si propone di fornire utili spunti sulla condotta da adottare per prevenire gli incidenti stradali.
Al contento, indica quale comportamento deve tenere chi rimane ferito in un sinistro stradale per chiedere il risarcimento dei danni fisici.
Vuole, inoltre, sollevare il problema e mettere in guardia dai procacciatori di sinistri stradali, volgarmente chiamati “parafangari” presenti nelle carrozzerie e negli ospedali.
Spesso i patrocinatori stragiudiziali, che non sono avvocati, dietro false promesse, approfittando dello stato di bisogno e confusionale dei feriti e vittime di incidenti stradali, si fanno firmare incarichi per la gestione del sinistro.
La mortalità in incidenti stradali
È, purtroppo, un fenomeno inarrestabile quello della mortalità sulle strade che non è diminuito neanche con l’introduzione del reato di omicidio stradale.
Ogni giorno in Italia muoiono 9 persone in incidenti stradali, mentre 700 restano ferite.
L’Avvocato Gianluca Sposato, ha destinato i proventi della sua opera in beneficienza per promuovere la legalità e la sicurezza stradale nelle scuole.
I casi di incidenti con lesioni fisiche
I casi di incidente con feriti più gravi riguardano gli incidenti in moto attesa la mancanza di misure di protezione oltre al casco per i motociclisti e gli incidenti a pedoni esposti al rischi di gravi traumi per investimento.
Ma la strada non risparmia neanche i minori: ogni 15 giorni muore un bambino di età inferiore a 14 anni e 25 bambini restano feriti.
Distrazione al cellulare negli incidenti stradali
Sono dati allarmanti se si pensa alle cause: la distrazione per l’uso del cellulare ed il mancato uso dei dispositivi di sicurezza in auto.
Per questo una campagna di sensibilizzazione per tutelare la salute dei bambini in auto è stata presentata nel mese di novembre 2019 al Ministero delle Infrastrutture dall’Adism, Associazione Difesa Infortunati Stradali.
L’obiettivo è di ridurre drasticamente le vittime minorenni negli incidenti stradali.
Pronto soccorso infortunistica stradale
L’Associazione Difesa Infortunati Stradali ha anche pubblicato una guida con le norme di comportamento da tenere alla guida ed in caso di incidente.
Le guide comportamentali sono richiamate nel Manuale Le 50 Parole più usate nelle aule di giustizia del danno stradale.
Adism ha predisposto un servizio di Pronto Soccorso Infortunistica Stradale, attivo su tutto il territorio nazionale, per i danneggiati da incidenti stradali.
Il servizio che non ha costi è orientato ad assistere i familiari di chi ha perso la vita in un incidente stradale, o vi ha riportato lesioni gravi.
Infatti, per districarsi nel complesso mondo del risarcimento del danno bisogna avvalersi di medici legali ed avvocati specializzati.
Campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 18 Novembre 2019
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Campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto
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Iniziativa sulla sicurezza stradale promossa dall’Associazione Difesa Infortunati Stradali
Una campagna di sensibilizzazione per salvare i bambini in auto è stata presentata in questi giorni al Ministero della Salute dall’Adism, Associazione Difesa Infortunati Stradali.
L’obiettivo è quello di ridurre drasticamente le vittime minorenni degli incidenti stradali – spiega l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente dell’Associazione.
L’Avvocato Gianluca Sposato, ha avuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i danneggiati da incidenti stradali.
Incidenti stradali a minori spesso per imprudenza dei genitori distratti dallo smartphone
La principale causa di mortalità è rappresentata dalla distrazione alla guida per l’utilizzo dello smartphone, che provoca circa il 90% di questi incidenti.
Soprattutto perché usato non per telefonare, e questo è il dato più allarmante, ma per scrivere su social, chat e mail mentre si è al volante.
Distratti dal telefonino ma anche incoscienti, perché solo un genitore su due, quando è alla guida, assicura i bambini allacciandoli alle cinture.
I dati sono agghiaccianti e si fa poca informazione.
Nel 2018 i minori di 14 anni deceduti a causa di incidenti stradali sono stati 49, di questi 25 bambini erano trasportati in automobile.
Anche i bambini tra le vittime della strada
Sempre nel 2018, un bambino è rimasto ucciso, mentre era trasportato dal padre in un incidente in moto.
Undici bambini hanno trovato la morte in incidente stradale perdendo la vita in ospedale travolti in incidente in bici.
Anche gli incidenti a pedoni coinvolgono i bambini, dodici di loro sono stati travolti ed uccisi mentre si trovavano a piedi.
Per questa ragione l’Associazione Difesa Infortunati Stradali ha presentato al Governo la campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto,
Età dei bambini morti in incidenti stradali
La fascia più colpita è da 0 a 5 anni con ben 22 vittime, di cui un bambino di 3 anni sulla strada della Bonifica nel territorio di Rosciano, in provincia di Pescara.
19 bambini sono deceduti in un incidente stradale mortale nella fascia di età da 6 a 10 anni.
Mentre 8 decessi di bambini in incidenti stradali mortali riguardano i minori di età compresa tra gli 11 ed i 13 anni.
Una tragedia per i genitori ed i familiari che vedono ogni anno le loro vite spezzate, non potendo essere ripagati da alcun risarcimento per morte del figlio in incidente stradale.
Il reato di omicidio stradale non ha fatto diminuire gli incidenti mortali
Un fenomeno inarrestabile quello della mortalità sulle strade che non è diminuito con l’introduzione del reato di omicidio stradale, spiega l’Avvocato Gianluca Sposato.
Ogni giorno in Italia muoiono 9 persone in incidenti stradali e 700 restano ferite, mentre ogni 15 giorni muore un bambino di età inferiore a 14 anni e 25 bambini restano feriti.
Oltre l’80% dei minori vittime di incidenti è all’interno delle auto, quindi la responsabilità ricade su chi guida, quasi sempre un parente, o i genitori.
Oltre all’uso del cellulare, altra causa riguarda il seggiolino, obbligatorio fino ai 12 anni di età e 1,50 metri di altezza, non posizionato nel modo giusto, o non assicurato dalle cinture.
Infatti, stando alle statistiche del Ministero dei Trasporti, solo il 47% degli italiani li usa ed in modo corretto.
Questi i motivi della campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto, portata avanti dal comitato tecnico scientifico composto da emeriti giuristi e medici legali docenti universitari.
Momenti in cui i bambini sono più esposti al pericolo di incidenti
Sono tre i momenti in cui i bambini sono più esposti al pericolo di incidenti:
- nel tragitto da casa verso la scuola al mattino
- al ritorno dalla scuola a casa nel pomeriggio
- durante il fine settimana, quando aumenta il traffico del week-end.
Le gravi conseguenze provocate da questi incidenti ai piccoli passeggeri potrebbero, in moltissimi casi, essere evitate.
I seggiolini per auto devono essere omologati e scelti in base al peso del bambino.
Sono, infatti, in grado di garantire al piccolo trasportato un adeguato contenimento e la migliore protezione possibile in caso di incidente.
I genitori devono considerarne l’utilizzo come imprescindibile gesto di protezione per i propri figli.
Così come il rispetto di tutte le altre regole a garanzia di una condotta di guida improntata alla massima prudenza ed al rispetto delle norme del codice della strada.
Incidenti nel fine settimana e sabato sera
Il fine settimana ed il sabato sera sono i giorni più pericolosi, soprattutto alle prime luci dell’alba.
Da notare che il 48% degli incidenti stradali è concentrato nei centri urbani, considerando anche le aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai poli, si arriva al 75% del totale.
Mentre nei comuni delle aree interne, caratterizzate da distanze superiori ai 20 minuti di percorrenza dai poli urbani, gli incidenti rappresentano il 25% del totale regionale.
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, l’elevata velocità e la guida distratta sono le prime tre cause di incidenti.
Per questo l’ ADISM, al fine di sensibilizzare alla prudenza ed alla educazione stradale ai fini della prevenzione degli incidenti ha pubblicato sul sito internet www.adism.it una guida con le norme di comportamento da tenere alla guida ed in caso di incidente stradale.
Riproduzione riservata Sposatolaw- Pubblicato dall’Avvocato Gianluca Sposato sul Messaggero il 18 novembre 2019.
Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 8 Ottobre 2019
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Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018
Indice
Ricaduta economica degli incidenti stradali
La ricaduta economica e sociale degli infortuni subiti dalle persone a causa degli incidenti stradali con feriti ed incidenti stradali mortali costa all’Italia 19,3 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL (Prodotto Interno Lordo).
E’ questa la spesa sostenuta dalle compagnie di assicurazione per ripagare le vittime della strada, mente non vengono forniti i costi relativi agli incassi dei premi.
È una emergenza sociale – sostiene l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente di ADISM – Associazione Difesa Infortunati Stradali.
Basti pensare che relativamente agli incidenti stradali più di 3000 decessi nel 2018 si sono verificati nel nostro Paese.
L’Avvocato Gianluca Sposato ha avuto il riconoscimento dell’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i soggetti danneggiati da incidenti stradali.
Statistiche incidenti stradali: ogni 2 ore e mezza muore una persona in incidenti stradali
Gli ultimi dati, relativi alle statistiche degli incidenti stradali all’anno 2017, sono impietosi: 246.750 feriti sulle strade, di cui 17.309 gravi e 3.378 decessi, un morto ogni due ore e mezzo.
Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018.
Nel 2018 solo in Abruzzo sono stati oltre 3 mila gli incidenti stradali con feriti e 76 decessi; soltanto in provincia dell’Aquila le vittime sono salite da 15 del 2016 a 22 nel 2017.
Guida distratta e mancata precedenza le cause principali degli incidenti.
Una nuova interpretazione giuridica del danno legato alla morte
Al problema della mortalità sulle strade si aggiunge la sofferenza ed il vuoto incolmabile per la perdita dei propri cari alle vittime della strada.
Ovvero il danno da perdita parentale, che si concreta nello sconvolgimento dell’esistenza rivelato da fondamentali e radicali cambiamenti dello stile di vita conseguenti al decesso del congiunto.
Il danno da morte è rappresentato dal vuoto costituito dal non potere più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno.
Nell’irrimediabile distruzione di un sistema di vita basato sull’affettività, sulla condivisione, sulla rassicurante quotidianità dei rapporti tra moglie e marito, tra madre e figlio, tra fratello e fratello.
Nel non poter più fare ciò che per anni si è fatto, nonché nell’alterazione che una scomparsa del genere inevitabilmente produce anche nelle relazioni tra i superstiti (Cassazione n. 10107/2011).
La giurisprudenza sul danno iure proprio (del defunto) e iure hereditatis (degli eredi)
Ed è proprio con riguardo alla forma più grave di danno nei casi di omicidio stradale che la giurisprudenza ha elaborato varie teorie e tipologie.
A seconda che si configuri primariamente in capo alla vittima (“iure proprio”), o agli eredi (“iure hereditatis”).
Nel primo caso, si parla di danno tanatologico, derivante dalla sofferenza patita dal soggetto prima della morte, a causa di un fatto illecito.
In un’ottica di responsabilità civile orientata al risarcimento del danno è ritenuta necessaria la sopravvivenza del soggetto per un lasso di tempo apprezzabile.
Oppure che, pur intervenendo la morte per incidente stradale dopo brevissimo tempo, la vittima rimanga lucida e cosciente e sia in grado di percepire la sofferenza e il patema d’animo derivanti dalla sensazione di morte imminente.
Per il danno da perdita parentale occorre la prova della sofferenza per il risarcimento del danno
Sono circostanze molto difficili da provare, umanamente incomprensibili, che ledono la dignità umana, ma soltanto dimostrando la perdita del rapporto affettivo scatta il diritto al risarcimento del danno.
Per questo l’Avv. Gianluca Sposato, impegnato in prima fila per la prevenzione degli incidenti ed i diritti degli infortunati, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale.
Può darsi corso al risarcimento del danno alle vittime della strada, in quanto, in tali circostanze, il diritto entrerebbe a far parte del patrimonio del defunto prima che intervenga la morte, così da poter essere trasmesso agli eredi unitamente agli altri diritti.
Al contrario, in caso di morte immediata, la lesione si verificherebbe nei confronti del bene vita, diritto autonomo rispetto al diritto alla salute, fruibile solo dal suo titolare e non reintegrabile per equivalente.
Le sentenze choc della Cassazione
Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018.
Secondo tale assunto nessun danno in capo agli eredi sarebbe risarcibile automaticamente.
Poiché con l’evento morte, venendo meno il titolare del diritto e con lui il suo patrimonio, si configurerebbe inidoneità dello stesso ad acquisire le conseguenze dannose dell’evento e trasferirle agli eredi.
Una prova impossibile quella della sofferenza che lede il diritto di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la tutela del diritto alla salute, garantiti dalla Costituzione
Senza tralasciare che per la Cassazione, in contrasto con i principi fondamentali garantiti dall’art. 3 e dall’art 32 della Costituzione, resta radicalmente esclusa la configurabilità del danno quando dall’evento conseguano meri disagi, fastidi, disappunti, ansie (Cass.16992/15).
Circostanza poco plausibile di fronte all’evento morte e che non può raffigurarsi un danno sul solo presupposto del vincolo parentale (Cass.11200/19).
Essendo richiesta “l’allegazione e la verificazione precisa e circostanziata dello sconvolgimento di vita patito e delle sue specifiche e concrete estrinsecazioni” (Cass. 22585/13).
E’ lecito domandarsi se, in tal modo, si intenda tutelare gli interessi economici delle assicurazioni tenuto conto degli incidenti stradali con più di 3000 decessi nel 2018.
Incidenti gravi e sicurezza stradale
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 28 Giugno 2019
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Incidenti gravi e sicurezza stradale
Indice
Mancato rispetto dei limiti di velocità e della distanza di sicurezza
Ogni anno in Italia sono migliaia i casi di incidente stradale mortale e centinaia di migliaia gli incidenti con feriti.
Ciò è dovuto ad imprudente condotta di guida, mancato rispetto dei limiti di velocità, della distanza di sicurezza, della segnaletica stradale e distrazione alla guida.
A volte gli incidenti sono dovuti anche alla scarsa manutenzione e illuminazione delle strade e alla carenza di segnaletica stradale – ha spiegato al Messaggero l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente di ADISM Associazione Difesa Infortunati Stradali.
L’Avvocato Gianluca Sposato, esperto in infortunistica stradale per sinistri gravi, ha avuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i danneggiati da incidenti stradali.
<h2 “>Necessità di interventi governativi per la sicurezza stradaleTutto ciò si ripercuote con effetti negativi sulle vittime della strada e sul consumatore, costretto a pagare premi assicurativo sempre più cari a fronte di un servizio inadeguato.
Per questo a livello governativo – sottolinea l’Avv. Gianluca Sposato, nell’ambito dell’ attività istituzionale da lui svolta, dovrebbero essere finanziati interventi per strade più sicure e una segnaletica al passo delle grandi capitali europee.
Mentre l’educazione stradale dovrebbe avere inizio già nelle aule scolastiche.
Incidenti gravi e sicurezza stradale sono un problema ed una emergenza sociale che non può essere trascurato, da qui una iniziativa importante.
L’Avvocato Sposato ha pubblicato il Manuale “Le 50 parole del danno stradale più utilizzate nelle Aule di Giustizia“, i cui proventi sono devoluti per promuovere la sicurezza stradale.
Gli ultimi dati disponibili sugli incidenti e le vittime evidenziano come in Italia la media sia maggiore rispetto a quella europea di ben 6 punti.
Dati sugli incidenti stradali con feriti e lesioni
Gli incidenti stradali con lesioni sono stati nel 2017 174.933 con 246.750 feriti, in leggera diminuzione rispetto al 2016.
Mentre il numero di feriti gravi si è mantenuto costante 17.309, tuttavia sono aumentate le vittime 3.378 +2,9% rispetto all’anno precedente.
Un problema che si pone per le assicurazioni anche con riferimento al risarcimento dei danni fisici negli incidenti stradali.
Le categorie più colpite sono i motociclisti, con 735 decessi in aumento dell’11,9% per incidenti in moto .
A seguire i pedoni 600 vittime per incidenti a pedoni, mentre gli automobilisti deceduti sono stati 1.464.
Solo i ciclisti che hanno perso la vita sono diminuiti 254 -7,6% per incidenti in bicicletta così come i conducenti di ciclomotori 92 -20,7%.
La strada non risparmia neanche i minori: nel 2017 sono state 25 le vittime e oltre 8.000 i feriti.
Le strade più pericolose dove avvengono gli incidenti
Le strade più pericolose sono, nell’ordine, le autostrade comprese le tangenziali e i raccordi, le strade extraurbane e quelle urbane.
Nelle vie dei grandi centri abitati si è invece registrata una diminuzione delle vittime del 5,8%.
La ricaduta economica e sociale degli infortuni subiti dalle persone a causa degli incidenti stradali costa all’Italia 19,3 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL (Prodotto Interno Lordo).
Solo in Abruzzo nel 2017 si sono verificati 2.946 incidenti stradali che hanno causato la morte di 69 persone e il ferimento di altre 4.395.
Rispetto al 2016 una diminuzione degli incidenti del 3,0% e dei feriti del 4,1%, in misura superiore ai dati nazionali.
Sono diminuiti del 33% anche gli incidenti in pullman che riguardano incidente stradale al passeggero trasportato, “soltanto” 32, in controtendenza rispetto al dato nazionale che segna un + 3,3%.
Incidenti stradali in Abruzzo e cause del risarcimento danno
La provincia di Teramo ha il primato negativo di incidenti stradali gravi, secondo la Polstrada a causa di una viabilità inadeguata, mentre Pescara e l’Aquila registrano statisticamente minor il numero di incidenti gravi.
Si confermano tratti stradali con elevata incidenza di incidenti stradali la SS 656 Val Pescara-Chieti, in provincia di Chieti, la SS 16 Adriatica, in provincia di Pescara e Teramo, l’ex SS 509 di Forca d’Acero, in provincia de L’Aquila e la SS 85 Venafrana, in provincia di Isernia.
Il fine settimana ed il sabato sera sono i giorni più a rischio, soprattutto alle prime luci dell’alba; mentre i mesi più pericolosi sono giugno e luglio, in prossimità delle vacanze.
Un problema quello degli incidenti gravi e sicurezza stradale che ha ripercussione anche per il risarcimento del danno in particolare per omicidio stradale e in tragedie per risarcimento morte figlio incidente stradale.
Per questo abbiamo sollecitato il Governo affinché promuova una campagna di sensibilizzazione all’educazione stradale ed al rispetto delle norme di sicurezza – spiega l’Avv. Sposato.
L’ ADISM ha anche pubblicato sul sito internet www.adism.it una guida con le norme di comportamento da tenere alla guida ed in caso di incidente.
Nasce un Pronto Soccorso di Infortunistica Stradale per garantire il risarcimento ai danneggiati da gravi incidenti stradali
Adism, come Associazione Difesa Infortunati Stradali ha predisposto anche un servizio di Pronto Soccorso Infortunistica Stradale.
Il servizio, totalmente gratuito, mette a disposizione in tutta Italia per i danneggiati da incidenti stradali, i loro parenti ed eredi i migliori avvocati e medici legali.
Per districarsi nel complesso mondo del risarcimento del danno, in continua evoluzione giurisprudenziale anche in tema di onere della prova da danno parentale, ed avvalersi di assistenza altamente qualificata con medici legali ed avvocati specializzati.
Riproduzione riservata Sposatolaw – Intervista all’Avvocato Gianluca Sposato sul Messaggero del 28 giugno 2019.