Categoria: Rassegna Stampa
Campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 18 Novembre 2019
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Campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto
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Iniziativa sulla sicurezza stradale promossa dall’Associazione Difesa Infortunati Stradali
Una campagna di sensibilizzazione per salvare i bambini in auto è stata presentata in questi giorni al Ministero della Salute dall’Adism, Associazione Difesa Infortunati Stradali.
L’obiettivo è quello di ridurre drasticamente le vittime minorenni degli incidenti stradali – spiega l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente dell’Associazione.
L’Avvocato Gianluca Sposato, ha avuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i danneggiati da incidenti stradali.
Incidenti stradali a minori spesso per imprudenza dei genitori distratti dallo smartphone
La principale causa di mortalità è rappresentata dalla distrazione alla guida per l’utilizzo dello smartphone, che provoca circa il 90% di questi incidenti.
Soprattutto perché usato non per telefonare, e questo è il dato più allarmante, ma per scrivere su social, chat e mail mentre si è al volante.
Distratti dal telefonino ma anche incoscienti, perché solo un genitore su due, quando è alla guida, assicura i bambini allacciandoli alle cinture.
I dati sono agghiaccianti e si fa poca informazione.
Nel 2018 i minori di 14 anni deceduti a causa di incidenti stradali sono stati 49, di questi 25 bambini erano trasportati in automobile.
Anche i bambini tra le vittime della strada
Sempre nel 2018, un bambino è rimasto ucciso, mentre era trasportato dal padre in un incidente in moto.
Undici bambini hanno trovato la morte in incidente stradale perdendo la vita in ospedale travolti in incidente in bici.
Anche gli incidenti a pedoni coinvolgono i bambini, dodici di loro sono stati travolti ed uccisi mentre si trovavano a piedi.
Per questa ragione l’Associazione Difesa Infortunati Stradali ha presentato al Governo la campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto,
Età dei bambini morti in incidenti stradali
La fascia più colpita è da 0 a 5 anni con ben 22 vittime, di cui un bambino di 3 anni sulla strada della Bonifica nel territorio di Rosciano, in provincia di Pescara.
19 bambini sono deceduti in un incidente stradale mortale nella fascia di età da 6 a 10 anni.
Mentre 8 decessi di bambini in incidenti stradali mortali riguardano i minori di età compresa tra gli 11 ed i 13 anni.
Una tragedia per i genitori ed i familiari che vedono ogni anno le loro vite spezzate, non potendo essere ripagati da alcun risarcimento per morte del figlio in incidente stradale.
Il reato di omicidio stradale non ha fatto diminuire gli incidenti mortali
Un fenomeno inarrestabile quello della mortalità sulle strade che non è diminuito con l’introduzione del reato di omicidio stradale, spiega l’Avvocato Gianluca Sposato.
Ogni giorno in Italia muoiono 9 persone in incidenti stradali e 700 restano ferite, mentre ogni 15 giorni muore un bambino di età inferiore a 14 anni e 25 bambini restano feriti.
Oltre l’80% dei minori vittime di incidenti è all’interno delle auto, quindi la responsabilità ricade su chi guida, quasi sempre un parente, o i genitori.
Oltre all’uso del cellulare, altra causa riguarda il seggiolino, obbligatorio fino ai 12 anni di età e 1,50 metri di altezza, non posizionato nel modo giusto, o non assicurato dalle cinture.
Infatti, stando alle statistiche del Ministero dei Trasporti, solo il 47% degli italiani li usa ed in modo corretto.
Questi i motivi della campagna di sensibilizzazione Adism per salvare i bimbi in auto, portata avanti dal comitato tecnico scientifico composto da emeriti giuristi e medici legali docenti universitari.
Momenti in cui i bambini sono più esposti al pericolo di incidenti
Sono tre i momenti in cui i bambini sono più esposti al pericolo di incidenti:
- nel tragitto da casa verso la scuola al mattino
- al ritorno dalla scuola a casa nel pomeriggio
- durante il fine settimana, quando aumenta il traffico del week-end.
Le gravi conseguenze provocate da questi incidenti ai piccoli passeggeri potrebbero, in moltissimi casi, essere evitate.
I seggiolini per auto devono essere omologati e scelti in base al peso del bambino.
Sono, infatti, in grado di garantire al piccolo trasportato un adeguato contenimento e la migliore protezione possibile in caso di incidente.
I genitori devono considerarne l’utilizzo come imprescindibile gesto di protezione per i propri figli.
Così come il rispetto di tutte le altre regole a garanzia di una condotta di guida improntata alla massima prudenza ed al rispetto delle norme del codice della strada.
Incidenti nel fine settimana e sabato sera
Il fine settimana ed il sabato sera sono i giorni più pericolosi, soprattutto alle prime luci dell’alba.
Da notare che il 48% degli incidenti stradali è concentrato nei centri urbani, considerando anche le aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai poli, si arriva al 75% del totale.
Mentre nei comuni delle aree interne, caratterizzate da distanze superiori ai 20 minuti di percorrenza dai poli urbani, gli incidenti rappresentano il 25% del totale regionale.
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, l’elevata velocità e la guida distratta sono le prime tre cause di incidenti.
Per questo l’ ADISM, al fine di sensibilizzare alla prudenza ed alla educazione stradale ai fini della prevenzione degli incidenti ha pubblicato sul sito internet www.adism.it una guida con le norme di comportamento da tenere alla guida ed in caso di incidente stradale.
Riproduzione riservata Sposatolaw- Pubblicato dall’Avvocato Gianluca Sposato sul Messaggero il 18 novembre 2019.
Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 8 Ottobre 2019
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Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018
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Ricaduta economica degli incidenti stradali
La ricaduta economica e sociale degli infortuni subiti dalle persone a causa degli incidenti stradali con feriti ed incidenti stradali mortali costa all’Italia 19,3 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL (Prodotto Interno Lordo).
E’ questa la spesa sostenuta dalle compagnie di assicurazione per ripagare le vittime della strada, mente non vengono forniti i costi relativi agli incassi dei premi.
È una emergenza sociale – sostiene l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente di ADISM – Associazione Difesa Infortunati Stradali.
Basti pensare che relativamente agli incidenti stradali più di 3000 decessi nel 2018 si sono verificati nel nostro Paese.
L’Avvocato Gianluca Sposato ha avuto il riconoscimento dell’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i soggetti danneggiati da incidenti stradali.
Statistiche incidenti stradali: ogni 2 ore e mezza muore una persona in incidenti stradali
Gli ultimi dati, relativi alle statistiche degli incidenti stradali all’anno 2017, sono impietosi: 246.750 feriti sulle strade, di cui 17.309 gravi e 3.378 decessi, un morto ogni due ore e mezzo.
Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018.
Nel 2018 solo in Abruzzo sono stati oltre 3 mila gli incidenti stradali con feriti e 76 decessi; soltanto in provincia dell’Aquila le vittime sono salite da 15 del 2016 a 22 nel 2017.
Guida distratta e mancata precedenza le cause principali degli incidenti.
Una nuova interpretazione giuridica del danno legato alla morte
Al problema della mortalità sulle strade si aggiunge la sofferenza ed il vuoto incolmabile per la perdita dei propri cari alle vittime della strada.
Ovvero il danno da perdita parentale, che si concreta nello sconvolgimento dell’esistenza rivelato da fondamentali e radicali cambiamenti dello stile di vita conseguenti al decesso del congiunto.
Il danno da morte è rappresentato dal vuoto costituito dal non potere più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno.
Nell’irrimediabile distruzione di un sistema di vita basato sull’affettività, sulla condivisione, sulla rassicurante quotidianità dei rapporti tra moglie e marito, tra madre e figlio, tra fratello e fratello.
Nel non poter più fare ciò che per anni si è fatto, nonché nell’alterazione che una scomparsa del genere inevitabilmente produce anche nelle relazioni tra i superstiti (Cassazione n. 10107/2011).
La giurisprudenza sul danno iure proprio (del defunto) e iure hereditatis (degli eredi)
Ed è proprio con riguardo alla forma più grave di danno nei casi di omicidio stradale che la giurisprudenza ha elaborato varie teorie e tipologie.
A seconda che si configuri primariamente in capo alla vittima (“iure proprio”), o agli eredi (“iure hereditatis”).
Nel primo caso, si parla di danno tanatologico, derivante dalla sofferenza patita dal soggetto prima della morte, a causa di un fatto illecito.
In un’ottica di responsabilità civile orientata al risarcimento del danno è ritenuta necessaria la sopravvivenza del soggetto per un lasso di tempo apprezzabile.
Oppure che, pur intervenendo la morte per incidente stradale dopo brevissimo tempo, la vittima rimanga lucida e cosciente e sia in grado di percepire la sofferenza e il patema d’animo derivanti dalla sensazione di morte imminente.
Per il danno da perdita parentale occorre la prova della sofferenza per il risarcimento del danno
Sono circostanze molto difficili da provare, umanamente incomprensibili, che ledono la dignità umana, ma soltanto dimostrando la perdita del rapporto affettivo scatta il diritto al risarcimento del danno.
Per questo l’Avv. Gianluca Sposato, impegnato in prima fila per la prevenzione degli incidenti ed i diritti degli infortunati, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale.
Può darsi corso al risarcimento del danno alle vittime della strada, in quanto, in tali circostanze, il diritto entrerebbe a far parte del patrimonio del defunto prima che intervenga la morte, così da poter essere trasmesso agli eredi unitamente agli altri diritti.
Al contrario, in caso di morte immediata, la lesione si verificherebbe nei confronti del bene vita, diritto autonomo rispetto al diritto alla salute, fruibile solo dal suo titolare e non reintegrabile per equivalente.
Le sentenze choc della Cassazione
Incidenti stradali: più di 3000 decessi nel 2018.
Secondo tale assunto nessun danno in capo agli eredi sarebbe risarcibile automaticamente.
Poiché con l’evento morte, venendo meno il titolare del diritto e con lui il suo patrimonio, si configurerebbe inidoneità dello stesso ad acquisire le conseguenze dannose dell’evento e trasferirle agli eredi.
Una prova impossibile quella della sofferenza che lede il diritto di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la tutela del diritto alla salute, garantiti dalla Costituzione
Senza tralasciare che per la Cassazione, in contrasto con i principi fondamentali garantiti dall’art. 3 e dall’art 32 della Costituzione, resta radicalmente esclusa la configurabilità del danno quando dall’evento conseguano meri disagi, fastidi, disappunti, ansie (Cass.16992/15).
Circostanza poco plausibile di fronte all’evento morte e che non può raffigurarsi un danno sul solo presupposto del vincolo parentale (Cass.11200/19).
Essendo richiesta “l’allegazione e la verificazione precisa e circostanziata dello sconvolgimento di vita patito e delle sue specifiche e concrete estrinsecazioni” (Cass. 22585/13).
E’ lecito domandarsi se, in tal modo, si intenda tutelare gli interessi economici delle assicurazioni tenuto conto degli incidenti stradali con più di 3000 decessi nel 2018.
Incidenti gravi e sicurezza stradale
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 28 Giugno 2019
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Incidenti gravi e sicurezza stradale
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Mancato rispetto dei limiti di velocità e della distanza di sicurezza
Ogni anno in Italia sono migliaia i casi di incidente stradale mortale e centinaia di migliaia gli incidenti con feriti.
Ciò è dovuto ad imprudente condotta di guida, mancato rispetto dei limiti di velocità, della distanza di sicurezza, della segnaletica stradale e distrazione alla guida.
A volte gli incidenti sono dovuti anche alla scarsa manutenzione e illuminazione delle strade e alla carenza di segnaletica stradale – ha spiegato al Messaggero l’Avvocato Gianluca Sposato Presidente di ADISM Associazione Difesa Infortunati Stradali.
L’Avvocato Gianluca Sposato, esperto in infortunistica stradale per sinistri gravi, ha avuto l’apprezzamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il fattivo contributo volto a tutelare i danneggiati da incidenti stradali.
<h2 “>Necessità di interventi governativi per la sicurezza stradaleTutto ciò si ripercuote con effetti negativi sulle vittime della strada e sul consumatore, costretto a pagare premi assicurativo sempre più cari a fronte di un servizio inadeguato.
Per questo a livello governativo – sottolinea l’Avv. Gianluca Sposato, nell’ambito dell’ attività istituzionale da lui svolta, dovrebbero essere finanziati interventi per strade più sicure e una segnaletica al passo delle grandi capitali europee.
Mentre l’educazione stradale dovrebbe avere inizio già nelle aule scolastiche.
Incidenti gravi e sicurezza stradale sono un problema ed una emergenza sociale che non può essere trascurato, da qui una iniziativa importante.
L’Avvocato Sposato ha pubblicato il Manuale “Le 50 parole del danno stradale più utilizzate nelle Aule di Giustizia“, i cui proventi sono devoluti per promuovere la sicurezza stradale.
Gli ultimi dati disponibili sugli incidenti e le vittime evidenziano come in Italia la media sia maggiore rispetto a quella europea di ben 6 punti.
Dati sugli incidenti stradali con feriti e lesioni
Gli incidenti stradali con lesioni sono stati nel 2017 174.933 con 246.750 feriti, in leggera diminuzione rispetto al 2016.
Mentre il numero di feriti gravi si è mantenuto costante 17.309, tuttavia sono aumentate le vittime 3.378 +2,9% rispetto all’anno precedente.
Un problema che si pone per le assicurazioni anche con riferimento al risarcimento dei danni fisici negli incidenti stradali.
Le categorie più colpite sono i motociclisti, con 735 decessi in aumento dell’11,9% per incidenti in moto .
A seguire i pedoni 600 vittime per incidenti a pedoni, mentre gli automobilisti deceduti sono stati 1.464.
Solo i ciclisti che hanno perso la vita sono diminuiti 254 -7,6% per incidenti in bicicletta così come i conducenti di ciclomotori 92 -20,7%.
La strada non risparmia neanche i minori: nel 2017 sono state 25 le vittime e oltre 8.000 i feriti.
Le strade più pericolose dove avvengono gli incidenti
Le strade più pericolose sono, nell’ordine, le autostrade comprese le tangenziali e i raccordi, le strade extraurbane e quelle urbane.
Nelle vie dei grandi centri abitati si è invece registrata una diminuzione delle vittime del 5,8%.
La ricaduta economica e sociale degli infortuni subiti dalle persone a causa degli incidenti stradali costa all’Italia 19,3 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL (Prodotto Interno Lordo).
Solo in Abruzzo nel 2017 si sono verificati 2.946 incidenti stradali che hanno causato la morte di 69 persone e il ferimento di altre 4.395.
Rispetto al 2016 una diminuzione degli incidenti del 3,0% e dei feriti del 4,1%, in misura superiore ai dati nazionali.
Sono diminuiti del 33% anche gli incidenti in pullman che riguardano incidente stradale al passeggero trasportato, “soltanto” 32, in controtendenza rispetto al dato nazionale che segna un + 3,3%.
Incidenti stradali in Abruzzo e cause del risarcimento danno
La provincia di Teramo ha il primato negativo di incidenti stradali gravi, secondo la Polstrada a causa di una viabilità inadeguata, mentre Pescara e l’Aquila registrano statisticamente minor il numero di incidenti gravi.
Si confermano tratti stradali con elevata incidenza di incidenti stradali la SS 656 Val Pescara-Chieti, in provincia di Chieti, la SS 16 Adriatica, in provincia di Pescara e Teramo, l’ex SS 509 di Forca d’Acero, in provincia de L’Aquila e la SS 85 Venafrana, in provincia di Isernia.
Il fine settimana ed il sabato sera sono i giorni più a rischio, soprattutto alle prime luci dell’alba; mentre i mesi più pericolosi sono giugno e luglio, in prossimità delle vacanze.
Un problema quello degli incidenti gravi e sicurezza stradale che ha ripercussione anche per il risarcimento del danno in particolare per omicidio stradale e in tragedie per risarcimento morte figlio incidente stradale.
Per questo abbiamo sollecitato il Governo affinché promuova una campagna di sensibilizzazione all’educazione stradale ed al rispetto delle norme di sicurezza – spiega l’Avv. Sposato.
L’ ADISM ha anche pubblicato sul sito internet www.adism.it una guida con le norme di comportamento da tenere alla guida ed in caso di incidente.
Nasce un Pronto Soccorso di Infortunistica Stradale per garantire il risarcimento ai danneggiati da gravi incidenti stradali
Adism, come Associazione Difesa Infortunati Stradali ha predisposto anche un servizio di Pronto Soccorso Infortunistica Stradale.
Il servizio, totalmente gratuito, mette a disposizione in tutta Italia per i danneggiati da incidenti stradali, i loro parenti ed eredi i migliori avvocati e medici legali.
Per districarsi nel complesso mondo del risarcimento del danno, in continua evoluzione giurisprudenziale anche in tema di onere della prova da danno parentale, ed avvalersi di assistenza altamente qualificata con medici legali ed avvocati specializzati.
Riproduzione riservata Sposatolaw – Intervista all’Avvocato Gianluca Sposato sul Messaggero del 28 giugno 2019.
L’inefficacia delle alienazioni del bene pignorato
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 12 Giugno 2016
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L’inefficacia delle alienazioni del bene pignorato
Pubblicato su Il Messaggero il 12 giugno 2016 dall’Avvocato Gianluca Sposato – riproduzione riservata Sposatolaw
Gli atti di alienazione dei beni sottoposti a pignoramento
L’art. 2913 del codice civile stabilisce che non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell’esecuzione gli atti di alienazione dei beni sottoposti a pignoramento.
Sono fatti salvi gli effetti del possesso di buona fede per i mobili non iscritti in pubblici registri – spiega l’Avv. Gianluca Sposato presidente dell’Associazione custodi giudiziari.
In dottrina e giurisprudenza si parla di inefficacia relativa di tali atti, sul presupposto che, posta l’irrilevanza del trasferimento per i creditori, questi non hanno bisogno di impugnarlo.
Con la precisazione che trattasi di inefficacia processuale.
Poichè, per il diritto sostanziale, l’atto di alienazione è valido ma l’acquirente, in forza dell’articolo in questione, non potrà proporre vittoriosamente opposizione di terzo all’esecuzione.
Quanto alla ratio della norma, occorre richiamare la ribadito la giurisprudenza di legittimità ( Cass. Civ. Sez. III n. 6748 del 05/08/1987).
Deve affermarsi ai sensi del combinato disposto degli articoli 2813 e 2919 del codice civile, che gli atti di disposizione del bene staggito da parte del debitore esecutato, sono inefficaci de iure rispetto all’intero processo esecutivo in corso.
Il debitore ne conserva, tuttavia, la proprietà fino alla conclusione dell’espropriazione, nel processo relativo alle esecuzioni immobiliari.
Interesse pubblico e privato nella compravendita di immobile pignorato
E’ preminente il rilievo attribuito all’interesse pubblico alla conservazione della garanzia patrimoniale nella sua interezza ed all’interesse privato al soddisfacimento della pretesa creditoria.
In ordine alla posizione che riveste il terzo acquirente nel processo di espropriazione, specie al fine di stabilire quale rimedio può esperire, la giurisprudenza ha reso sul tema decisioni contrastanti.
Parte di essa considera terzo rispetto alla procedura chi ha acquistato l’immobile oggetto dell’esecuzione successivamente alla trascrizione del pignoramento.
Con la conseguenza che egli non ha legittimazione a proporre opposizione agli atti esecutivi.
Inefficacia delle alienazioni del bene pignorato: la posizione del terzo acquirente
Ove il terzo acquirente intenda far valere l’invalidità del pignoramento al fine di accertare che il suo acquisto, benchè trascritto successivamente al pignoramento stesso, è efficace ed opponibile nei confronti del creditore pignorante?
Non dovrà proporre opposizione agli atti esecutivi a norma dell’art. 617 del codice di procedura civile, bensì opposizione di terzo ex art. 619 stesso codice di rito.
Altri, invece, non escludendo che l’acquirente assuma la veste di successore a titolo particolare nel diritto di proprietà sul bene staggito, riconoscono a questi la possibilità di svolgere attività processuali inerenti al subingresso nella qualità di soggetto passivo.
Sul presupposto che il terzo acquirente di un bene pignorato è legittimato a proporre in proprio, e non in via surrogatoria rispetto all’alienante, l’opposizione all’esecuzione a norma dell’art 615 cpc.
Come stabilito dalla Cassazione Civile con sentenza n. 4856 del14/04/2000, riconoscendogli la facoltà di interloquire in ordine alle modalità dell’esecuzione, di proporre opposizione agli atti esecutivi ed all’esecuzione stessa.
Per prenotare una consulenza con l’Avvocato Gianluca Sposato info su costi e servizi nell’area Assistenza Legale24h.
Custodia dell’immobile pignorato e liberazione
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 13 Settembre 2015
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Custodia dell’immobile pignorato e liberazione
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Pubblicato su Il Messaggero del 13 settembre 2015.
L’Avvocato Gianluca Sposato, Presidente emerito dell’Associazione custodi giudiziari, commenta l’art 560 del codice di procedura civile, spiegando la normativa applicabile all’attività di liberazione del bene pignorato.
La liberazione dell’immobile pignorato
Custodia dell’immobile pignorato e liberazione.
L’art 560 del codice di procedura civile al terzo comma prevede che il giudice dell’esecuzione disponga, con provvedimento non impugnabile, la liberazione dell’immobile pignorato in tre casi:
- quando non ritenga di autorizzare il debitore a continuare ad abitare lo stesso, o parte dello stesso;
- quando revochi la suddetta autorizzazione, se concessa in precedenza;
- quando provveda all’aggiudicazione, o assegnazione dell’immobile.
In una fase di crisi economica del mercato immobiliare come quella attuale, i maggiori Fori italiani applicano, di norma, il disposto in commento lasciando al giudice dell’esecuzione un potere discrezionale.
Tale potere si concreta, in sostanza, nell’ordine di liberazione anticipato alla vendita, disponendola a prescindere dalla collaborazione, o meno dell’esecutato.
In passato, l’ordine di liberazione, di regola, veniva emesso soltanto al termine della procedura esecutiva.
Pur non tenendo conto del principio esposto, sancito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 13202 del 31/05/2010, salvo comportamenti omissivi od ostativi, posti in essere dal debitore, o da chi occupasse l’immobile pignorato.
Ciò avveniva con l’ordinanza di aggiudicazione, consentendo al debitore di continuare ad occupare l’immobile fintanto che non fosse stato aggiudicato.
Quando il debitore può continuare ad abitare nell’immobile pignorato?
Con l’introduzione del contraddittorio, secondo quanto previsto dall’art. 171 del codice civile, il giudice dell’esecuzione può autorizzare il debitore a continuare ad abitare l’immobile pignorato.
In tal modo consentendogli, anche per ragioni di umanità, di beneficiare del bene, se pur limitatamente.
Tuttavia, non sembra che il debitore vanti un vero e proprio diritto all’abitazione.
Ragion per cui, ove questi continui ad abitare l’immobile senza espressa autorizzazione del giudice, si configurerebbe una giusta causa anche per la sua sostituzione nella funzione di custode.
Delineandosi, così, la liberazione quale regola e l’abitazione come eccezione che necessita sempre di autorizzazione, anche quando il debitore sia stato nominato custode.
Custodia dell’immobile pignorato e liberazione, esecuzione per somma minima
Diversi sono i problemi connessi con l’interpretazione della norma.
Si pensi al caso di un immobile pignorato locato ad un canone particolarmente elevato.
Circostanza in cui è evidente che, trattandosi pur sempre di un potere discrezionale del giudice, l’ordine di liberazione potrebbe essere differito alla vendita.
Con conseguente vantaggio per la procedura ed incameramento delle relative somme.
In contrasto con la precedente formulazione del provvedimento in esame, è la sentenza della Suprema Corte n. 4228 del 03/03/2015.
La pronuncia in questione, stabilendo una soglia minima di rilevanza nella espropriazione immobiliare, precluderebbe di agire al di sotto di un certo valore.
Principio al quale non sempre la giurisprudenza di merito ha posto rilievo.
Il richiamo all’art. 164 bis del codice di procedura civile è evidente.
Trattandosi di norma di chiusura non esaustiva ed apparendo ragionevole che perlomeno le spese di procedura non superino mai il credito vantato dal creditore procedente che ha eseguito il pignoramento.
Aste, accordo tra aggiudicatario e creditore
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 27 Ottobre 2013
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Aste, accordo tra aggiudicatario e creditore
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Pubblicato su Il Messaggero il 27 ottobre 2013 dall’Avvocato Gianluca Sposato, esperto in diritto immobiliare. Riproduzione vietata. Tutti i diritti riservati
In questo articolo viene spiegato ai lettori quando nelle vendite immobiliari per asta giudiziaria è possibile l’accordo tra aggiudicatario e creditore e quali sono gli effetti.
Cosa è l’assunzione del debito?
L’art. 508 del codice di procedura civile prevede nel caso di vendita o di assegnazione di un bene gravato da pegno o da ipoteca, dopo il pignoramento quanto segue.
L’aggiudicatario o l’assegnatario, con l’autorizzazione del giudice dell’esecuzione, può concordare con il creditore pignoratizio o ipotecario l’assunzione del debito con le garanzie ad esso inerenti, liberando, in tal modo, il debitore.
E’ una fattispecie specifica nella quale è regolato un procedimento alternativo al versamento del saldo prezzo da parte di chi si sia reso aggiudicatario dell’immobile pignorato.
Quanto è possibile nelle aste immobiliari l’accordo tra aggiudicatario e creditore e da cosa dipende questa possibilità?
Qual’è la condizione necessaria per il creditore per l’assunzione dei debiti?
L’ obbligo dell’aggiudicatario è quello di eseguire il versamento del saldo prezzo entro il termine perentorio stabilito nell’ordinanza di vendita.
Termine di regola stabilito in 60 giorni e non prorogabile neppure sull’accordo delle parti.
Aste accordo tra aggiudicatario e creditore: affinché l’assunzione di debiti possa essere disposta è necessario che nella procedura esecutiva vi sia un creditore assistito da privilegio ipotecario, o pignoratizio.
La dottrina estende l’ambito di applicazione anche ai casi in cui il bene oggetto di vendita forzata o assegnazione sia gravato da privilegi speciali, ma non anche da quelli generali per i quali non si produce mai l’effetto purgativo.
Aste: regole dell’accordo tra aggiudicatario e creditore
L’elemento centrale della fattispecie disciplinata dall’articolo in commento è costituito dall’accordo di accollo concluso tra il creditore assistito da causa legittima di prelazione e l’aggiudicatario o assegnatario.
In forza del quale quest’ultimo assume il debito dell’esecutato, impegnandosi a soddisfarlo al di fuori del processo di espropriazione immobiliare.
In tal caso l’aggiudicatario dovrà presentare apposita istanza.
Sulla quale il giudice dell’esecuzione, ricorrendo le condizioni, emetterà ordinanza di autorizzazione ad assumersi il debito.
A riguardo è importante ricordare che l’art. 591 bis secondo comma n. 10 cpc, prevede che in tale fattispecie l’autorizzazione all’assunzione del debito possa essere data anche dal professionista delegato alle operazioni di vendita immobiliare.
Termini dell’istanza per l’assunzione di debito
Aste accordo tra aggiudicatario e creditore: l’ordinanza che autorizza l’assunzione del debito dovrà essere emessa entro il termine per il versamento del saldo prezzo.
Pertanto l’aggiudicatario, che voglia utilizzare tale procedimento, dovrà depositare l’istanza in tempo utile per l’adozione di tale provvedimento.
Dubbi interpretativi sorgono in relazione ai motivi per cui possa essere presentata opposizione agli atti esecutivi.
Aste accordo tra aggiudicatario e creditore: l’autorizzazione del giudice dell’esecuzione
Il provvedimento autorizzativo del giudice avrà, come prima ed imprescindibile conseguenza la liberazione del debitore, estraneo all’accordo, nei limiti del prezzo di aggiudicazione.
Ulteriore fondamentale conseguenza consiste nel fatto che l’aggiudicatario non sarà più obbligato al versamento del saldo prezzo.
L’articolo 585 cpc stabilisce che il giudice dell’esecuzione possa ordinare all’aggiudicatario di versare in favore della procedura esecutiva l’importo occorrente per le spese e per la soddisfazione degli altri creditori capienti.
Le norme in commento in una con la giurisprudenza di legittimità, infine, devono ritenersi applicabili anche nell’ambito delle procedure concorsuali ed, in particolare, in relazione alle vendite fallimentari (Cass. 10909/2002; Cass. 5916/1995 ).
Per richiedere una consulenza all’Avvocato Gianluca Sposatoi costi dei servizi sono indicati nell’area Assistenza Legale24h.
Aste, vendita in frode dei creditori
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 27 Ottobre 2013
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Aste, vendita in frode dei creditori
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Pubblicato su “Il Messaggero” il 27 ottobre 2013 dall’Avvocato immobiliarista Gianluca Sposato. Tutti i diritti riservati.
Vendita in frode ai creditori e azione azione revocatoria
L’azione revocatoria è un mezzo di conservazione della garanzia patrimoniale del debitore.
Consiste nell’attribuzione ai creditori di un’azione giudiziaria per ottenere la dichiarazione di inefficacia degli atti di disposizione del patrimonio con i quali il debitore ha recato loro pregiudizio.
L’articolo 2902 del codice civile disciplina la fattispecie.
Il creditore, ottenuta la dichiarazione di inefficacia, può promuovere nei confronti dei terzi acquirenti le azioni esecutive o conservative sui beni oggetto dell’atto impugnato.
Il terzo contraente che ha verso il debitore crediti dipendenti dall’esercizio dell’azione revocatoria non può concorrere sul ricavato dei beni dell’atto dichiarato inefficace se non dopo che il creditore è stato soddisfatto.
Aste vendita in frode dei creditori: l’elemento del danno
Le fattispecie possono essere molteplici spiega l’Avvocato Gianluca Sposato, esperto in diritto immobiliare.
Si pensi all’atto in frode ai creditori per il cui tramite si intende danneggiare specificamente costoro, sottraendo la garanzia generica costituita dagli elementi attivi presenti nel patrimonio del debitore.
Oppure alla costituzione di una garanzia reale in favore di un creditore che ne fosse stato originariamente privo.
L’effetto dell’azione pauliana non consiste nella dichiarazione di nullità degli atti di alienazione compiuti dal debitore, come nel caso delle compravendite immobiliari.
In tali circostanze è corretto parlare di dichiarazione di inefficacia relativa.
Nel senso che l’atto di compravendita immobiliare non può essere opposto al solo creditore che ha agito, mentre nei riguardi del terzo acquirente e degli altri soggetti è perfettamente valido ed efficace.
Il problema si pone con particolare riguardo sia nel caso di preliminare di compravendita che di revoca della compravendita.
Aste vendita in frode ai creditori: l’elemento della colpa
Gli elementi essenziali dell’azione in commento tradizionalmente vengono ravvisati nel “consilium fraudis” e nell’”eventus damni”.
Ricorre il primo allorché è ravvisabile la frode del debitore.
Ovvero quando è evidente la conoscenza del pregiudizio da parte di questi relativamente all’atto di disposizione posto in essere in danno del creditore.
A riguardo è importante precisare cosa succede se l’atto è stato compiuto prima che è maturato il diritto di credito.
La legge impone, al fine dell’esperimento dell’azione, la necessità che sia dolosamente preordinato al fine di danneggiare il futuro creditore.
Circa il secondo elemento, invece, bisogna tener conto che l’atto di disposizione posto in essere dal debitore deve essere di natura tale da poter arrecare un danno agli interessi del creditore.
Di conseguenza cosa succede se il patrimonio del debitore è composto da più cespiti di rilevante valore?
La vendita di alcuni di essi non potrà danneggiare gli interessi del creditore poiché questi, in caso di inadempimento, potrà comunque rivalersi sugli altri beni.
Atti in frode a titolo oneroso e atti a titolo gratuito
Rilevante, poi, è distingue se l’atto di disposizione posto in frode al creditore è configurabile come atto a titolo oneroso, oppure come atto a titolo gratuito.
Infatti se l’atto è a titolo oneroso per agire in revocatoria, oltre la frode e il danno sarà anche necessario che il terzo sia consapevole del pregiudizio che arreca alle ragioni del creditore.
In altre parole il debitore deve essere in malafede, potendo il giudice convincersi dell’esistenza di tale requisito in base al basso prezzo corrisposto dal terzo acquirente per ottenere il bene.
Se l’atto, invece, è a titolo gratuito per agire in revocatoria sarà sufficiente dimostrare l’esistenza della frode ed il prodursi del danno, essendo irrilevante l’eventuale buona fede del terzo che ha acquisito il diritto.
Dunque, soltanto il terzo sub acquirente vedrà fatte salve le sue ragioni se potrà dimostrare di essere in buona fede al momento dell’acquisto.
Mentre è interessante osservare sul punto una importante pronuncia della Suprema Corte: Cassazione civile, sez. III, sentenza n. 11573 del 14.05.2013.
La Cassazione ha affermato che l’accertamento del credito non sospende l’azione revocatoria, che si prescrive nel termine di cinque anni dal compimento dell’atto pregiudizievole.
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Custode giudiziario, garante dei beni
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 13 Ottobre 2013
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Custode giudiziario, garante dei beni
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Pubblicato su Il Messaggero il 13 ottobre 2013 dall’Avvocato Gianluca Sposato. Vietata la riproduzione. Tutti i diritti riservati
In questo articolo si affronta la tematica relativa al Custode giudiziario ed al suo ruolo di garante dei beni nel processo esecutivo immobiliare.
Il ruolo del custode nelle vendite giudiziarie
Rispetto alla vendita, che riveste un ruolo centrale nell’ambito delle procedure espropriative immobiliari, rappresentandone la finalità stessa ed essendo presupposto necessario per la distribuzione delle somme ricavate, l’attività del custode può distinguersi in una fase ad essa preliminare ed in una ad essa conseguente e necessaria.
La vendita, se pur con differenti prassi applicative, a Roma ove è stata adottata una delega parziale al professionista incaricato, fatta eccezione per rare occasioni, rimane di competenza del Tribunale.
Il giudice, adottando la procedura già in uso presso altri fori, fissa l’ordinanza che prevede per il caso in cui l’esperimento senza incanto non abbia esito positivo anche la data e le modalità per partecipare all’esperimento con incanto.
In tal modo si è inteso porre un limite ai costi di procedura, conferendo ulteriore impulso alla stessa.
Custode giudiziario, garante dei beni prima della vendita
Prima che sia disposta la vendita, o l’assegnazione, il custode ha l’obbligo di comunicare al debitore esecutato che ha facoltà di chiedere la conversione del pignoramento.
Inoltre, il custode deve presentare un rendiconto trimestrale, ove vengano percepite rendite sull’immobile e, nel rispetto della normativa sulla privacy, senza fare incontrare eventuali potenziali acquirenti, gestire gli appuntamenti e le visite da parte di chi ne inoltri richiesta.
Custode giudiziario, garante dei beni: le visite all’immobile pignorato
La possibilità di visitare l’immobile sottoposto a pignoramento e posto in vendita tramite asta giudiziaria rappresenta una della maggiori novità introdotte dalla riforma del 2006.
Tenuto conto che se prima la partecipazione all’incanto avveniva sulla scorta della relazione di stima in atti, oggi esiste la possibilità concreta per i potenziali acquirenti di visitare l’immobile posto in asta, inoltrandone richiesta al custode.
Questi, all’udienza di vendita, dovrà depositare gli adempimenti pubblicitari.
Mentre nella fase successiva, assumendo il ruolo di delegato, provvederà alla predisposizione della bozza del decreto di trasferimento ed alla sua notifica all’ esecutato.
È questo l’aspetto più delicato dell’ attività delegata, poiché concerne il trasferimento della proprietà del bene sub-astato all’assegnatario.
Custode giudiziario e delegato alla vendita
Il custode quando viene investito anche del ruolo di delegato alla vendita informerà l’aggiudicatario su termini e modi per il deposito del saldo prezzo.
Quantificando le relative spese: imposta di registro, ipotecaria e catastale, oltre quelle di cancellazione dei pignoramenti e delle ipoteche.
Tenuto conto che queste ultime dovranno essere poste in prededuzione in sede di distribuzione del ricavato.
Quindi il delegato trasmetterà al giudice dell’esecuzione l’originale del decreto di trasferimento da firmare, accompagnato da una bozza da lui sottoscritta in minuta, dal certificato di destinazione urbanistica e da una visura catastale aggiornata dell’immobile oggetto della vendita.
Successivamente provvederà alla esecuzione delle formalità di registrazione, trascrizione e voltura catastale del decreto di trasferimento.
Oltre che alla sua comunicazione alle pubbliche amministrazioni, nonché all’espletamento delle formalità di cancellazione delle trascrizioni dei pignoramenti e delle iscrizioni ipotecarie.
Custode giudiziario garante dei beni, la distribuzione del ricavato
Per quanto concerne, infine, il progetto di distribuzione occorre fare riferimento a quanto previsto dagli articoli 596 e 510 del codice di procedura civile.
Il custode inviterà le parti a precisare i crediti entro 90 giorni ed a depositare copia dei titoli in base ai quali hanno spiegato l’intervento, oltre che le note degli onorari, avvisando che il piano di riparto sarà disponibile 30 giorni prima dell’udienza fissata per la discussione.
Qual’ è l’ordine dei crediti nel progetto di distribuzione?
Occorre esaminare, infine, qual’ è l’ordine dei crediti con cui viene disposto il mandato di pagamento nel piano di riparto.
Circa la graduazione dei crediti in linea di principio si segue il seguente ordine:
- spese privilegiate in base al disposto degli articoli 2770 e seguenti del codice civile,
- ordine cronologico delle ipoteche,
- crediti da lavoro dipendente,
- chirografari intervenuti tempestivamente, chirografari intervenuti tardivamente,
- creditori intervenuti privi di titolo esecutivo.
Una volta approvato il progetto di distribuzione vengono emessi i mandati di pagamento telematici, con ordine alla banca di disporre il bonifico bancario ai creditori.
Case all’asta, il ruolo del custode giudiziario
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 6 Ottobre 2013
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Case all’asta, il ruolo del custode giudiziario
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Pubblicato su “Il Messaggero” il 6 ottobre 2013 dall’Avvocato immobiliarista Gianluca Sposato. Riproduzione vietata. Tutti i diritti riservati.
In questo articolo viene spiegato nelle vendite immobiliari forzate e case all’asta, il ruolo del custode giudiziario, i suoi compiti e responsabilità.
Quali sono le attività del custode giudiziario?
Le attività del custode giudiziario è disciplinata dall’art. 560 del codice di procedura civile.
La norma dispone al quinto comma che il custode, quale pubblico ufficiale ed ausiliario del giudice, provveda all’amministrazione ed alla gestione dell’immobile pignorato.
A tal fine, sotto il controllo del giudice e assumendosi ogni responsabilità, esercita tutte le azioni previste dalla legge per conseguire la disponibilità del mobile oggetto del pignoramento.
Adempimenti del custode giudiziario
Gli adempimenti del custode possono suddividersi fondamentalmente in due ambiti esplicativi:
- gestione e manutenzione del bene;
- vendita e distribuzione del ricavato.
Per quanto concerne la prassi applicativa presso il Tribunale di Roma, le disposizioni generali che ne disciplinano l’operato prevedono, per prima cosa di effettuare lo studio del fascicolo dell’esecuzione.
Successivamente deve essere effettuato nel più breve tempo possibile il sopralluogo delle unità immobiliari pignorate per l’immissione nel possesso e riscossione dei frutti.
In questa sede devono essere segnalate al giudice eventuali difficoltà riscontrate, affinché siano adottati i provvedimenti di cui all’art. 560 comma 3 del codice di procedura civile, che disciplina le operazioni di rilascio dell’immobile.
E’ sempre consigliato per il debitore esecutato farsi assistere da un avvocato specializzato in diritto immobiliareed esecuzioni immobiliari.
Case all’asta, il ruolo del custode giudiziario e la vendita dell’immobile pignorato
Una delle maggiori novità introdotte dalla riforma del 2006 è ravvisabile soprattutto nell’impulso conferito alla procedura con la possibilità di emettere alla prima udienza l’ordinanza di vendita.
Il professionista, acquisendo ogni utile informativa e documentazione, redige un verbale di immissione nel possesso verificando la congruità del pignoramento.
Da quel momento il debitore od il terzo occupante, rimane mero detentore dell’immobile con ogni conseguenza connessa.
Sopralluogo e stima dell’immobile pignorato
Case all’asta, il ruolo del custode giudiziario: in sede di sopralluogo il custode giudiziario coordina anche le operazioni dell’esperto nominato per la stima dell’immobile.
Verifica lo stato di conservazione del cespite pignorato, provvedendo a segnalare eventuali necessità di urgente manutenzione al giudice.
Verificando, altresì, la conformità dei dati con quanto riportato nel pignoramento e nella documentazione acquisita alla procedura.
Immobile pignorato occupato da terzo senza titolo
Nel caso in cui il bene sia occupato da un terzo, il professionista dovrà verificare l’esistenza di un titolo, accertando se sia opponibile alla procedura, a seconda che sia stato trascritto in data anteriore al pignoramento o meno.
Verificando la data di registrazione del contratto di locazione, oltre che la congruità del canone di locazione.
Nel qual caso ordinerà di interrompere i pagamenti in favore del debitore proprietario, provvedendo al relativo versamento mediante assegni circolari intestati al Tribunale da incamerarsi quali frutti della procedura.
Quando il contratto di affitto dell’immobile pignorato è opponibile?
Giova precisare, a riguardo, che qualora il contratto di locazione sia opponibile non potrà essere rinnovato tacitamente alla scadenza, necessitando di specifica autorizzazione del giudice dell’esecuzione.
In base al disposto dell’art. 560 del codice di procedura civile, come ribadito dalla Suprema Corte con sentenza n. 1639 del 25 febbraio 1999.
Una particolare fattispecie, che merita breve accenno, ricorre nel caso di appartamento pignorato occupato dal coniuge affidatario a seguito di un provvedimento di assegnazione della casa coniugale.
Appartamento pignorato occupato dal coniuge con assegnazione della casa coniugale
Case all’asta, il ruolo del custode giudiziario: si è dibattuto molto in dottrina sulla possibilità di opporre la sentenza di assegnazione della casa coniugale a terzi.
Sull’argomento sono intervenute le Sezioni Unite della Cassazione Civile con Sentenza n. 11096/02.
Il provvedimento giudiziale di assegnazione della casa familiare al coniuge affidatario, avendo per definizione data certa, è opponibile, ancorché non trascritto, al terzo acquirente in data successiva per nove anni dalla data dell’assegnazione.
Ovvero, ma solo ove il titolo sia stato in precedenza trascritto, anche oltre i nove anni.
Aste, un terzo si oppone all’esecuzione
- Autore articolo Di SposatoLaw
- Data dell'articolo 7 Luglio 2013
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Aste, un terzo si oppone all’esecuzione
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Pubblicato su Il Messaggero il 7 luglio 2013 dall’Avvocato Gianluca Sposato. Vietata la riproduzione. Tutti i diritti riservati.
Opposizione di terzo all’esecuzione
L’articolo 619 del codice di procedura civile disciplina la forma dell’opposizione di terzo.
L’opposizione di terzo è presentata da, essendo estraneo all’esecuzione, pretenda avere la proprietà o altro diritto reale sui beni pignorati.
La norma attribuisce espressamente il diritto di proporre opposizione all’esecuzione con ricorso, prima che sia disposta la vendita, o l’assegnazione di beni.
Contestazione dell’azione esecutiva
Tale mezzo rappresenta il rimedio per contestare l’esercizio dell’azione esecutiva sotto un profilo limitato, in quanto il terzo è estraneo al rapporto tra creditore procedente e debitore esecutato.
Non essendogli consentito oppugnare il diritto del primo a procedere ad esecuzione forzata.
Potrà soltanto dedurre che il pignoramento ha colpito un bene non rientrante nel patrimonio del debitore, reclamando la sua qualità di non responsabile.
Bocciato chi solleva vizi di procedura
Aste un terzo si oppone all’esecuzione: la giurisprudenza è concorde nel ritenere che il terzo opponente, non essendo parte del processo esecutivo, è legittimato a far valere il proprio diritto reale sul bene oggetto dell’esecuzione forzata.
Ma non ad eccepire i vizi della relativa procedura, o ad impugnare la validità del titolo posto a base di essa (Cass. 16921/2009).
E’ evidente l’affinità dell’istituto con l’opposizione all’esecuzione, disciplinata dall’art. 615 comma 2 dello stesso codice di rito.
Per effetto del quale, ad esempio, il terzo estraneo al titolo esecutivo ed al precetto, destinatario dell’attività esecutiva, non dovrà avvalersi del rimedio di cui all’art. 619.
Potendo tutelare la propria posizione giuridica mediante opposizione all’esecuzione.
Qualificare l’opposizione proposta dal terzo come opposizione all’esecuzione, anziché quale opposizione di terzo all’esecuzione, è di rilevante importanza al fine di operare una distinzione sotto il profilo pratico.
In quanto solo con l’opposizione all’esecuzione è possibile far valere la questione relativa all’impignorabilità del bene, oltre che proporre opposizione agli atti esecutivi.
Opposizione di terzo all’esecuzione motivazioni di merito, di rito, o di legittimazione
Aste un terzo si oppone all’esecuzione: i motivi addotti a fondamento dell’opposizione all’esecuzione possono essere:
- di merito, qualora si contesti l’esistenza del diritto sostanziale fatto valere dal creditore (per esempio per intervenuta transazione adempimento e prescrizione);
- di rito, allorché si contesti la qualità del titolo esecutivo, atto o documento sulla cui base si vuole agire o si sta agendo (per esempio allorché il creditore non vanti una sentenza di condanna, ma di mero accertamento);
- possono, infine, riguardare la contestazione della legittimazione attiva o passiva (per esempio qualora non vi sia stata accettazione di eredità da parte dell’intimato ad adempiere).
Non può agire ai sensi dell’art. 619 anche chi, pur non essendo stato parte passiva né del rapporto obbligatorio né del titolo esecutivo, è divenuto destinatario del pignoramento.
Costui, infatti, in quanto destinatario degli atti espropriativi acquista di fatto la qualità di parte passiva dell’esecuzione, con la conseguenza che potrà proporre ricorso in opposizione ai sensi dell’art. 615.
L’acquisto di immobile con atto trascritto successivamente al pignoramento
E’ interessante anche osservare come di recente la Cassazione, sconfessando il suo precedente orientamento, abbia affermato il seguente principio.
Nel caso di acquisto di immobile con atto trascritto successivamente al pignoramento, cosa succede?
Il terzo acquirente che intenda far valere l’inesistenza o la nullità del pignoramento, sottraendo così il bene all’esecuzione, non può proporre opposizione agli atti esecutivi, ma soltanto opposizione di terzo all’esecuzione (Cass. 1703/2009).
La domanda di opposizione di terzo dà luogo ad un autonomo giudizio di cognizione.
Al quale si applicano le norme di cui al libro II del codice di rito, volto ad accertare la proprietà, o altro diritto reale dell’opponente sui beni pignorati.
Infine, in dottrina, prevale l’idea che la sentenza che decide l’opposizione di terzo non fa stato in ordine al diritto vantato dal ricorrente, ma solo riguardo all’assoggettabilità o meno dei beni pignorati all’azione esecutiva.
Il giudice, infatti, procede esclusivamente all’accertamento del diritto del terzo in via incidentale.
Resta impregiudicata la questione della sua titolarità che, condividendo tale orientamento, potrà essere riproposta al di fuori del processo esecutivo.
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